Migrazioni: il 'no' di Saied all'Europa un colpo basso al governo italiano
- di: Redazione
La sortita del presidente tunisino Kais Saied, che ha annunciato di non volere più i fondi dell'Ue, complica i piani di Giorgia Meloni, che tanto si era esposta a favore di questo stanziamento, che, nei suoi disegni, doveva essere uno dei pilastri della strategia di fermare, sulla banchina, le partenze di migranti diretti, via mare, in Italia.
Il tono sprezzante usato da Saied per annunciare il suo rifiuto ad accettare i fondi si riassume nell'uso di parole come ''carità'' , sulla natura dello stanziamento da Bruxelles, e ''irrisorio'', per quanto attiene la sua entità.
Ora, quale che fosse la motivazione della dazione di denaro fresco a favore della Tunisia, nessuno può negare che fosse un passo di quel ''do ut des'' cui Giorgia Meloni affida la speranza di frenare gli sbarchi che, moltiplicandosi anche rispetto alle peggiori previsioni (certamente ben peggiori delle certezze, manifestate in campagna elettorale, di bloccare gli arrivi irregolari), le stanno rendendo difficile il confronto con l'Ue e con alcuni Paesi, come Germania e Francia, sempre pronti a usare una doppia morale, con la loro a prevalere egoisticamente.
Migrazioni: il 'no' di Saied all'Europa un colpo basso al governo italiano
Ma a Tunisi questi soldi, per come sono condizionati e nel loro ammontare, non interessano, almeno ufficialmente, nel bel mezzo di un chiaro tentativo di Saied di accreditarsi come il difensore di un popolo che, tra dittature (quella di Zine el-Abidine Ben Ali) , presidenze ''forti'' (Bourghiba), pseudo-democrazie (tra tentazioni teocratiche e caos civile), vive una condizione di sofferenza sociale accentuata da oltre un ventennio. per non parlare della crisi economica ormai a livelli di dramma.
Eppure Saied oggi ritiene di potersi permettere di dire di no ad almeno 150 milioni di euro, stracciando quindi un accordo già ratificato e facendo temere che quel simulacro di controllo delle coste, per evitare le partenze, potrebbe affievolirsi, aprendo i rubinetti di una vera e propria - questa sì - invasione da sud. Perché i numeri, prevedibilmente, lieviterebbero in modo esponenziale.
Risolvendo anche un problema interno della Tunisia, con Saied che, per allentare la pressione delle proteste verso il regime che ha instaurato, indica nei migranti dall'Africa sub-sahariana uno dei grandi mali del Paese.
Se i fondi dovevano servire al contrasto all'immigrazione clandestina e Saied dice di rifiutarli, il peggio per l'Italia potrebbe ancora non essere arrivato.
''La Tunisia, che accetta la cooperazione, non accetta nulla che assomigli alla carità o al favore, perché il nostro Paese e il nostro popolo non vogliono compassione e non la accettano quando è irrispettosa. Di conseguenza - dice Saied - la Tunisia rifiuta quanto annunciato nei giorni scorsi dall’Ue''.
Il ''rifiuto'', viene spiegato, non è dovuto all'importo definito irrisorio, ma al fatto che la proposta di ''monetizzazione'' dell'accordo smentisce le conclusioni della conferenza svoltasi a luglio a Roma. Quest'ultimo riferimento sembra volere essere un riconoscimento per il lavoro del nostro governo e della nostra diplomazia e, nel contempo, un atto d'accusa contro Bruxelles.
Che, sembra dire Saied, pare non capisca che la Tunisia ''sta facendo il possibile per smantellare le reti criminali che trafficano in esseri umani''. Che in linea di principio potrebbe essere vero, ma che fa a pugni con l'emorragia quotidiana di barchini che partono da Sfax con la prua verso Lampedusa.