Italia-Francia: meno male che Sergio c'è...
- di: Diego Minuti
Tanto invocato, anche se a bocca chiusa, alla fine l'intervento del presidente della Repubblica c'è stato e, con il colloquio telefonico di oggi con il collega francese, Sergio Mattarella è forse riuscito ad arginare lo tsunami di polemiche e financo insulti tra Italia e Francia sulla questione dei migranti.
Usando Twitter, la presidenza della Repubblica ha dato questa mattina notizia del ''contatto'', forse l'ultima spiaggia di una situazione che, mai come in questi giorni, ha fatto rischiare non solo i rapporti bilaterali, quanto i delicati equilibri in seno all'Europa comunitaria.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha avuto un colloquio telefonico con Macron
''Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - si legge nel tweet -, ha avuto con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, un colloquio telefonico, nel corso del quale entrambi hanno affermato la grande importanza della relazione tra i due Paesi e hanno condiviso che vengano poste in atto condizioni di piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell'Unione europea''.
Non inganni il tono asciutto della comunicazione: il breve testo dice tanto, molto e, soprattutto, porta in sé un richiamo all'ordine verso chi, andando al di là dell'azione di governo, ha estremizzato i toni, al punto tale da mettere in serio pericolo il futuro dei rapporti con un Paese amico (almeno fino a quando Parigi non sente toccato qualcuno dei suoi interessi precipui), con il quale condivide un ruolo fondamentale in seno alla comunità dei Paesi europei.
Sbaglierebbe, però, chi pensasse che il gesto di Mattarella abbia spento ogni focolaio di contrasto perché il solco che si è creato tra Parigi e Roma è talmente largo e profondo che occorrerà del tempo per riempirlo.
E sbaglierebbe anche chi leggesse nella secca prosa del comunicato una implicita condanna per chicchessia, a cominciare dal nostro governo. E', invece, il gesto di un presidente - sempre più calato nel ruolo di padre nobile della patria - di fare rientrare l'Italia in quel consesso politico europeo che le è confacente e da cui rischia di essere messa all'angolo. Certo, è molto probabile che a Mattarella i toni usati dall'Italia politica nella querelle con la Francia sulla materia dei migranti non siano affatto piaciuti, per lui che rispetta la forma in modo quasi maniacale, ben sapendo, da cultore del diritto, che la parola deve rispettare il rigore geometrico del dialogo, quando a parlare sono due governi e non qualcuno dei loro ministri. Ma un presidente della repubblica, rispettoso del suo ruolo, quale è Mattarella, mai potrebbe fare anche solo intuire d'avere un bersaglio, ma di certo le sue parole hanno un destinatario che, speriamo, abbia inteso il messaggio e ne faccia tesoro per il futuro.
Se ''vincere'' è sempre bello, a meno che non ci si chiami Pirro, la cosa peggiore da fare è vantarsene. Che non è solo una mancanza di stile, ma il potenziale innesco per polemiche future. E a qualcuno - che magari ha inneggiato alla Francia ''costretta'' ad accogliere i migranti - saranno fischiate le orecchie leggendo, nel tweet della presidenza della repubblica, il punto fondamentale della necessità di tornare a una ''piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell'Unione europea''.