Istat: "Nel 2020 persi 456.000 occupati, record storico negativo: ore lavorate giù del 13,6%"
- di: Giuseppe Castellini
“Nel 2020 il mercato del lavoro, per effetto della pandemia, mostra un calo dell’occupazione senza precedenti (-456mila,-2,0%), che segue la crescita in interrotta dei precedenti sei anni –seppur rallentata a partire dal 2017. Contestualmente, si registra una forte diminuzione della disoccupazione (-271mila,-10,5%) e un intenso aumento degli inattivi di 15-64 anni (+567mila, +4,3%)”.
Così l’Istat fotografa l’andamento del mercato del lavoro italiano nel 2020 dopo aver fornito i dati del IV trimestre, che permettono di avere il quadro completo dell’anno. Si tenga presente che il calo senza precedenti dell’occupazione è avvenuto nonostante il divieto dei licenziamenti, senza il quale i numero sarebbero stati più pesanti (secondo uno studio della Banca d’Italia, senza il divieto dei licenziamenti avrebbero peso l’occupazione circa 600mila lavoratori). A ridurre così pesantemente il numero degli occupati sono stati una serie di fattori, in primis l’espulsione dal mercato del lavoro di coloro che avevano un contratto a tempo, la non sostituzione di coloro che sono andati in pensione e la riduzione degli occupati indipendenti (autonomi), che nel 2020 hanno perso 154mila occupati, -2,9%.
Come va rilevato che il calo del numero dei disoccupati non significa affatto che siano davvero diminuiti, ma che una parte di loro, scoraggiati, hanno smesso di cercare un’occupazione e quindi sono finiti negli inattivi, il cui numero infatti si gonfia.
A pagare il prezzo più salato sono donne e giovani.
Il calo dell’occupazione, infatti, è stato maggiore tra le donne: -249 mila occupate (-2,5% rispetto a -1,5% tra gli uomini) e -1,1 punti nel tasso di occupazione (-0,8 punti tra gli uomini). Tra le donne la disoccupazione è scesa di più, a causa dell’effetto scoraggiamento: -140mila disoccupate (-11,4%contro -9,7% degli uomini) e -0,9 punti nel tasso (-0,7 punti per la componente maschile).
E tra i giovani 15-34enni si registra la più forte diminuzione del numero di occupati e del tasso di occupazione (rispettivamente -5,1% e -1,9 punti) e il più marcato aumento del tasso di inattività (+2,7 punti).
Un dato molto importante è anche quello delle ore lavorate: per il totale delle imprese con dipendenti, il monte ore lavorate nel 2020 è diminuito del 13,6% rispetto al 2019, come risultato di un decremento del 10,5% nell’industria e del 15,5% nei servizi. Le ore lavorate per dipendente sono diminuite del 12%, per effetto di un decremento del 10,4% nell’industria e del 13,1% nei servizi.
Nel 2020, inoltre, le ore di Cig utilizzate sono state 146 ogni mille lavorate (+139,4 ore ogni mille rispetto al 2019); in particolare sono state 139,8 nell’industria (+126,8 ore ogni mille) e 150,3 nei servizi (+147,8 ore ogni mille).