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Veni, vidi, perdidi: Mastella battuto dal centrodestra nel giardino di casa

- di: Redazione
 
Veni, vidi, perdidi: Mastella battuto dal centrodestra nel giardino di casa
Clemente Mastella lo si ama o lo si odia, ma nessuno può negare l'evidenza: che è una delle menti più lucide della politica. Non della politica, ma della sua politica, fatta da un'enorme considerazione di sé stesso, autoreferenziale semmai ce ne uno sullo scenario del Paese.
Mastella è la (sua) politica e se rimane a galla dopo decenni, in cui ha conosciuto la polvere e le stelle, è per delle capacità che nessuno gli può negare, anche se spesso esse sembrano fare a pugni - agli occhi del profano - con la coerenza.

Veni, vidi, perdidi: Mastella battuto dal centrodestra nel giardino di casa

Le elezioni amministrative gli hanno riservato una brutta sorpresa o, se più aggrada, un brusco risveglio rispetto alla sbornia di potere politico di cui gode da tempo.
E' accaduto che a Ceppaloni, luogo ormai mitico, metà Olimpo, metà Ade, che 76 anni fa gli ha dato i natali, il suo candidato sindaco è stato sconfitto da quello del centrodestra. Ora, fosse successo in un'altra cittadina, che magari viene considerata feudo personale di questo o quel politico, la cosa sarebbe passata in seconda fila, dopo le prime giuste considerazioni.
Ma non a Ceppaloni, non nel paese natale di Mastella, che nell'immaginario collettivo viene considerata alla stregua del giardino dell'attuale sindaco di Benevento. Si dirà: Ceppaloni non è Benevento. Sì, forse, ma andate a dirlo a chi ha sempre guardato alla cittadina campana come alla culla della civiltà mastelliana, al luogo da cui il giovine Clemente partì alla volta della conquista del mondo, quello della politica. suo preferito terreno di lotta e - come il tempo gli diede ragione - di governo.

Laurea in Filosofia (con tesi su Gramsci), giornalista professionista (Rai, dove si racconta che fu assunto grazie alla sua militanza nella Dc, cosa peraltro usuale all'epoca), Mastella ha un curriculum impressionante, sia dal punto di vista politico che di incarichi. Ma, come John Wayne che, a cavallo del suo pezzato, dopo avere sgominato indiani o pistoleri, tornava sempre alla sua fattoria, il cuore di Mastella ha sempre battuto per la sua porzione di mappamondo di riferimento, che ha in Benevento (e quindi in Ceppaloni) l'equivalente del meridiano di Greenwich.
Un territorio in cui tutto parla di Mastella perché Mastella è ''tutto'', come testimonia il fatto che dal 2016 regna incontrastato, da sindaco, a Benevento, senza manifestare alcuna intenzione di fare un passo indietro o di lato.

Al di là del fatto che la sua figura nel tempo si sia ''ammorbidita'' (succede a tutti, anche ai semidei...), mentre la sua capigliatura dal punto di vista cromatico è seguita manco fosse l'erede al trono, Mastella è rimasto eguale a sé stesso e non vorremmo essere nei panni di chi egli riterrà responsabile della sconfitta del suo candidato. Qualcuno ne pagherà le conseguenze, non con la testa spiccata dal busto e issata su una picca (come sarebbe accaduto se solo Mastella fosse stato un nobile del Medioevo), ma con ben altro.

Lui, a chi gli ha chiesto come l'abbia presa, ha cerca di smosciare la polemica quando ancora non è esplosa, usando la sua solita arguzia, che spesso si traduce nel ribaltare l'argomento. ''Io - ha detto al Corriere - una cosa non riuscirò mai a capirla: se Boschi perde nella sua città nessuno dice niente; se a Brescia perde Meloni nessuno dice niente; se invece perde Mastella a Ceppaloni tutti a chiedersi perché. Solo con me prevale l’elemento mediatico, eppure non risiedo manco più lì''.
Ma va là...Non ci crede nessuno e la chiusa alla sua breve intervista è un capolavoro dialettico, mischiando autoassoluzione, apparente modestia, ma prontezza a fare scattare il pungiglione, lui che non ha come segno zodiacale lo scorpione: ''I cani giocavano sui corpi dei leoni immaginando di aver vinto. Ma i cani restano cani e i leoni sono sempre pronti a ruggire''. A buon intenditore...
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