Medio Oriente: dopo l'attacco iraniano, pressioni su Israele per evitare escalation
- di: Redazione
Dopo che l'attacco messo in atto dall'Iran verso Israele è stato quasi completamente neutralizzato dai sistemi di difesa di Gerusalemme (e dei Paesi che hanno contribuito ad abbattere il 99 per cento di droni e missili da crociera partiti dal territorio iraniano, ma anche dalle zone, al di fuori dei confini israeliani, sotto il controllo militare di milizie sciite), la diplomazie mondiali stanno cercando di evitare che il conflitto registri una escalation su base regionale.
''Né il Medio Oriente é il mondo possono permettersi più guerre'', ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza convocata dopo l’operazione iraniana.
Medio Oriente: dopo l'attacco iraniano, pressioni su Israele
''Il Medio Oriente è sul precipizio. Le popolazioni della regione corrono il rischio reale di un conflitto devastante e diffuso'', ha aggiunto ribadendo la sua condanna dell’attacco iraniano.
Da parte sua il governo teocratico di Teheran, alle Nazioni Unite, ha rivendicato il suo diritto all'autodifesa, affermando di non avere avuto scelta.
"Il Consiglio di Sicurezza ha mancato al suo dovere di mantenere la pace e la sicurezza internazionale" non condannando l'attacco del primo aprile contro il consolato iraniano a Damasco, ha detto l'ambasciatore iraniano al Palazzo di vetro, Amir Saeid Iravani, assicurando che Teheran non vuole un’escalation, ma risponderà a ''qualsiasi minaccia o aggressione''. Da parte sua, l'ambasciatore israeliano all'ONU ha chiesto sanzioni contro l'Iran, sollecitando al Consiglio di sicurezza di agire e di ''imporre tutte le possibili sanzioni contro l'Iran prima che sia troppo tardi''.
Da parte loro gli Stati Uniti, il più importante alleato di Israele, stanno cercando di persuadere Gerusalemme a non reagire all'attacco di sabato.
''Non vogliamo un’escalation. Non vogliamo una guerra prolungata con l'Iran ", ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.
I capi di Stato e di governo del G7 (Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito e Unione Europea), riuniti domenica in videoconferenza, si sono detti ''pronti a prendere misure'' contro l’Iran ''in risposta a nuove iniziative di destabilizzazione''. I Paesi del G7 hanno quindi espresso ''solidarietà e pieno sostegno a Israele e al suo popolo'', riaffermando l'impegno ''per la loro sicurezza".
Israele, da parte sua, dopo il successo della sua difesa contro lo sciame di missile e vettori iraniani, ora dice che si sta preparando "a tutti gli scenari" , sottolineando come abbia potuto contare ''una coalizione difensiva di alleati internazionali" , guidata dagli Stati Uniti con il Regno Unito, la Francia e altri Paesi, per contrastare l'attacco iraniano.