Parchi Rifiuti Free, il nuovo report di Legambiente

- di: Barbara Leone
 
L’impatto delle attività umane sta modificando gli ecosistemi con conseguenze gravi per la salute dell’ambiente e delle specie che lo abitano. La stretta connessione tra mutamento climatico e perdita di biodiversità è ormai nota e necessita di essere affrontata attraverso la mobilitazione di tutti impegnando risorse finanziarie adeguate e strategie condivise. A dirlo è Legambiente nel sottolineare che la decarbonizzazione dell’economia e il rafforzamento del capitale naturale sono fondamentali per garantire il benessere del Pianeta e di tutti i suoi abitanti e rappresentano la chiave dell’approccio One Health che considera la salute umana strettamente legata alla vitalità e alla resilienza dei sistemi naturali. Puntando sull’economia circolare e sulla gestione virtuosa dei rifiuti si contribuisce agli obiettivi su clima e biodiversità al 2030.

Parchi Rifiuti Free, il nuovo report di Legambiente

Una responsabilità, evidenzia Legambiente, che chiama direttamente in causa il ruolo delle aree protette che per realizzare la transizione ecologica e proteggere la biodiversità, oltre a mantenere efficienti gli ecosistemi e tutelare le specie a rischio, non devono perdere la sfida di accompagnare i territori e le comunità locali verso scelte green e politiche di sviluppo innovative basate sulla qualità ambientale. I dati elaborati nel report di Legambiente dedicato a “Parchi Rifiuti Free” edizione 2024 fotografano una situazione in forte ritardo rispetto alla gestione dei rifiuti nei comuni all’interno dei parchi. Un dato fra tutti: la media della raccolta differenziata dei 498 comuni presenti nei 24 Parchi nazionali è del 59,62%, ben lontana dal 65%, previsto dagli obiettivi di legge.

Le esperienze virtuose costituiscono una netta minoranza.  Gli effetti collaterali sono inevitabili: una produzione eccessiva di rifiuti in generale e di plastica usa e getta in particolare, o un servizio di raccolta differenziata inadeguata possono diventare un fattore di perdità di biodiversità e un rischio per la fauna selvatica oltre a impattare sul turismo, condizionando in negativo il giudizio di chi visita questi luoghi per immergersi in una esperieza green. I Parchi nazionali possono fornire un contributo fondamentale per accelerare la raccolta differenziata nei loro Comuni e svolgere una funzione di orientamento per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’utilizzo degli imballaggi di plastica e usa e getta che incidono di più sulla produzione di rifiuti e sull’aumento dei rischi di abbandono negli ambienti naturali.

Queste le proposte di Legambiente: ogni area protetta deve realizzare una strategia territoriale rifiuti free integrata nella promozione delle attività turistiche; le aree protette devono condizionare i finanziamenti agli eventi territoriali che garantiscano iniziative plastic free e senza l’utilizzo di prodotti usa e getta; il Parco deve riconoscere il logo e promuovere solo le strutture ricettive e turistiche che raggiungono l’obiettivo rifiuti free e plastic free e non utilizzano prodotti usa e getta; i Comuni dei Parchi devono adottare sistemi di raccolta che riducono gli impatti sulla biodiversità e la gestione della fauna selvatica; le aree protette devono sostenere i maggiori costi che derivano dall’utilizzo di specifici sistemi di raccolta per tutelare la fauna selvatica (es. cassonetti antintrusione) e da modalità di raccolta puntuali (es. orari di raccolta pianificati per contesti territoriali e attività specifiche); i Parchi devono combattere l’abbandono dei rifiuti e pianificare la bonifica delle discariche nei loro territori; il MASE deve rimodulare le risorse assegnate e non spese dai Parchi nazionali per rendere più efficace la raccolta differenziata nei Comuni.
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