Arriva lo ius scholae: darà la cittadinanza dopo 5 anni di scuola in Italia

- di: Redazione
 
Non è ius soli, e non è nemmeno quello che viene riconosciuto oggi a chi, giunto bambino in Italia, abbia compiuto 18 anni e faccia richiesta di avere la nostra cittadinanza. Ma quella che ora viene proposto, per sanare ciò che per molti è un controsenso e una negazione di diritti acquisiti, è una soluzione che vincola il riconoscimento della cittadinanza italiana a coloro che possano dimostrare d'avere compiuto nel Paese un percorso scolastico di cinque anni, con la presunzione che aver frequentato la scuola in in Italia li abbia aiutati nel processo d' inserimento nella nostra società.

Cittadinanza italiana dopo 5 anni di scuola: arriva lo Ius scholae

Cos'è lo "ius scholae"?

Questo argomento, definito ''ius scholae'' (o anche ''ius culturae''), ovvero diritto legato ad un processo di istruzione e apprendimento, sarebbe dovuto arrivare ieri in commissione Affari costituzionali, ma le vicende ucraine hanno rivoluzionato l'agenda del Parlamento. Se ne riparlerà, ma già, per quel che se ne sa, Lega e Fratelli d'Italia sono pronti ad opporsi a tutti i costi a quello che ai loro occhi è un semplice escamotage per aprire i confini nazionali a tutti, abbassando la soglie di difficoltà dell'iter per ottenere la cittadinanza.

Una legge del 1992 (la 91) lega la cittadinanza allo ius sanguinis, ovvero al fatto che almeno uno dei genitori sia italiano. Una legge che, mettendo tutti d'accordo, ora sembra abbia la necessità di correttivi per il semplice motivo che la composizione della nostra società è profondamente mutata negli ultimi trent'anni, come dimostra, ma è solo un esempio, la composizione di molte rappresentanze del movimento sportivo italiano, dove molti ormai sono giovani d'origini totalmente straniere (ovvero, con entrambi i genitori non italiani).

Dello ius scholae si tornerà a discutere la prossima settimana, ma il clima che il relatore, il grillino Giuseppe Brescia, rischia di trovare potrebbe essere incandescente, con l'opposizione (FdI) e una componente del governo (Lega) pronte alle barricate. Il testo che la commissione dovrà esaminare consta di tre soli articoli, e il passaggio decisivo è quello che recita che "un bambino nato in Italia o arrivato in Italia prima di avere compiuto 12 anni, nel momento in cui compie un ciclo scolastico di 5 anni, facendone richiesta, ottiene la cittadinanza italiana".

Da quel che si capisce, questa nuova opportunità non cancella quella per diritto di sangue, ma costituirebbe un modo per accettare, come nuovi italiani, decine di migliaia di bambini che sono nati nel nostro Paese, parlano la nostra lingua, studiano le stesse materie dei loro compagni italiani, sono insomma parte della comunità nazionale pur se i loro genitori sono stranieri. Questa notizia (quando ancora il Parlamento non ha cominciato ad occuparsene) ha già fatto scattare reazioni negative in chi dice che non c'è nessuna necessità di dare il passaporto italiano a tutti.
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