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L’inflazione torna a salire: stangata d’estate sui beni alimentari e spese obbligate

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L’inflazione torna a salire: stangata d’estate sui beni alimentari e spese obbligate
L’inflazione italiana registra un nuovo incremento nel mese di giugno 2025, attestandosi all’1,7% su base annua, rispetto all’1,6% rilevato a maggio. Il dato, diffuso oggi dall’Istat, conferma un andamento crescente, seppur moderato, del livello generale dei prezzi. Il tasso mensile si attesta a +0,2%, suggerendo una dinamica che, pur lontana dai picchi dell’inflazione post-pandemia, continua a generare pressioni sulle famiglie italiane, soprattutto in vista della stagione estiva, quando il carico delle spese aumenta in modo significativo. Particolarmente sensibile l’aumento dei cosiddetti beni del “carrello della spesa”, ovvero alimentari e beni di prima necessità, che salgono del 2,8% rispetto all’anno precedente.

L’inflazione torna a salire: stangata d’estate sui beni alimentari e spese obbligate

L’aumento del 2,8% nei beni di consumo quotidiano, già in crescita del 2,7% a maggio, rappresenta un segnale allarmante per milioni di famiglie. Questi prodotti, essenziali e difficilmente sostituibili, incidono in maniera diretta sul bilancio familiare, soprattutto nelle fasce di reddito medio-basso. Pane, pasta, frutta, verdura, carne e latticini, ma anche prodotti per la pulizia e la cura della persona, sono alla base dei consumi primari e rappresentano una voce che, in assenza di sostegni mirati, erode la capacità di spesa complessiva. Secondo il Codacons, i numeri diffusi dall’Istat evidenziano una “stangata sulle vacanze estive”, con aumenti generalizzati che investono anche i servizi collegati al tempo libero, ai trasporti e alla ristorazione.

Preoccupazioni per le spese obbligate e l’erosione del potere d’acquisto
L’Unione nazionale consumatori sottolinea come i dati “certifichino l’assenza di inversioni di tendenza” per le spese obbligate. L’aumento dei prezzi dei beni primari comporta, infatti, un impatto molto più profondo di quello esercitato da altri comparti, in quanto questi consumi non possono essere rinviati né eliminati. “Dati pessimi”, afferma l’associazione, che rinnova l’allarme sulla progressiva erosione del potere d’acquisto degli italiani, in particolare dei pensionati, dei lavoratori precari e delle famiglie monoreddito. Anche il rincaro della componente alimentare ha effetti a catena sull’intero sistema dei consumi: meno disponibilità economica per spese discrezionali, maggiore indebitamento, minori risparmi.

Cosa spinge l’inflazione in questa fase
A spingere il tasso d’inflazione di giugno concorrono diversi fattori: l’andamento altalenante dei prezzi energetici, ancora soggetti a tensioni internazionali, l’aumento dei costi di trasporto e logistica, la spinta delle materie prime agricole, unite a una crescita dei margini nella grande distribuzione. A questo si somma l’incertezza globale causata da conflitti e da ondate di calore che stanno mettendo sotto pressione i raccolti. I segnali provenienti dalla Banca centrale europea, che ha da poco mantenuto stabile il tasso d’interesse principale, indicano un monitoraggio costante della situazione, ma anche la difficoltà ad attuare politiche restrittive più incisive senza rallentare la ripresa economica.

Le prospettive per le prossime settimane
Le previsioni per i mesi estivi non sono incoraggianti. L’aumento del turismo interno e l’inflazione stagionale legata ai servizi tipici dell’estate – dagli stabilimenti balneari alla ristorazione – rischiano di amplificare il peso complessivo sulle famiglie italiane. Secondo le prime stime, una famiglia media spenderà fino al 10% in più per una settimana di vacanza rispetto al 2023. Di fronte a questo scenario, le associazioni dei consumatori chiedono misure strutturali: detrazioni sui beni alimentari, riduzione dell’IVA sui prodotti essenziali, monitoraggio effettivo della filiera della distribuzione. Il governo, dal canto suo, non ha ancora annunciato nuove misure in merito, ma la pressione sociale aumenta, in un contesto in cui il rischio di stagnazione si intreccia con la fatica quotidiana del vivere.
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