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Mediobanca verso il no: poche ore al cda sull’offerta di Mps

- di: Matteo Borrelli
 
Mediobanca verso il no: poche ore al cda sull’offerta di Mps

Tra poche ore si terrà il Consiglio di amministrazione di Mediobanca, un appuntamento cruciale destinato a delineare il futuro dell’offerta pubblica di scambio (Ops) avanzata da Monte dei Paschi di Siena (Mps). Tutti gli indizi puntano verso un rigetto dell’operazione, considerata inadeguata dal punto di vista finanziario e priva di una strategia industriale chiara.
L'Ops, fortemente sostenuta dal governo e dagli azionisti Delfin e Caltagirone, prevedeva uno scambio azionario che avrebbe dovuto valorizzare Mediobanca 12,19 miliardi di euro. Tuttavia, la capitalizzazione di Mediobanca attualmente si attesta a 13,75 miliardi, lasciando un divario di 1,56 miliardi che alimenta dubbi sulla fattibilità dell'operazione.

Lovaglio difende l’operazione
L’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, ha definito l’Ops una “miglior business combination” e un’operazione “innovativa”, sottolineando che non produrrebbe esuberi e potrebbe creare un “campione nazionale” del settore bancario. In un'intervista rilasciata il 27 gennaio, Lovaglio ha dichiarato: “Questa è un’opportunità per trasformare il sistema bancario italiano, mantenendo due brand di eccellenza e creando valore per tutti gli stakeholder”. Tuttavia, i mercati sembrano scettici. Mps ha registrato ieri un calo del 2%, mentre Mediobanca è riuscita a mantenere i guadagni, evidenziando una divergenza che riflette le preoccupazioni degli investitori.

Gli occhi puntati su Delfin e Caltagirone
Sul tavolo c’è anche una questione più ampia: il controllo delle Assicurazioni Generali. Mediobanca detiene una quota del 13,1% della compagnia triestina, ma Delfin e Caltagirone potrebbero aumentare il loro peso nel capitale del Leone di Trieste per influenzarne le future strategie.

Prossime tappe
Il cda di oggi sarà solo il primo passo in una battaglia che potrebbe durare mesi. Prima dell’estate saranno necessarie le approvazioni della BCE e l’ok degli azionisti di Mps, incluso il Ministero dell’Economia, che detiene una quota significativa nella banca senese. Con il cda di Mediobanca pronto a respingere l’Ops, la partita per il controllo della finanza italiana entra in una fase decisiva, destinata a ridefinire gli equilibri del settore bancario e assicurativo.


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