Anche i liberali europei contro il progetto italiano di rete unica

- di: Diego Minuti
 
Dopo l'interrogazione dell'europarlamentare olandese Antonius Manders del PPE, ad andare giù in modo molto pesante sull'ipotesi di rete unica in Italia è stata la parlamentare europea liberale Stéphanie Yon-Courtin, francese, che in una interrogazione, più che chiarimenti sull'operazione, lancia inquietanti allusioni su come l'Italia intende utilizzare i fondi comunitari. Di fatto chiedendo che si alzi l'asticella dei controlli di Bruxelles sull'uso finale dei miliardi promessi a nostro Paese.

L'interrogativo che pone Yon-Courtin, citando l'operazione che dovrebbe avere come conseguenza la fusione degli assetti di Tim (attraverso Fibercop) e Open Fiber, è sulla possibilità che l’Italia possa incanalare su questo progetto di rete unica parte del finanziamento del Recovery Fund. Insomma, la cosa su cui vengono chiesti chiarimenti è se il fondo si possa tradurre in un finanziamento per la distribuzione della fibra e comunque in contrasto con la normativa a sostegno della libera concorrenza.

Quindi su questo, nella sua interrogazione, la parlamentare liberale chiede a Bruxelles di sapere se assicurerà un “rigoroso controllo” sull’utilizzo dei fondi del piano, sollecitando contestualmente la messa in atto di tutte le azioni necessarie ad impedire che i mercati delle telecomunicazioni tornino in regime di monopolio.
Quella di Stéphanie Yon-Courtin è ormai la terza interrogazione sul tema del progetto di accorpamento sulla rete unica, dopo le due presentate da eurodeputati dei Conservatori (ECR) e dei Popolari (PPE).

Il Recovery Fund, scrive la francese Stéphanie Yon-Courtin, citando l’operazione di fusione degli asset di Tim (attraverso Fibercop) e Open Fiber, "non dovrebbe rafforzare la posizione degli operatori delle tlc dominanti nel mercato unico". Contro tale ipotesi l'europarlamentare liberale auspica che l’antitrust Ue garantisca che le risorse non siano un grimaldello per alterare le regole della concorrenza.

È proprio la tutela della corretta concorrenza che preoccupa Yon-Courtin che, premettendo che i finanziamenti europei "dovrebbero essere investiti per promuovere la connettività 5G e Gigabit in tutta Europa", afferma che è fondamentale fare rispettarne le regole.
Perché, dice molto chiaramente l'europarlamentare liberare, gli Stati membri potrebbero cadere nella tentazione di destinare risorse a "società di proprietà statale o sostenute dallo Stato che erano in difficoltà anche prima della crisi Covid-19".
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