Giorgia Meloni spezza il tetto di cristallo: è la prima donna Presidente del Consiglio
- di: Diego Minuti
Una lunga ricorsa, cominciata quando prese corpo l'idea di fondare un partito con una precisa identità - ''patrioti'' è l'aggettivo che più ricorre nel racconto che, di loro stessi, fanno i Fratelli d'Italia - per cercare di dare, al popolo di destra, un punto di riferimento, un partito attuale, ma che non ha dimenticato le sue radici, orgogliosamente confermate nella fiamma che, a dispetto delle richieste venute da più parti di rimuoverla, campeggia ancora sull'emblema di FdI.
Oggi, con il conferimento dell'incarico di formare il prossimo governo, il primo (per il centrodestra sarà certamente l'unico) della diciannovesima legislatura, Giorgia Meloni ha sconfitto chi, alleato o avversario, non aveva creduto che ci sarebbe riuscita. Ma è solo un passo, il primo, di un percorso che non è certo spianato. Il fatto di volere arrivare subito all'insediamento del governo potrebbe essere inteso come la necessità di mettersi immediatamente a lavorare per aiutare il Paese a uscire dal pantano della crisi. C'è però anche un obiettivo meno operativo ed essenzialmente politico: dimostrare, a tutti, nessuno escluso, di essere all'altezza di un compito che è quasi proibitivo.
Giorgia Meloni è la prima donna Presidente del Consiglio
Forse il disimpegno di qualcuno dei partiti che sostenevano l'esecutivo di Mario Draghi, vista la difficile contingenza, è stato un pessimo servizio per l'Italia. E' anche questo che spinge la presidente di Fratelli d'Italia a non volere perdere troppo tempo: con il mandato in tasca, virtualmente accanto alla lista dei futuri ministri, non è che occorra altro per ufficializzare la nascita del ''Meloni 1'' e mettere in moto una macchina che deve affrontare sfide durissime, nelle quali deve essere il carattere e il prestigio del presidente del Consiglio a essere l'elemento di sintesi, il catalizzatore delle proposte e il loro assemblatore.
Con una premessa grande come una casa: Giorgia Meloni ha fatto capire (a Berlusconi lo ha anche detto, sia per per interposta persona - i giornalisti - in faccia) di non essere ricattabile. Che in parole povere significa che, davanti a pretese insostenibili, farà valere il ruolo ''inter pares'', ma comunque da prima. Oggi, quando è tornata al Quirinale per ricevere l'incarico, forse sperava che le cose andassero avanti speditamente, per come è stato sino ad oggi dall'insediamento delle Camere in avanti, e la lunghezza del colloquio ha fatto pensare che qualcosa avesse inceppato il meccanismo dell'iter del futuro governo. Forse qualcosa c'è stato, conoscendo come Sergio Mattarella interpreta il ruolo di garante della Costituzione e come non dimentichi le sue pregogative.
Di certo, Meloni ha capito che, se il difficile comincia adesso, non è detto che, come recita la legge di Murphy, le cose si possano ulteriormente peggiorare, se qualcosa nell'azione del governo non andrà per il giusto verso, dando fiato alle opposizioni, ma anche a chi - alleato - sembra non avere metabolizzato il ruolo di ''Giorgia''.
Però il presidente di Fratelli d'Italia ha sorpreso un po' tutti, o almeno quelli che non ne conoscevano il carattere. Che è uscito fuori nel momento in cui si è trovata ad affrontare trappole e trabocchetti, ma davanti ai quali ha fatto capire che i punti essenziali il suo programma e alcune caselle dell'organigramma del suo governo non sono trattabili. Cosa questa che ha rischiato di mandare all'aria il progetto perché, quando si è trattato di discutere delle richieste degli alleati, lo scontro è stato aspro e non completamente risolto. Perché se Salvini voleva il Viminale (per motivi di immagine, più che altro, sperando di tornare a cavalcare l'onda emotiva della lotta all'immigrazione clandestina, che gli ha dato tanti dividendi elettorali) e alla fine ha ceduto, non è detto che il suo desiderio frustrato sia stato cancellato dalla memoria; perché se Berlusconi ha intignato sul nome di Licia Renzulli ed è stato respinto niente porta ad escludere che il risentimento torni a manifestarsi, magari su altri argomenti.
Alla fine, però, Giorgia Meloni, che ha fatto valere anche il suo prestigio personale nei confronto degli irrequieti alleati, ha portato a termine il suo progetto che reca in sé molte novità, a cominciare da fatto di essere la prima donna ad essere chiamata al ruolo di presidente del Consiglio. La politica, quindi, torna al centro della vita del Paese, dopo troppi anni in cui essa, per propria incapacità, ha dovuto fare ricorso a personalità esterne, tutte brave e tutte belle, ma che con il popolo elettore non c'entrava nulla. E questa non è solo la vittoria di Giorgia Meloni, è la vittoria di una nazione che ora si aspetta molto da un governo che nasce forte per peso parlamentare, ma che paradossalmente dovrà sapere gestire una condizione assolutamente ideale per riuscire porre solide basi di un esecutivo di legislatura.