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Merz e il Natale della responsabilità: in gioco c’è l’Europa

- di: Vittorio Massi
 
Merz e il Natale della responsabilità: in gioco c’è l’Europa
Merz e il Natale della responsabilità: l’Europa “in gioco”
Un messaggio alla CDU tra pazienza, coalizione e Bundeswehr: perché il cancelliere lega il 2026 tedesco alla sicurezza del continente.

(Foto: il cancelliere tedesco Friedrich Merz).

Il Natale, in politica, è spesso la stagione dei fiocchi: parole rotonde, buoni propositi, un po’ di zucchero a velo sulle fratture di un anno complicato. Friedrich Merz ha scelto una strada diversa. Nel videomessaggio di auguri indirizzato al suo partito, la CDU, il cancelliere federale ha spostato l’asse dall’umore interno alla posta in gioco continentale: non “solo” il bilancio del governo, ma la cornice in cui quel bilancio si misura. E la cornice, dice Merz, è l’Europa.

La frase chiave: Europa come orizzonte

Il cuore del messaggio è un’idea semplice e insieme pesante: governare oggi a Berlino significa portarsi dietro un carico che non finisce al confine. Merz insiste che le decisioni dell’esecutivo non sono una collezione di provvedimenti, ma un esercizio di responsabilità “allargata”: libertà, pace, sicurezza e benessere non sono concetti astratti, bensì i parametri con cui si valuta la tenuta del continente nei prossimi mesi e anni.

Tradotto: la Germania non può permettersi una politica in miniatura. E la CDU, architrave della maggioranza, non può permettersi una pazienza intermittente. Merz, con toni da capo coalizione più che da capo partito, mette in fila due verità che i suoi sanno già ma preferiscono non ripetere troppo ad alta voce: le tensioni ci sono state, e molte scelte faranno sentire i loro effetti quando l’entusiasmo mediatico sarà già altrove.

“Non tutto è filato liscio”: il messaggio alla CDU

L’augurio natalizio diventa così anche un promemoria organizzativo. Il cancelliere riconosce che nel percorso recente “ci sono state discussioni” e che non ogni passaggio è stato lineare. Poi arriva la richiesta più politica di tutte: tenere la rotta. Pazienza e perseveranza, ripete, non come virtù astratte, ma come condizione per far funzionare una macchina di governo che promette risultati soprattutto nel medio periodo.

Il sottotesto è evidente: una coalizione non è un coro; è un cantiere. E un cantiere, quando fa rumore, non significa per forza che stia crollando. Ma significa che qualcuno deve spiegare perché il rumore è necessario.

Il grazie “in servizio”: Bundeswehr e lavori essenziali

C’è un passaggio che, in controluce, racconta il clima dell’anno: l’attenzione a chi lavora durante le feste, con un richiamo particolare a uomini e donne della Bundeswehr. Non è solo protocollo. È un modo per legare la narrazione natalizia al tema più sensibile del governo Merz: la sicurezza, interna ed esterna, come asse identitario dell’esecutivo.

Perché questo Natale pesa più degli altri

Le parole su libertà e sicurezza cadono in un contesto tutt’altro che neutro. Da un lato c’è la pressione internazionale: la guerra in Ucraina resta un fattore di instabilità e di consumo politico in tutta Europa. Dall’altro c’è la fragilità sociale, amplificata dagli episodi di violenza che riaprono ciclicamente il tema della protezione degli spazi pubblici. Nei giorni scorsi Merz, intervenendo dopo un grave episodio avvenuto a Magdeburgo, ha richiamato l’idea di “stare fianco a fianco” contro la violenza, un lessico che torna coerente con la cornice natalizia: unità come prerequisito, non come premio.

In più, pesa un elemento di calendario: il 2025 tedesco, tra campagna elettorale, voto e formazione del governo, ha compresso mesi di politica in poche settimane. Merz, nel messaggio, richiama proprio quell’accelerazione: quando un Paese cambia assetto in corsa, i partiti rischiano di pretendere risultati immediati da decisioni che per definizione maturano lentamente.

Il nodo politico: governare “in Europa” o governare “malgrado l’Europa”

Il punto più interessante non è l’appello alla pazienza (che ogni capo rivolge al proprio partito quando la temperatura sale), ma il modo in cui Merz giustifica la pazienza: non per comodità interna, bensì per la responsabilità europea. È una scelta narrativa precisa: chi chiede pazienza, di solito, teme la fronda; chi la chiede in nome dell’Europa prova a trasformare la disciplina in un dovere più grande della tattica.

E qui la domanda, per la CDU, diventa inevitabile: quanta parte del partito si riconosce davvero in un’agenda che parla di sicurezza europea come se fosse politica interna? E quanta, invece, continua a ragionare con il vecchio metro: prima il bilancio nazionale, poi il resto? Merz scommette sulla prima risposta, perché la seconda — oggi — rischia di essere politicamente miope.

Cosa aspettarsi dopo le feste

Il messaggio natalizio non annuncia misure, ma prepara il terreno. Due conseguenze sono plausibili: la prima è un’ulteriore centralità del tema sicurezza (difesa, protezione civile, resilienza infrastrutturale) nel racconto del governo; la seconda è la richiesta, sempre più esplicita, di tempo politico alla maggioranza nero-rossa, per evitare che ogni frizione venga letta come crisi.

In altre parole: Merz ha provato a trasformare gli auguri in una bussola. Non un discorso “perché è Natale”, ma un Natale usato per dire che il 2026 non sarà una passeggiata e che il prezzo dell’instabilità, ormai, non si paga solo a Berlino.

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