Stefano Lucchini: "Ripartire dalla crisi, a cominciare dalla scuola"
- di: Redazione
La crisi che, con l'esplodere della pandemia, ha coinvolto tutto il Pianeta viene affrontata dai singoli Paesi, dai singoli governi sulla base di idee-guida che tengono conto anche di motivazioni ideologiche. Ma questa crisi, che da oltre un anno condizioni l'oggi, ha per sua stessa natura un respiro di lungo periodo che vedrà coinvolte le prossime generazioni che domani si chiederanno se le nostre scelte siano state le migliori per garantire loro condizioni di vita migliori.
Di ricette che valgano per tutti se ne sente parlare sin da quando il mondo ha compreso l'ampiezza che avrebbe preso la pandemia, investendo tutti gli aspetti della quotidianità. E' per questo interessante soffermarsi sul pensiero di uno dei ''guru'' della comunicazione italiana, Stefano Lucchini (nella foto) che, da Chief Institutional Affairs and External Communication Officer Intesa Sanpaolo, è da tempo nelle migliori condizioni per osservare, valutare, suggerire, chiedere.
Lucchini, in virtù della sua lunga e consolidata esperienza, è stato uno degli oratori invitati al Meeting dell'Amicizia fra i Popoli, tenutosi come da tradizione a Rimini, per parlare su un tema che ''maneggia'' quotidianamente, ''Capitale Umano e sviluppo sostenibile''.
"Le tre grandi emergenze che viviamo oggi, sanitaria, economica e sociale, dovrebbero portarci a riprendere un vecchio concetto, la pianificazione economico-sociale" - ha detto Stefano Lucchini, nel corso del suo apprezzato intervento - il tempo è una variabile ormai fondamentale, lo diceva anche Keynes che prevedeva a 100 anni e ora siamo vicini. Come ha affermato il Papa, non dobbiamo sprecare questa crisi e penso che un modo per non sprecarla sarebbe tornare alla pianificazione economica e sociale, comprendendo e prevedendo quella che è e sarà l’assetto demografico".
Nel suo intervento Lucchini ha anche toccato un tema a lui, notoriamente, molto caro, quello del rapporto con i giovani, in cui l'istruzione non è solo una base su cui costruire il destino dei singoli, ma anche lo strumento che lo Stato ha scelto per continuare nella sua missione di servizio nei confronti del popolo. Quella scuola che merita maggiore attenzione perché, nel tempo, ha perso in parte la sua spinta propulsiva nei confronti della società.
"La scuola" - ha detto Lucchini, raccogliendo il consenso dei moltissimi ragazzi che lo ascoltavano - "deve essere ripresa e rilanciata per diventare l’ascensore sociale che oggi invece manca. Vorrei quindi rivolgermi ai giovani qui presenti in questo auditorium intestato a Intesa Sanpaolo per incoraggiarli a coltivare l’innovazione, la sostenibilità, ma soprattutto il loro talento''.
Ma Lucchini - che fa parte del Supervisory board della Scuola politica Vivere nella Comunità - non si è limitato ad analizzare e suggerire, ma ha anche ''chiesto''. Come quando si è rivolto alla classe politica italiana.
''Oggi" - ha sottolineato - "abbiamo una compagine di governo ben delineata e questo è molto importante. Il mio quindi è un appello alla politica. Come Intesa Sanpaolo collaboriamo con la scuola a tutti i livelli e con 60 università in Italia e alcune all’estero, come Oxford e Cambridge, e sosteniamo con la finanza di impatto gli studenti e gli sportivi".
Nella sua esposizione, Lucchini ha parlato di progetti, rimarcando, in buona sostanza, come non ci si possa limitare a promesse ed enunciazioni di principio, ma occorra impegnarsi concretamente, con iniziative che facciano vedere da subito la loro efficacia. Come il progetto "Giovani e Lavoro" di Intesa Sanpaolo, nato quattro anni fa e grazie al quale vengono formati giovani che sono disoccupati, ma ai quali viene immediatamente data una opportunità, formandoli per consentire loro l'ingresso nel mondo del lavoro in settori - commercio, informatica, ristorazione - capaci di assorbili a conclusione di uno specifico percorso di apprendimento.
Se l'impegno di Intesa Sanpaolo nel periodo più acuto della crisi pandemica si è tradotto in donazioni per 120 milioni di euro alla Sanità italiana, con la realizzazione di 36 reparti Covid, Lucchini ha rivendicato all'istituto il primato nella "sostenibilità sociale", per "ridare dignità e nobiltà alle professioni tecniche". "Il futuro è di chi lo sa immaginare", ha concluso Lucchini, citando Enrico Mattei per incoraggiare i giovani del Meeting a "non aver paura, a concentrarsi sulla propria formazione, sull’etica e a scoprire il proprio talento".