Mare, il 60% degli italiani ritiene che il Mediterraneo sia a rischio

- di: Barbara Leone
 

Lo stato di salute del mare preoccupa gli italiani, e molto. E’ quanto emerge dal sondaggio realizzato da SWG per la Fondazione Marevivo, allo scopo di registrare la percezione che i cittadini hanno delle condizioni in cui versa il mare. L’indagine evidenzia che per il 52% degli italiani, il mare è innanzitutto un luogo da tutelare e il 42% lo riconosce come un elemento chiave della vita sulla Terra. Il 60% degli intervistati ritiene che sia una realtà fortemente a rischio che vada difesa con la massima urgenza e chiede a politica e impresa di intervenire in modo più incisivo. Ma se a generare apprensione negli italiani sono le condizioni generali in cui versa tutto il mare, è il Mediterraneo ad allarmare di più: il 52% si rende conto che è uno dei mari più inquinati dalla plastica, dato purtroppo destinato a triplicare da qui ai prossimi 15 anni se non cambia il modo in cui si produce e si smaltisce. Ogni giorno, infatti, vi finiscono 730 tonnellate di rifiuti di plastica e il 95-100% del totale dei rifiuti galleggianti è costituito da questo pericoloso materiale, che va a depositarsi sui fondali per oltre il 50%.

Mare, il 60% degli italiani ritiene che il Mediterraneo sia a rischio

Mediterraneo che è anche il più sfruttato al mondo a livello ittico: l’85% degli intervistati esprime preoccupazione per l’eccessivo sfruttamento della pesca e la riduzione delle risorse ittiche (lo scorso 6 luglio, ben sei mesi prima della fine dell’anno, è già stato esaurito lo stock ittico del 2024) e un mare depredato risente ancor di più dei danni causati dalle attività antropiche sul suo equilibrio. Se da un lato il mare viene visto come luogo di vacanze e periodi felici legati all’infanzia, al contempo è percepito dagli intervistati come una realtà vulnerabile, che ha bisogno di azioni forti di tutela e protezione da parte della politica e delle imprese. Tra le iniziative a tutela del mare che gli italiani vorrebbero vedere attuate vi sono: l'eliminazione delle plastiche galleggianti (46%), una riduzione degli imballaggi di plastica (38%), e l’aumento delle pratiche di riciclo e riduzione dei rifiuti (36%), dati che evidenziano la consapevolezza degli italiani sugli effetti dell’eccessivo utilizzo di plastica e sulle conseguenze della cattiva gestione dei rifiuti sull’inquinamento delle acque.

 In sostanza, sono sempre più numerosi i cittadini che vorrebbero un impegno maggiore da parte delle istituzioni e delle aziende nel salvaguardare l’ecosistema marino. Al netto delle associazioni ambientaliste, il cui impegno per la protezione del mare viene giudicato positivamente dal 72%, per il 58% degli intervistati il nostro governo non si sta impegnando a sufficienza, così come l’Unione Europea che per il 52% potrebbe fare di più e le imprese che non intervengono in modo incisivo per il 66% degli italiani. Marevivo, con il supporto di questo sondaggio condotto da SWG, rilancia con forza la richiesta dei decreti attuativi della Legge Salvamare, in attesa da oltre due anni, l’applicazione della Direttiva UE SUP, che prevedono entrambe misure concrete per contrastare l’inquinamento e salvaguardare la nostra salute.

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