MIT SIM - Le Pmi sono lanciate su innovazione e crescita, ma vanno aiutate in questo sforzo

- di: Redazione
 

La situazione del mercato, la resistenza delle aziende davanti agli elementi critici che si sono sommati nel corso del 2022, le ottime possibilità di crescita che il mercato Euronext Growth Milan continua ad avere, la necessità di una serie di misure che aiutino le imprese a quotarsi e il ruolo importante che MIT Sim svolge in questo scenario. Intervista a Francesca Martino, Consigliere di Amministrazione e Responsabile Euronext Growth Advisor di MIT SIM S.p.A.

Intervista a Francesca Martino, Consigliere di Amministrazione e Responsabile Euronext Growth Advisor MIT SIM

L’impatto della guerra in Ucraina e l’alta inflazione hanno avuto un effetto assai più pesante sull’indice di Borsa del mercato EGM (Euronext Growth Milan, ndr), dove voi operate, che su quello MIB, che rappresenta il principale indice di benchmark dei mercati azionari italiani, mentre nel passato l’indice del mercato EGM aveva regolarmente sovraperformato l’indice MIB. Perché, a suo parere, il mercato EGM è stato maggiormente colpito?

Noi di MIT Sim siamo un intermediario specializzato, operiamo come specialist (siamo diventati dei market leader con più di 58 clienti) e seguiamo le Pmi nel percorso di quotazione sia come figura richiesta dal regolamento - quindi Euronext Growth Advisor per l’IPO e per le attività outgoing, sia come operazione di collocamento - Negli anni scorsi abbiamo visto effettivamente un’effervescenza notevole e una crescita importante soprattutto del segmento EGM; quest’anno, rivedendo anche i dati dell’ultimo mese che sono stati leggermente positivi, effettivamente c’è un grosso sfasamento tra quello che è il mercato principale e il MIB, l’EGM ma anche le Small Cap e le All Star, ma questo a nostro avviso si riconnette un po’ al problema della liquidità del mercato. Negli anni scorsi, soprattutto lo scorso anno, c’è stata una ripresa importante, un interesse in tutte le operazioni. Sia gli investitori italiani che quelli esteri mostravano un interesse molto forte, mentre quest’anno abbiamo avuto la tempesta perfetta e quindi si sono venute a sommare una serie di incertezze e di criticità che hanno probabilmente fatto venire meno una fetta di liquidità perché parte di quegli investitori si sono riprogrammati, mettendosi su posizione più propriamente strategiche e un po’ più stabili rispetto alle nostre Pmi. Ci auspichiamo che il mercato riesca prossimamente a riassorbire queste criticità guardando ai fondamentali delle imprese, perché quello che vediamo è che le nostre imprese stanno dimostrando resilienza, si stanno muovendo su linee strategiche importanti, stanno continuando a guardare all’internazionalizzazione, alla digitalizzazione, hanno tante sfide davanti e i nostri imprenditori sono davvero focalizzati a cogliere queste sfide. Ogni tanto ci ripetiamo che siamo tutti rassegnati ad andare incontro alla recessione: facciamo qualcosa per non andarci! Da quello che vediamo quotidianamente i nostri imprenditori stanno cercando di farlo, però vanno aiutati.

Il mercato EGM ha registrato una continua e robusta crescita negli ultimi anni rappresentando per le imprese italiane, e in particolare le Pmi, uno strumento per raccogliere le risorse finanziarie necessarie per consolidare il loro posizionamento di mercato e supportare la crescita. Nel corso degli ultimi 5 anni le società quotate su EGM sono passate da 77 (gennaio 2017) a 183 (settembre 2022) e la capitalizzazione ha raggiunto quota 13 miliardi di euro nel mese di luglio 2022. Guardando al medio periodo, restate positivi su questo mercato e perché?

Assolutamente rimaniamo positivi perché crediamo che il mercato EGM sia uno strumento ben tarato su quello che è il tessuto imprenditoriale italiano. Abbiamo perle di industrie italiane che sono in azione, che sentiamo quotidianamente e che, come le dicevo, stanno cavalcando l’onda della crescita e cercano di resistere a questo momento particolare; hanno quindi bisogno di finanza per crescere, hanno bisogno di supporto, hanno bisogno di opportunità e, pertanto, un mercato costruito in maniera così tarata su queste aziende non può che continuare ad avere un grande successo. Certo va aiutato con gli incentivi, attraendo nuovi investitori istituzionali (il credito d’imposta per la quotazione è stato confermato, anche se un po’ ridotto, e con Assonext abbiamo chiesto che diventi una misura strutturale). Deve quindi esserci una serie di aiuti e di manovre che parta dall’impresa, arrivi agli intermediari, agli investitori, e consenta di far crescere questo mercato e di risolvere anche il tema della liquidità. Tema che può risolversi solo se aumentano gli imprenditori e le imprese.

In questi anni ha notato la spinta a quotarsi delle imprese italiane, una parte delle quali era reticente a quotarsi perché lo vedeva come un passo che facesse perdere il controllo dell’azienda stessa?

Sì, l’ho vista. Con la quotazione il controllo dell’azienda rimane, c’è trasparenza e nelle grosse sfide che le aziende devono fronteggiare per il futuro (e devo dire hanno cominciato ad apprezzarlo moltissimo) c’è un ritorno intangibile della quotazione, ossia la piccola azienda italiana che è specializzata in un prodotto di nicchia viene conosciuta dai grossi brand internazionali perché è quotata e trasparente. Prima facevamo più fatica perché l’imprenditore diceva: “questo è il costo, raccolgo, ma poi veramente cresco?”. Ora invece la cultura in materia è aumentata tantissimo e gli imprenditori hanno capito che quotarsi è uno strumento davvero importante, per cui è fondamentale che tutti contribuiscano ad aiutare le aziende in questo sforzo.

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