Israele: Biden cerca di fermare l'inizio dell'invasione di Gaza

- di: Redazione
 
Il presidente americano Joe Biden sta spendendo tutto il suo peso politico per convincere Israele a non dare inizio all'offensiva di terra e, quindi, all'invasione della Striscia di Gaza, che anche nelle ultime ore è stata martellata dagli attacchi aerei. Uno spiraglio, sul fronte diplomatico, potrebbe essere arrivato dal rilascio di due ostaggi, due donne ultraottantenni note per il loro attivismo a favore della pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi.
Intanto, la pressione delle forze armate israeliane sulla Striscia cresce, dopo che sul confine è stato dispiegato un imponente dispositivo militare, rafforzato da decine di migliaia di riservisti, richiamati dopo l'attacco di Hamas del sette ottobre. Il mancato inizio dell'invasione viene interpretato in modo diverso dagli analisti, con alcuni che lo vedono come conseguenza degli sforzi dell'Amministrazione statunitense per evitare un probabile bagno di sangue, mentre altri lo interpretano come un modo per rafforzare il dispositivo militare, tra nuovi armamenti e l'addestramento delle unità che dovrebbero reggere il peso maggiore dell'offensiva via terra.

Israele: Biden cerca di fermare l'inizio dell'invasione di Gaza

Anche perché, proprio per il loro profilo, i riservisti dell'IDF - cui negli ultimi anni si è sempre meno fatto ricorso, preferendo usare i soldati professionisti - hanno ancora bisogno di tempo per essere pronti per quella che potrebbe essere una missione senza precedenti.
Si stima che l’IDF abbia 605.000 membri attivi, 35.500 dei quali sono soldati a tempo pieno – circa il 5,87% dell’unità militare. Si stima che circa 139.500 siano coscritti e i restanti 430.000 siano riservisti.
D'altra parte, dopo il gravissimo scacco subito con l'attacco dei miliziani di Hamas, l’esercito israeliano lavorerà meticolosamente per colpire obiettivi del movimento islamista, salvare gli ostaggi ed evitare ulteriori vittime civili tra i palestinesi.

Certo è che la prosecuzione degli attacchi aerei, indebolendo le strutture di Hamas, forniscono un ulteriore vantaggio operativo.
Ieri, in un ennesimo colloquio telefonico con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha sottolineato ancora una volta, riferiscono fonti della Casa Bianca, il suo impegno a favore degli sforzi per ''garantire il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti presi da Hamas – compresi gli americani – e per assicurare un passaggio sicuro per i cittadini statunitensi e altri civili in Israele''. Durante il colloquio, Biden ha anche ''sottolineato la necessità di sostenere un flusso continuo di assistenza umanitaria urgentemente necessaria a Gaza''.

Intanto le forze di difesa israeliane hanno rivelato, questa mattina, di avere ucciso la scorsa notte tre vicecomandanti di Hamas.
''Durante la notte - si legge in un post su X - , gli aerei dell'IDF hanno anche attaccato sedi operative utilizzate dagli agenti dell'organizzazione terroristica Hamas e punti di raccolta dell'organizzazione terroristica situati all'interno delle moschee". Secondo l'IDF, nelle azioni della scorsa notte sono morti i vicecomandanti dei battaglioni di Hamas Nusirat, Shati e Alfurkan.
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