Mostra alla Stazione Termini per i suoi 70 anni (e forse anche qualcosina in più!)

- di: Stefania Assogna
 
Fino al 31 gennaio 2021, a Roma Termini si racconta con una mostra, storie, aneddoti e curiosità della stazione capitolina, attraverso fotografie, istallazioni, video e immagini, per la maggior parte conservati nell’archivio della Fondazione FS Italiane.
Fra le immagini esposte, anche alcuni scatti social di Railway Heart, la rubrica fotografica di Ferrovie dello Stato Italiane. L’atrio e la galleria gommata ospitano 5 installazioni, di cui 4 esagonali ed una pentagonale, ciascuna con una tematica specifica, mentre da piazza dei Cinquecento, sul lato esterno delle vetrate dell’atrio, sono visibili 15 vetrofanie con immagini storiche in bianco e nero.

Una timeline scenografica di 30 metri domina lo spazio dell’atrio che affaccia sulle mura Serviane regalando ai visitatori la possibilità di scoprire alcuni dei momenti più importanti per Roma Termini, a partire dalla sua inaugurazione nel 20 dicembre 1950 per mano dell’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Un po’ di pillole di storia: la stazione sorge nel luogo attuale per una concatenazione di interessi e di eventi che partono dal lontano 1856 allorchè si decise di dare un’unica stazione all’allora nodo ferroviario che si concretizzava nella Roma-Frascati, situata a ridosso delle Mura aureliane, presso la stazione di Porta Maggiore, e nella Roma-Civitavecchia, successivamente prolungata fino a Pisa, che aveva il capolinea presso la stazione di Porta Portese. Su pressione di monsignor de Merode, che per altro aveva interessi immobiliari nella zona di via Nazionale, prevalse la nuova sistemazione presso l'area di Termini, situata sul colle dell'Esquilino nel rione Castro Pretorio, nell'area che comprendeva possedimenti di famiglie patrizie, vicina alle antiche terme di Diocleziano, situate sul lato opposto dell'attuale piazza dei Cinquecento, da cui prende spunto per il nome.

La prima stazione fu edificata a partire dal 1862 ed aperta al pubblico il 25 febbraio 1863 con il nome di Stazione Centrale delle Ferrovie Romane, in concomitanza con l'inaugurazione del collegamento ferroviario con Ceprano, e quindi con Napoli. Il 2 luglio 1868 iniziarono i lavori preliminari della nuova stazione Termini con una cerimonia d'inaugurazione alla presenza di papa Pio IX fino al momento della scelta del progetto definitivo che avvenne nel 1869 sul progetto dell'architetto Salvatore Bianchi. Dopo la breccia di Porta Pia e l'annessione di Roma al Regno d'Italia, il neonato Comune di Roma fortunatamente decise per la prosecuzione del cantiere. Seguendo lo schema standard di quell'epoca, la stazione era dotata di due fabbricati viaggiatori paralleli, uno per gli arrivi ed uno per le partenze, riuniti da una tettoia metallica centrale, simile a quella costruita poco prima a Parigi alla Gare de l'Est. Siamo nel 1874 e la nuova stazione è operativa. Per l’ammodernamento vero e proprio però bisognerà attendere il 1935, l’avvento in stazione dell’energia elettrica e le grandi opere volute dal fascismo.
Nel 1939 venne quindi approvato il progetto definitivo di Angiolo Mazzoni per la realizzazione del nuovo impianto ferroviario. I lavori iniziarono con la demolizione dell'edificio del Bianchi ma nel 1943 furono interrotti a seguito del peggioramento della situazione bellica e della caduta del regime fascista.

Nei primi mesi del 1946 il progetto di Mazzoni fu accantonato, in quanto ritenuto obsoleto, soprattutto per via della facciata, sebbene il Mazzoni stesso avesse modificato l’estetica della facciata troppo aulica, eliminando ogni accenno alla monumentalità. Il ministero dei Trasporti scelse una revisione generale del piano dell'opera e decise d'indire un concorso per un nuovo edificio frontale (impianti pensiline e parte degli edifici laterali erano già stati realizzati). Nel 1947 viene bandito un concorso per la progettazione del fabbricato frontale della stazione Termini, per chiudere i corpi di fabbrica laterali e le pensiline, già realizzati prima della guerra secondo il progetto dell’architetto Angiolo Mazzoni.

Il concorso fu vinto ex-aequo dai gruppi formati da Montuori e Calini e da Vitellozzi, Castellazzi, Fadigati e Pintonello, che nel 1948 redassero insieme il progetto definitivo. Questo si compone di quattro parti distinte, ognuna delle quali svolge una funzione specifica ed ha una propria articolazione formale: la pensilina, l’atrio, il fabbricato viaggiatori e la galleria. La stazione fu così completata secondo la nuova versione, con la realizzazione dell'edificio frontale caratterizzato dalla ardita pensilina, considerata uno degli esempi più significativi dell'architettura italiana del dopoguerra, e fu inaugurata il 20 dicembre 1950; tra i lavori successivi di miglioramento ricordiamo quelli per il Giubileo del 2000 dedicati a Giovanni Paolo II; e le successive addizioni del centro commerciale sottostante, e della terrazza sovrastante, risalenti agli anni tra il 2000 e 2011. In ogni caso 70 anni, che creano continuità tra passato e presente in una città come Roma dove non sempre è così facile.
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