Migrazioni: è scontro aperto tra Commissione Ue e Frontex
- di: Emanuela M. Muratov
È ormai guerra aperta tra la Commissione europea e il direttore esecutivo di Frontex, con l'ufficializzazione di un primo rapporto sulle presunte irregolarità commesse dall'agenzia di frontiera e la sua partecipazione (o addirittura collusione) nella gestione di rimpatri forzati. Lo conferma il fatto che, a poche ore dalla riunione straordinaria dei vertici di Frontex, la commissaria europea agli Interni, Ylva Johansson, ha chiesto "trasparenza" a Fabrice Leggeri, capo dell'agenzia.
Il dipartimento guidato dalla socialdemocratica svedese accusa Leggeri di aver nascosto o travisato informazioni sul proprio operato, al fine di allontanare i sospetti sulla sua gestione.
Lo stato ormai deteriorato dei rapporti tra Leggeri e la Commissione è confermata anche da una lettera (abbastanza inusuale come forma di comunicazione interna alle strutture dell'Ue) con cui viene confutata, punto per punto, la difesa che il direttore esecutivo di Frontex ha approntato per giustificare la sua condotta.
Secondo voci che si stanno rincorrendo in ambienti della commissione, la sorte di Leggeri sarebbe ormai segnata. Anche perché il suo comportamento è al vaglio anche del Mediatore europeo, del Parlamento (dove il gruppo socialista chiede già le sue dimissioni) e persino dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (per presunti casi di molestie sul lavoro) .
Il commissario Johansson non voluto commentare le voci di possibili dimissioni di Leggeri, ma, in un incontro con i giornalisti accreditati, non ha nascosto il suo dispiacere per la mancanza di collaborazione del direttore di Frontex nel chiarire cosa è successo con le espulsioni dei migranti prima che potessero chiedere asilo.
"Il mio desiderio" - ha detto la commissaria - "è che Frontex rispetti pienamente la legislazione europea e che lo faccia in modo aperto e trasparente. A fine 2020, secondo il regolamento, l'agenzia doveva avere 40 persone incaricate di garantire il rispetto dei valori fondamentali. Al 18 dicembre dell'anno scorso, non ce n'erano".
Il consiglio d'amministrazione di Frontex si riunisce nelle prossime ore per studiare l'esito di una indagine interna avviata dopo che vari media hanno riferito di presunte pratiche illegali commesse dall'agenzia al confine tra Grecia e Turchia. Queste informazioni denunciavano, anche con immagini, la partecipazione degli agenti di Frontex a rimpatri forzati o almeno la loro tolleranza davanti a quelli eseguiti dalla Guardia costiera greca.
Le reazioni nel Parlamento europeo sul dossier sono molto dure.
"Siamo di fronte a un'agenzia fuori controllo", dice Sira Rego, esponente spagnola della sinistra, che sta lavorando alla costituzione di una commissione d'inchiesta sulla gestione di Frontex. Sira Rego considera Leggeri "il sintomo" di un organismo caratterizzato da "opacità". Una struttura che, secondo l'europarlamentare, sembra tenere nascosti il funzionamento interno e le catene di responsabilità.
Il problema legato alla mancanza di controllo di Frontex è molto sentito quest'anno, quando la sua struttura operativa - sul modello di una polizia territoriale - ha cominciato ad essere dispiegata alle frontiere esterne dell'Unione europea. Una struttura destinata a crescere per compito, ma soprattutto per numeri, quando i suoi uomini saranno circa diecimila. Uno dei punti maggiormente controversi riguarda l'assenza di chiarezza sul numero degli uomini e la mancata definizione del quadro normativo, che manca di alcune parti ritenute essenziali come il regolamento che norma "il trasporto e l'uso di armi da fuoco".
Fabrice Leggeri è a capo di Frontex dal 2015. Nel corso del suo mandato l'agenzia ha visto aumentare il suo peso ed il bilancio. Ma, si dice a Bruxelles, la sua visione della migrazione sarebbe incentrata in una azione di contrasto che si traduca nella riduzione dei numeri del fenomeno. Ma questo sarebbe in contrasto con il pensiero della commissaria Johansson, per la quale la migrazione "non rappresenta una minaccia, Quello che devi fare è gestirla".