Moda: la coalizione del "Fashion Pact" arriva a 63 aziende

 
Un anno dopo la sua creazione, il cosiddetto "Fashion Pact" cresce di dimensioni. Anzi, raddoppia. Nel 2019, su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron e del presidente e Ceo di Kering, Francois-Henri Pinault, è stato istituito una sorta di patto per la moda sostenibile, firmato al tempo da 32 fra brand e gruppi nel mondo della moda e del settore tessile.

Gli ambiziosi obiettivi si concentravano sulla sostenibilità ambientale (concentrati sul ridurre l'impatto dell'intero settore su biodiversità, oceani e clima) e ora sono stati condivisi da ben 63 aziende diverse, raddoppiando il numero visto al momento dell'inaugurazione, durante il vertice G7 a Biarritz lo scorso anno.

Il numero dei membri ora permette di avere una rappresentanza di oltre 200 brand fra fashion, lusso e sport che rappresentano circa un terzo dell'industria della moda a livello mondiale. Il patto cresce quindi di dimensioni e si dota di una vera e propria struttura operativa (grazie a una dashboard digitale di KPI che sia in grado di tracciarne propriamente l'impatto) per continuare a perseguire i traguardi posti dalla coalizione che è composta dai Ceo delle singole aziende.

La struttura continuerà a essere composta da un comitato direttivo di 14 membri che varieranno a rotazione, col supporto di un comitato operativo composto da 23 membri della CSO e da una task force di segreteria: gli obiettivi da raggiungere sono stati scelti e supportati grazie alla consultazione di grandi esperti nel campo di scienza e ricerca, che hanno fissato Science Based Targets per il clima nel tentativo di arrivare al traguardo delle zero emissioni entro il termine del 2050.

Mentre quelli più immediati sono quelli sulla biodiversità, con i membri del Fashion Pact che si impegnano ad attuare progetti individuali a riguardo entro la fine dell'anno e a sostenere la deforestazione zero entro 5 anni. Addirittura l'80% dei brand che fa parte del patto non aveva mai fatto attività nel campo della biodiversità e la metà afferma che la firma ha spinto all'istituzione di tali attività. Al momento i marchi italiani presenti sono Bonaveri, Salvatore Ferragamo, Herno, Moncler, Diesel, Prada, Ermenegildo Zegna, Armani, Geox e Calzedonia.
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