L'orrore dei massacri compatta il Paese, Gaza già allo stremo

- di: Redazione
 
La macchina bellica di Israele si sta rafforzando, ora dopo ora, lungo il confine con Gaza, contro cui potrebbe abbattersi la rabbia di un intero Paese, che si è compattato politicamente, mettendo da parte divisioni e antagonismi, dopo le notizie dei massacri perpetrati dai miliziani di Hamas nei kibbutz di confine.
Il conteggio dei morti in Israele corre: sono stati già registrati altre mille vittime, mentre resta il mistero sulla sorte degli ostaggi (dovrebbero essere almeno 150, tra cui anche stranieri) e dove essi siano ora prigionieri.
L'IDF dice di avere ormai messo in sicurezza quasi per intero il confine con Gaza, dopo che gli aerei israeliani hanno portato, durante la notte, molti attacchi contro infrastrutture dell'enclave, costringendo migliaia di persone alla fuga.

L'orrore dei massacri compatta il Paese, Gaza già allo stremo

Secondo i militari israeliani, infatti, centinaia di obiettivi sono stati colpiti durante la notte nel ricco quartiere al-Rimal di Gaza City, sede dei ministeri del governo guidato da Hamas, nonché di università, organi di informazione e uffici di organizzazioni umanitarie.
Stando alle notizie dell'autorità sanitaria di Gaza, gli attacchi di Israele hanno causato la morte di 900 persone.

Intanto una salva di razzi, lanciata dal Libano meridionale controllato dai filoiraniani di Hezbollah, è stata lanciata sul nord di Israele, causando la reazione di Tsahal, che ha anche bombardato la Siria dalle alture di Golan dopo che sul territorio erano stati sparati colpi di mortaio.
Israele sta vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia, dopo la scoperta di massacri di civili ad opera di miliziani. Come quello nel kibbutz meridionale di Be'eri, dove sono stati recuperati più di 100 corpi, circa il dieci per cento della sua comunità, o in quello di Kfar Aza, dove i soldati israeliani hanno trovato cadaveri sia di coloni che di militanti di Hamas.
''Vedi i bambini, le madri, i padri, nelle loro camere da letto… Non è una guerra, non è un campo di battaglia. È un massacro", ha detto il Magg. Gen. israeliano Itai Veruv ai giornalisti portati sui luoghi degli attacchi dei miliziani.
"È qualcosa che immaginavamo dai nostri nonni, dalle nonne nei pogrom in Europa e in altri luoghi'', ha commentato.

La solidarietà dell'Occidente è totale. Il presidente americano Biden ha condannato Hamas, denunciando il suo attacco come un ''atto di pura malvagità''. "I nostri cuori possono essere spezzati, ma la nostra determinazione è chiara", ha detto il presidente degli Stati Uniti. E ha aggiunto: “Non ci siano dubbi. Gli Stati Uniti sostengono Israele. Faremo in modo che lo Stato ebraico e democratico di Israele possa difendersi oggi, domani come abbiamo sempre fatto”.
La risposta sul terreno di Israele potrebbe essere imminente: centinaia di carri armati (tra i quali i micidiali Merkavà) e altri mezzi militari stanno convergendo al confine con Gaza , mentre decine di riservisti (potrebbero essere trecentomila, provenienti anche dall'estero) stanno per unirsi alle loro unità. La portata della mobilitazione suggerisce che Israele si sta preparando per un attacco militare contro Hamas a Gaza.
Ieri l'IDV ieri ha reso noto di avere recuperato i corpi di oltre 1.500 combattenti di Hamas in Israele, un numero che rende più chiara la portata dell'attacco.

Mentre le agenzie delle Nazioni Unite avvertono sull’imminente catastrofe umanitaria a Gaza, dove vivono 2,3 milioni di persone, le forze armate israeliane consigliano ai palestinesi di “uscire” da Gaza attraverso il valico di Rafah con l’Egitto al confine meridionale , prima chiarendo che il valico è rimasto chiuso.
Sta diventando intanto drammatica la situazione nell'enclave, dopo che Israele ha fermato l'arrivo di di cibo, carburante e medicinali, interrompendo anche la fornitura di elettricità.
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