Arriva Mia, il Manifesto italiano per gli animali

- di: Barbara Leone
 
Rendere chiari e condividere gli intenti e gli obiettivi di chi ama la vita con gli animali e li rispetta, siano essi in natura che nelle proprie case. E’ questo l’obiettivo di Mia, il Manifesto italiano per gli animali nato dall’unione di associazioni del settore e amanti degli animali. Un ideale, un insieme di capisaldi attorno a cui costruire, rafforzare e migliorare non solo il rapporto tra esseri umani ed animali, ma il benessere di quest’ultimi. Fiduciosi che il nostro Paese possa essere baluardo di una presa di coscienza e di posizione nella tutela degli animali da compagnia e non, gli aderenti al Manifesto, firmato come “Movimento nazionale animali”, si impegneranno per garantire il benessere animale, la tutela e conservazione in situ ed ex, così coma la promozione del commercio sostenibile e dell’interazione uomo-animali. Il tutto senza alcuna bandiera politica, perché il Movimento mette al primo posto la vita e la protezione degli animali. Firmando ed aderendo al Manifesto (ed ai valori da esso promossi) cittadini, appassionati, amanti degli animali, lavoratori, associazioni e figure del settore si impegnano a portarne avanti lo spirito, le proposte e le iniziative, mantenendo al contempo la propria identità e la propria linea di pensiero. Oltre ogni preconcetto e pregiudizio, e contro ogni tipo di disinformazione, Mia ha come fine ultimo l’affermarsi di una visione del legame uomo-animale in cui scienza e consapevolezza vanno a braccetto con un amore puro ed equilibrato per la vita, la natura e gli animali.

Arriva Mia, il Manifesto italiano per gli animali

“Credo che il Manifesto racchiuda in sé tutto quello che vorrei per il mio allevamento e per i miei animali. Il benessere di quest’ultimi deve essere sempre al centro: è per questo che il supporto alle famiglie che decidono di accoglierli nelle loro case non deve terminare dopo la loro cessione. L’attuale mancanza di punti di riferimento e di chiarezza per quanto riguarda le leggi nel nostro paese non è un problema soltanto per noi allevatori, ma un pericolo per gli animali stessi” spiega Silvia Brancato, allevatrice di mammiferi esotici.

“Il Manifesto - afferma il dott. Emiliano Mori, zoologo e ricercatore - mette in luce una serie di questioni che chiunque fa ricerca dovrebbe ben conoscere. La conservazione ex situ ha sicuramente protetto e salvato una quantità rilevante di specie dall’estinzione”. “Il Manifesto italiano per animali è un punto di sintesi importante che aggrega appassionati, operatori del settore commerciali, scientifici ed amatoriali. L’amore per gli animali in tutte le sue sfaccettature va salvaguardato - sottolinea Ivano Gualerzi, presidente della Società ornitologica reggiana Sor -. Il mondo ornitologico del nostro paese, con oltre 20.000 appassionati, semplici cittadini, famiglie, giovani e anziani, ha sempre operato dentro al perimetro dell’ideale di ‘allevare per proteggere’. E proprio gli animali vanno protetti con regole chiare, e non con divieti”. “Crediamo nel nostro lavoro, nella nostra ricerca e nella nostra passione di nutrizionisti animali come strumento indispensabile per la più performante operatività zoologico-pratica, attività regina per il benessere animale e indispensabile contributo per la conservazione. Per questo motivo sosteniamo e firmiamo il Manifesto italiano per gli animali”, dichiara Gian Giacomo Fanelli di Lemarche srl, Animal nutrition since 2012. “Trovo che il Manifesto italiano per gli animali sia una necessità ed una risposta importante a molte delle questioni relative alla tutela degli animali nel nostro paese. La volontà è quella di dichiarare le priorità di chi condivide la vita con gli animali, qualunque essi siano. Coinvolgendo anche chi allevando ha creato un'attività, stiamo cercando di mostrare che non tutti i commercianti sono aguzzini disinteressati al benessere animale - precisa Emanuele Scanarini, presidente di Italian Gekko Association -. La nostra è, più che una presa di posizione una presa di coscienza. Vogliamo evidenziare ciò che noi come collettivo abbiamo il potere di fare, sia in termini di benessere animale, ma anche di tutela degli stessi”.

Questi gli obiettivi e le richieste del Movimento: Innanzitutto ricondurre le norme nazionali attuative (d. lgs. 135/2022) entro il preciso perimetro del Regolamento UE 429/2016. Il Regolamento UE 429/2016 detta regole per la prevenzione e il controllo delle malattie degli animali che sono trasmissibili agli animali o all’uomo (art. 1, paragrafo primo). L’attuazione del Regolamento è stata dilatata ben al di là di questo perentorio presupposto, includendo ambiti regolamentati da altre normative (D. Lgs. 230/2017 sulle specie invasive e la tutela della biodiversità) o addirittura del tutto estranei all’argomento delle zoonosi oggetto del predetto Regolamento UE (Sotto questo profilo è bene considerare che le specie potenzialmente pericolose per l’incolumità pubblica non sono di per sé portatrici di malattie). L’obiettivo è quello di riportare la normativa nazionale nei limiti del perimetro tracciato dal legislatore UE, senza incursioni in ambiti ed oggetti estranei, neppure contemplati dalla delega parlamentare a favore del Governo. Secondo obiettivo: evitare una lista negativa troppo restrittiva ed il correlato effetto degli abbandoni. Una lista di specie “pericolose” troppo dilatata, non solo non è utile a centrare gli obiettivi indicati dal legislatore UE, ma è in grado di porre migliaia di amatori nazionali in gravi difficoltà: la legge nazionale infatti non ha neppure previsto un regime transitorio. Da un giorno all’altro sarà come trovarsi in casa specie normativamente equiparate a tigri o cobra, si dovrà ricorrere alle Prefetture per i controlli e non si potrà né cederle né farle riprodurre. Un simile regime, purtroppo, non potrà che alimentare il rischio di abbandono in natura di questi animali con tutto ciò che conseguirebbe in termini di morte certa per quelli non adattabili alle nostre condizioni climatiche e/o di introduzione di specie alloctone potenzialmente dannose per la fauna locale per le specie adattabili; in passato questo è già avvenuto con le tartarughe dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans). Anziché introdurre disposizioni draconiane ed ingiustamente afflittive, si chiede pertanto di mantenere in vita il regime già vigente (art. 6 L. 150/1992). Ed ancora: incentivazione della riproduzione ex situ, per la salvaguardia delle specie minacciate. In riferimento a tale tipologia di animali, l’allevamento amatoriale in genere, si situa in un più ampio movimento volto a studiare e riprodurre ex situ specie minacciate (non prelevate dall’ambiente naturale) con il coinvolgimento di strutture zoologiche ed istituzionali.

Per il suo tramite è possibile pervenire alla conoscenza di aspetti comportamentali e riproduttivi altrimenti difficilmente documentabili e di indubbia utilità per la tutela delle popolazioni in stato di libertà. Un allevamento svolto secondo le migliori tecniche, è inoltre utile a scongiurare tentativi di prelievo in ambiente naturale. Un altro obiettivo del Manifesto è costituito poi dalla diffusione di tecniche consapevoli di allevamento e detenzione. Con la collaborazione tra allevatori esperti, veterinari, etologi e altre figure professionali, aspiriamo a lavorare per il miglioramento delle condizioni di allevamento in direzione consona alla garanzia del benessere animale, facendo in modo che anche i molti che amano semplicemente condividere la propria vita con uno o più animali senza velleità di riproduzione, possano continuare a farlo nel migliore dei modi possibile. Divulgare queste tecniche fino a farle diventare di uso comune per qualsiasi persona abbia nella sua vita un animale, sia esso indirizzato all’esclusiva compagnia o all’allevamento. Attraverso lo svolgimento di attività formative, aspiriamo a rendere le tecniche di allevamento e riproduzione più valide facilmente fruibili anche e soprattutto in funzione di portare avanti progetti di conservazione e ripopolamento. Ed ancora: il riconoscimento dell’importanza del rapporto uomo-animale, sia come quotidianità di mutuo affetto, sia nella declinazione “pet therapy”. Il riconoscimento terapeutico del rapporto uomo-animale, è vitale anche quando il “pet” non è strettamente domestico ovvero “tipico”; nel resto del mondo, avicoli da cortile, pappagali, piccoli mammiferi, alcuni rettili, sono abitualmente coinvolti in progetti di “pet therapy” e sarebbe auspicabile che, anche l’Italia, si adeguasse a questa condizione. E’ importante poter sensibilizzare soprattutto i più giovani, che rappresentano non solo il nostro futuro ma anche quello del nostro pianeta e di tutto ciò che lo popola, al rispetto della natura e degli animali, sia nel loro habitat naturale che all’interno delle nostre case. Infine, la conformazione della legge nazionale a quella dell’UE, che introduce un regime più favorevole per gli animali da compagnia.

Il Regolamento 429/2016, lungi dal vietare in qualsiasi modo l’allevamento di animali da compagnia, introduce al contrario un regime di maggior favore per questi ultimi; l’articolo 24 dei “considerando” recita espressamente: “Gli esseri umani spesso detengono determinate specie animali nelle loro abitazioni a fini di compagnia. Tali animali da compagnia, detenuti per scopi meramente privati, compresi gli animali acquatici ornamentali detenuti in abitazioni private e in acquari ornamentali non commerciali, sia all’interno che all’esterno, generalmente presentano un rischio sanitario minore rispetto ad altre modalità di detenzione o di movimento di animali su più vasta scala, come quelle comuni nell’agricoltura, nell’acquacoltura, nei rifugi per animali e nel trasporto di animali più in generale. Non è quindi opportuno che le prescrizioni generali riguardanti la registrazione, la conservazione della documentazione e i movimenti nell’Unione si applichino a tali animali da compagnia, giacché ciò costituirebbe un onere amministrativo e un costo ingiustificati. Le prescrizioni riguardanti la registrazione e la conservazione della documentazione, non dovrebbero quindi applicarsi ai detentori di animali da compagnia. Inoltre, è opportuno applicare norme specifiche per i movimenti a carattere non commerciale degli animali da compagnia nell’Unione”. Si chiede in definitiva che la legislazione Italiana, anziché applicare proprio agli animali da compagnia un regime ingiustamente più restrittivo e penalizzante del quale sono incomprensibili le ragioni pratiche ma sicure le ripercussioni negative sia sulle persone che sugli animali stessi, si adegui al dettato sovranazionale Regolamento UE 429/2016, senza allargare il proprio ambito a materie dallo stesso non contemplate.

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