(Foto: a destra Daniela Fumarola, Segretario Generale Cisl, e a sinistra Luigi Sbarra, il suo predecessore)
La Camera ha approvato il disegno di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale con 163 voti favorevoli, 40 contrari e 57 astensioni. Il provvedimento, sostenuto dalla CISL e da Noi Moderati, passa ora al Senato per l’approvazione definitiva. Ma l’iter parlamentare ha lasciato dietro di sé una profonda spaccatura tra i sindacati: se la CISL esulta, il PD, il M5S e AVS denunciano il rischio di legittimare “sindacati pirata”, capaci di aggirare le tutele contrattuali.
Scontro sulla rappresentanza
Uno dei punti più contestati riguarda il ruolo delle organizzazioni sindacali. La deputata del PD Maria Cecilia Guerra ha commentato in Aula: “L’Aula ha rimosso un elemento del tutto estraneo a questa legge, che avrebbe rappresentato una grave regressione in tema di rappresentanza dei lavoratori”.
Il riferimento è alla norma che, secondo le opposizioni, avrebbe permesso l’ingresso di sindacati con scarsa rappresentatività, in grado di proporre contratti peggiorativi per i lavoratori. “Siamo favorevoli a discutere criteri chiari per definire la rappresentatività, ma questo deve avvenire in modo organico, non con interventi estemporanei”.
La posizione della CISL e il sostegno politico
La CISL, invece, difende il provvedimento. La segretaria generale Daniela Fumarola ha dichiarato: “Si dà finalmente attuazione all’articolo 46 della Costituzione, colmando un vuoto normativo che esiste da decenni”.
Anche Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, ha elogiato il via libera della Camera: “Superiamo la vecchia narrazione che contrappone lavoratori e imprenditori e affermiamo il principio della collaborazione”.
Il nodo del Senato e il rischio frammentazione
Il presidente del CNEL, Renato Brunetta, ha evidenziato l’importanza del testo: “Si chiude il modello della distribuzione del reddito basato sul controllo esogeno della produttività e si apre la possibilità di un nuovo sistema partecipativo”.
Ma il dibattito è tutt’altro che chiuso. Con il passaggio al Senato, la spaccatura tra i sindacati potrebbe acuirsi ulteriormente. Se da un lato la CISL preme per un’approvazione rapida, CGIL e UIL non nascondono le loro perplessità, temendo che la nuova legge possa frammentare la rappresentanza e aprire a soggetti sindacali meno tutelanti.
Nei prossimi giorni il confronto si sposterà al Senato, dove si giocherà l’ultimo atto di una riforma che sta già dividendo il mondo del lavoro.