Giornata intensa a Palazzo Chigi, con due riunioni chiave per il governo Meloni. Questa mattina, alle 11, il primo vertice è stato dedicato alla giustizia, mentre in serata, alle 19, i riflettori si sposteranno sul tema del caro-bollette, in vista del Consiglio dei ministri previsto per domani. Due dossier centrali per l’agenda dell’esecutivo, che si trova a dover gestire contemporaneamente il braccio di ferro con la magistratura sulla separazione delle carriere e l’urgenza di misure concrete per arginare i rincari energetici.
Caro Bollette e Giustizia, doppio vertice a Palazzo Chigi: Meloni riunisce la maggioranza
Il primo incontro ha visto la partecipazione della premier Giorgia Meloni, dei vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, del ministro della Giustizia Carlo Nordio e dei rappresentanti delle commissioni competenti: Andrea Pagano (presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera), Ciro Maschio (presidente della Commissione Giustizia della Camera) e Giulia Bongiorno (presidente della Commissione Giustizia del Senato).
Al centro della discussione, la riforma della giustizia e, in particolare, il progetto di separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Un tema che ha già scatenato la protesta dell’Associazione Nazionale Magistrati, culminata nello sciopero e nel flash mob sulla scalinata della Cassazione. Il governo punta a tenere la barra dritta e portare avanti il disegno di legge senza rallentamenti, forte di un consenso interno compatto.
Ma le tensioni non mancano. Se da un lato Nordio ha ribadito la necessità di una riforma che garantisca maggiore equilibrio nel sistema giudiziario, dall’altro Fratelli d’Italia e Lega vogliono evitare che il provvedimento si trasformi in un terreno di scontro frontale con la magistratura. L’obiettivo è arrivare a un testo che possa superare l’esame parlamentare senza scossoni, mantenendo però l’impianto voluto dal centrodestra.
Caro-bollette: il governo cerca la quadra
In serata, alle 19, il focus si sposterà sulle misure contro il caro-energia. Al tavolo, oltre alla premier e ai vicepremier, siederanno il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Il vertice servirà a definire i dettagli del decreto che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare domani.
Le preoccupazioni dell’esecutivo sono legate alla necessità di trovare risorse adeguate per contenere i rincari, senza compromettere i conti pubblici. Il governo sta valutando una proroga dei sostegni per famiglie e imprese, con particolare attenzione alle fasce più deboli. Possibile anche un intervento sui costi dell’energia per le attività produttive, con agevolazioni mirate per i settori più esposti ai rincari.
Il decreto potrebbe includere anche nuove misure per incentivare il risparmio energetico e l’autoproduzione, con un focus sulle comunità energetiche e sulle agevolazioni per chi investe in fonti rinnovabili. Ma il nodo centrale resta quello delle coperture: trovare fondi senza sforare i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles è la vera sfida per Giorgetti e il Tesoro.
Un banco di prova per la tenuta del governo
Quella di oggi è una giornata chiave per la maggioranza, chiamata a dimostrare compattezza su due temi politicamente sensibili. Se sulla giustizia il centrodestra sembra determinato a procedere senza cedimenti, sul fronte energetico la partita è più complessa e legata ai margini di manovra economici.
Il vertice di questa sera sarà determinante per sciogliere gli ultimi nodi e arrivare al Consiglio dei ministri di domani con un pacchetto di misure solide. Il governo Meloni si gioca una partita doppia, tra riforme strutturali e risposte immediate alle difficoltà economiche del Paese.