Movimento #MeToo: Canal+ sospende il suo commentatore sportivo più noto

- di: Jean Aroche
 
Nonostante le scuse offerte, dopo essere stato accusato di comportamenti inappropriati nei confronti di alcune più giovani colleghe, l'editorialista sportivo Pierre Ménès è stato sospeso dal “Canal Football Club”. Una decisione che, secondo un comunicato, è stata presa di "comune accordo" con la direzione del canale Canal +", alla quale, all'inizio della settimana, Ménès aveva comunicato la sua intenzione di non volere partecipare alla trasmissione sportiva di domenica scorsa, poiché "aveva bisogno di una pausa" , secondo quanto rivelato dal quotidiano sportivo L'Equipe . Ed invece la direzione del canale televisivo (a pagamento) non ha dato per prossimo la ricomparsa in video del giornalista: "Non esiste una data di ritorno. Questo fino a nuovo avviso".

La sospensione arriva quando Canal + , su richiesta dei sindacati, ha avviato un approfondimento di indagini per verificare se Ménès si sia effettivamente reso responsabile di pratiche riprovevoli, che ha praticamente ammesso e per le quali non era stato ancora sanzionato. Anche se, da alcune rivelazioni sul caso che in Francia sta scuotendo i media, in passato l'editorialista era stato oggetto di numerose rimostranze e sanzioni, compreso un ammonimento.

Pierre Ménès è finito sotto accusa dopo la messa in onda, il 21 marzo, del documentario "Non sono una troia, sono una giornalista" di Marie Portolano sul sessismo nel giornalismo sportivo. Lunedì l'editorialista di Canal + si era scusato pubblicamente su Twitter, affermando di "essersi pentito senza alcuna ambiguità di tutti questi gesti del passato che non erano in alcun modo giustificati" . Oggetto delle riprovevoli attenzioni di Ménès sono state, oltre a Marie Portolano (cui avrebbe sollevato la gonna e palpato le natiche) anche la giornalista Isabelle Moreau e l'editorialista Francesca Antoniotti, che avrebbe baciato contro la loro volontà.
Pierre Ménès, difendendosi nel corso di una trasmissione televisiva, ha espresso il suo "profondo rimpianto" per l'accaduto, pur considerando che da "#metoo non possiamo più dire niente, non possiamo più fare niente".

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