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Istat, famiglie unipersonali al 41% nel 2050: l’Italia si avvia verso la solitudine

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Istat, famiglie unipersonali al 41% nel 2050: l’Italia si avvia verso la solitudine

L’Istat ha pubblicato un nuovo report che fotografa con precisione la direzione che il nostro Paese sta prendendo in termini di struttura familiare: nel 2050, il 41% delle famiglie sarà composto da una sola persona. Un dato che sottolinea il progressivo aumento delle famiglie unipersonali, già oggi in crescita costante. Nel 2024, queste rappresentano il 36,8% del totale, ma nei prossimi venticinque anni il fenomeno si intensificherà fino a coinvolgere oltre quattro nuclei familiari su dieci. La tendenza è legata a vari fattori strutturali: la denatalità, l’aumento dell’età media, l’allungamento della vita e una sempre più marcata individualizzazione dei percorsi di vita.

Istat, famiglie unipersonali al 41% nel 2050: l’Italia si avvia verso la solitudine

Secondo l’Istituto nazionale di statistica, le famiglie tradizionali, ossia le coppie con figli, passeranno dal 31,3% del 2024 al 21,4% nel 2050, confermando un declino che ha già da tempo invertito le proporzioni tra i modelli familiari. Aumentano invece i nuclei formati da coppie senza figli, le convivenze non registrate e i genitori soli con prole, mentre resta preponderante la crescita delle persone sole. In particolare, sarà la fascia degli over 65 a rappresentare la parte più consistente del fenomeno: nel 2050, secondo le previsioni, saranno circa 6,5 milioni gli ultrasessantacinquenni che vivranno da soli, contro i 4,6 milioni attuali. Tra questi, le donne continueranno a costituire la maggioranza, sia per la maggiore longevità sia per una persistente differenza nella composizione sociale e affettiva.

Riduzione della popolazione e aumento dell’età media
Parallelamente, la popolazione residente in Italia continuerà a diminuire. Dai circa 59 milioni di abitanti del 2024 si scenderà a 54,7 milioni nel 2050, con una contrazione che inciderà in modo strutturale sulla composizione demografica. La fascia di popolazione in età lavorativa (15-64 anni) passerà da 37,4 milioni a meno di 30 milioni, mentre la popolazione anziana (oltre i 65 anni) aumenterà dal 24,3% al 34,6%. Il numero medio di componenti per nucleo familiare calerà da 2,21 a 2,03, un dato che rappresenta il minimo storico e riflette un cambiamento profondo non solo nei comportamenti, ma anche nelle condizioni socioeconomiche.

Impatto su welfare e spesa pubblica
Questa trasformazione del tessuto familiare porterà a importanti ripercussioni sul sistema di welfare. Una popolazione più anziana, più sola e meno numerosa richiederà politiche pubbliche mirate, in grado di garantire assistenza e servizi personalizzati, soprattutto sul fronte della domiciliarità e della sanità territoriale. La presenza crescente di persone sole comporterà anche una diversa distribuzione della spesa privata e pubblica: i consumi individuali sono più elevati, sia per i costi abitativi che per quelli legati a energia, trasporti e alimentazione. Inoltre, la progressiva rarefazione delle reti familiari tradizionali riduce le possibilità di assistenza informale, aumentando la domanda di servizi professionali e strutture di supporto.

Modelli culturali in mutamento e politiche familiari deboli

L’Istat segnala anche un cambiamento nei modelli culturali e valoriali che orientano le scelte di vita. La famiglia come istituzione sociale non scompare, ma si trasforma in forme più fluide, meno vincolate alle strutture formali e più aperte a configurazioni temporanee o individuali. A fronte di questa evoluzione, però, l’Italia continua a soffrire di una carenza strutturale nelle politiche familiari: il sostegno alla natalità resta debole, i servizi per l’infanzia sono disomogenei sul territorio, le condizioni lavorative delle donne penalizzano la genitorialità e le politiche abitative non rispondono alle nuove esigenze. In questo contesto, l’aumento delle famiglie unipersonali rappresenta anche il fallimento di un sistema incapace di accompagnare le scelte e i desideri dei cittadini, soprattutto delle nuove generazioni.

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