È il Natale delle ombre sulla Royal Family
- di: David Lewis
Una settimana o poco più e tutti, in Inghilterra, celebreranno il Natale, forse anche chi con il cristianesimo ha poca frequentazione. E' perché in questi giorni tutti si sentono più buoni, più ben predisposti verso gli altri, pronti a perdonare, ma forse non a porgere l'altra guancia.
Ma quando poi passi davanti a Buckingham Palace, dopo un pensiero veloce alla bellezza austera dei saloni e con un pizzico di tenerezza degli uomini in divisa che, nel gelo ed immobili, fanno la guardia a un monumento e non alle persone che ci vivono o lo frequentano, ti poni delle domande su quali siano, semmai ve ne sono, le differenza tra la famiglia reale e quelle della maggior parte del Paese. Non parlo delle difficoltà che la crisi economica fa entrare nelle case, ma delle ripicche, dei bisticci, piccoli o enormi che siano, che caratterizzano una comunità familiare qualsiasi. Perché oggi, i sudditi di Carlo III, più che cercare di mettere insieme un pranzo di Natale indimenticabile (in senso buono), si appassionato, molto di più di quello ammettono, alle rivelazioni che i ''reprobi'' Harry e Meghan stanno centellinando, con un evidente senso dello spettacolo. Ovvero con un crescendo che farebbe invidia a Rossini.
È il Natale delle ombre sulla Royal Family
Pillole che - per chi parteggia per William e Kate - sono intrise di veleno. Ma non uno che, come il cianuro, ti abbatte in pochi secondi, ma di altro tipo, come quelli che rilasciano tossine che piano piano uccidono tra indicibile sofferenze. Ora, dalla docu-serie che sta andando in onda su Netflix, viene fuori tutto il male di cui, a loro dire, Harry e Meghan sono stati fatti oggetto non solo dagli implacabili tabloid britannici, ma anche da chi, per legame familiare, avrebbero dovuto volere loro bene. E così invece non è stato perché oggi i britannici scoprono che Meghan ha lottato contro pensieri suicidi e che la di lei madre, Doria, piange pensando a quello che la figlia voleva fare. E poi, la rivelazione che l'aborto spontaneo, subito da Megham dopo la nascita del primogenito Archie, è da mettere in conto allo stress dovuto ad una azione legale contro un gruppo editoriale.
Un racconto drammatico che però appare viziato da una cosa, che agli occhi dei britannici più disincantati, anche quelli che monarchici proprio non sono, balza evidente: il racconto delle vicende non ha contraddittorio, non ha contraltare, è unilaterale, smaccatamente ed esageratamente, senza nemmeno fare capire che, tra Buckingham Palace e Windsor, c'è chi non la pensa allo stesso modo.
Stiamo sentendo solo la loro versione, è il commento generale. Come dare torto?
Sentendoli parlare ora, facendo capire che contro di loro, il resto della famiglia reale ha scatenato una guerriglia, i duchi di Essex sembrano realmente addolorati, ma ancora non è stato puntato il dito, direttamente, contro chi abbia manifestato dubbi che il primogenito di Harry e Maghan potesse non avere l'incarnato del padre.
Fermo restando che alla quasi totalità dei britannici non interessa nulla di quest'argomento (girate per Londra e poi dite quante persone che abbiano solo sangue sassone avete incontrato..) , quell'affermazione non chiarita sembra un ''coup de theatre'' e non la denuncia di un'offesa patita. La sceneggiatura della serie Netflix sembra essere scritta solo per allargare il fossato tra i due fratelli, lasciando irrisolte parecchie domande, ma facendo intendere che la colpa è solo di William, spalleggiato dalla mefistofelica Kate.
Che strano epilogo per una storia che era cominciata in modo ideale, con una ''new entry'' nella famiglia reale perfetta per riaccostarla alla gente, che spesso la percepisce come distante, con un gruppo di persone prive di capacità e che si crogiola nei benefici del casato.