Libertà economica: in testa Bolzano, Vicenza e Cuneo, ultima Napoli
- di: Redazione
Bolzano, Vicenza, Cuneo, Treviso e Gorizia sono le città economicamente più libere, mentre il punteggio più basso è di Napoli, Catania, Isernia, Agrigento e Reggio Calabria.
Emerge dall’Indice della libertà economica delle città italiane, che indaga 107 tra capoluoghi di provincia e città metropolitane, realizzato dall’Istituto Bruno Leoni con il supporto di Confcommercio Genova.
“La libertà economica è un fattore fondamentale nello sviluppo dei paesi e dei territori - affermano gli autori dell’indagine, Paolo Belardinelli, Ettore Matsaganis e Carlo Stagnaro - L’Indice della libertà economica si basa su quattro grandi aree: la macchina comunale (spesa, debito, occupazione), la vitalità economica (Pil pro capite, numero di imprese e lavoro), la tassazione e la performance della giustizia civile. L’idea di fondo è che anche a livello locale gli amministratori possono incidere sull’attrattività di un territorio, contribuendo a renderlo più dinamico e favorevole allo sviluppo”.
L’indagine rileva che in Italia sono possibili una pluralità di metodi amministrativi. Questi hanno a che fare anzitutto con la raccolta delle imposte ma anche col modo in cui vengono impiegate; con la proporzione tra spese correnti e spese in conto capitale nei bilanci dei comuni; con la qualità e quantità dei servizi pubblici. La realtà è che, in senso profondo, una città è anzitutto un mercato del lavoro.
“Certo – spiegano gli autori - una città è anche molto di più e le persone dalla città in cui vivono chiedono ben altri e più ampi servizi. Tuttavia, sono le opportunità professionali che le portano a stabilire il luogo in cui vivere ed è da questo che deriva la domanda di servizi ulteriori. Quindi anche il miglioramento di questi altri servizi non può che derivare dall’aumento del dinamismo economico, dell’attrattività e della vitalità imprenditoriale di una città”
Per la cronaca, nella graduatoria Milano è al 21° posto (indice 70,6 rispetto allaprima in graduatoria, Balzano. Segue Firenze al 46° posto (indice 59,5), quidi Bologna in 48esima posizione, Roma in 94esima (indice 27,7),Bari in 97esima (25,7). Come detto, chiude Napoli con indice di zero.
L’indagine in sintesi
• La libertà economica esprime la facoltà di individui e imprese di investire, crescere e innovare. La libertà economica dipende essenzialmente dall’assenza di vincoli all’attività imprenditoriale;
• I vincoli possono avere varia natura e possono dipendere dall’eccesso di tassazione e di regolamentazione, ma anche dall’inefficienza del settore pubblico nelle sue funzioni chiave, quali la protezione dei diritti e della sicurezza di individui e imprese. Per questa ragione, un sistema giudiziario efficiente è una condizione essenziale della libertà economica;
• A livello internazionale sono stati sviluppati numerosi indici per misurare il grado di libertà economica nei diversi paesi;
• Studiare la libertà economica a livello locale significa concentrarsi sugli aspetti che sono riconducibili direttamente ai livelli di governo locale e che possono determinare la maggiore o minore attrattività di un territorio;
• L’Indice della libertà economica delle città italiane si compone di quattro aree: la macchina municipale (che tiene conto dell’organizzazione del settore pubblico, con particolare riferimento alla spesa e al debito pubblico), la vitalità economica (che guarda al mondo dell’impresa e del lavoro), la tassazione (relativa al gettito dei tributi locali) e alla giustizia (con particolare riferimento ai tempi di risoluzione delle controversie in ambito civile);
• L’indice è costruito in termini relativi: la città che ha la migliore performance complessiv ottiene un punteggio fissato convenzionalmente pari a 100, mentre la peggiore ottiene un punteggio pari a zero