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Libia, il governo di Bengasi respinge la missione Ue: “Non siete graditi”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Libia, il governo di Bengasi respinge la missione Ue: “Non siete graditi”

Il governo parallelo di Bengasi ha dichiarato ufficialmente “non gradita” la delegazione dell’Unione Europea in visita a Tripoli per affrontare il dossier migranti. Una presa di posizione netta, che ha costretto la missione a interrompere sul nascere ogni tentativo di dialogo con l’area orientale del Paese. L’iniziativa, organizzata congiuntamente da Bruxelles e dai governi di Italia, Grecia e Malta, si proponeva di creare un coordinamento operativo per la gestione dei flussi migratori e il rafforzamento della sorveglianza marittima, ma è stata bloccata ancor prima di iniziare.

Libia, il governo di Bengasi respinge la missione Ue: “Non siete graditi”

Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, insieme all’omologa austriaca Gerhard Brunner, faceva parte della delegazione coinvolta. Fonti europee hanno confermato che né Piantedosi né Brunner né gli altri rappresentanti hanno potuto incontrare interlocutori ufficiali del governo di Bengasi. “Abbiamo preso atto della chiusura e ne informeremo il Consiglio Affari Interni”, ha dichiarato Piantedosi, rientrato a Roma con un giorno di anticipo. Il commissario Ue alle Migrazioni, presente nella stessa delegazione, ha definito l’episodio “un grave ostacolo alla cooperazione necessaria nel Mediterraneo”.

Due Libie, una sola emergenza

Il caso mette nuovamente in evidenza la frammentazione politica libica. Il governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, è solo una delle entità che esercitano potere sul territorio. La parte orientale, sotto l’influenza del generale Khalifa Haftar, ha consolidato negli ultimi anni una propria rete diplomatica e militare, indipendente da Tripoli. La decisione di respingere la delegazione europea non è stata accompagnata da motivazioni ufficiali dettagliate, ma secondo fonti diplomatiche si tratterebbe di una forma di protesta contro l'esclusione di Bengasi dai principali accordi migratori e dagli stanziamenti europei.

Un segnale preoccupante per Bruxelles

A Bruxelles si legge l’episodio come un campanello d’allarme. Il blocco della missione rappresenta una sconfitta politica per l’Unione Europea, che da mesi cerca di coinvolgere tutti gli attori libici nella costruzione di una rete di controllo integrato del Mediterraneo centrale. La strategia comunitaria, basata su partenariati multilaterali, si scontra ora con la realtà di una Libia divisa e ostile. Le autorità dell’est non solo hanno rifiutato la missione, ma hanno inviato una nota verbale in cui definiscono alcuni membri della delegazione come “indesiderabili”, complicando ogni futura apertura.

Il peso del fattore migratorio
La questione migratoria resta al centro della politica estera europea. Le nuove rotte che partono dalle coste libiche orientali sono cresciute del 40% negli ultimi sei mesi, secondo l’ultimo rapporto di Frontex. Senza un accordo con Bengasi, l’Ue rischia di perdere il controllo su uno snodo critico. Il ministero degli Esteri italiano ha sottolineato la necessità di “non abbandonare il dialogo”, ma i margini per un nuovo approccio appaiono oggi molto ridotti. La sfida si sposta ora sui tavoli diplomatici multilaterali, con il rischio che la Libia torni a essere un campo di tensione irrisolto nel cuore del Mediterraneo.

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