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IA e cure mirate: 30.000 oncologi disegnano il futuro della ricerca

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
IA e cure mirate: 30.000 oncologi disegnano il futuro della ricerca

L’intelligenza artificiale entra sempre più nel cuore dell’oncologia, ma come strumento e non come fine. È quanto emerge dall’Esmo 2025, il congresso mondiale di oncologia che riunisce a Berlino oltre 30mila esperti da tutto il mondo per delineare il futuro della ricerca e delle terapie personalizzate.

IA e cure mirate: 30.000 oncologi disegnano il futuro della ricerca

Secondo Giuseppe Curigliano, oncologo e componente dell’Esmo Scientific Committee, “l’IA rimane uno strumento: ci aiuterà ad analizzare meglio i dati e a ottenere analisi tridimensionali e multidimensionali che la mente umana non potrebbe compiere, ma non sostituirà l’intuizione clinica né diventerà un fine della ricerca”.
Le potenzialità dell’intelligenza artificiale, infatti, risiedono nella capacità di gestire enormi moli di dati genetici e clinici, accelerando la scoperta di biomarcatori e la selezione dei pazienti più adatti a trattamenti specifici.

Immunoterapia: nuove frontiere e combinazioni terapeutiche
Accanto alla rivoluzione digitale, il congresso Esmo dedica ampio spazio all’immunoterapia, ormai pilastro della lotta ai tumori ma ancora in evoluzione. Tra i temi centrali, i nuovi approcci per il carcinoma ovarico, patologia in cui le opzioni terapeutiche restano limitate, e le combinazioni di immunoterapici come trattamento di prima linea per il tumore del polmone.
Nuove evidenze emergono anche per il tumore gastrico, dove strategie mirate di immunoterapia stanno mostrando segnali di efficacia. Gli esperti sottolineano come la sfida non sia soltanto sviluppare nuovi farmaci, ma anche ottimizzare l’uso di quelli esistenti per migliorarne l’impatto clinico e la sostenibilità.

Ottimizzare le cure: efficacia e accesso globale
Uno dei filoni di discussione più innovativi riguarda l’uso più “intelligente” delle terapie già disponibili. Diversi studi presentati all’Esmo evidenziano che, modulando dosaggi e schemi di trattamento, è possibile mantenere l’efficacia terapeutica riducendo i costi e migliorando la fattibilità a livello mondiale.
Questa strategia, osservano gli esperti, può fare la differenza nei Paesi con risorse limitate, dove i protocolli terapeutici standard risultano spesso inapplicabili per costi e logistica. In questo senso, la ricerca oncologica sta evolvendo verso un modello più sostenibile e inclusivo, capace di coniugare scienza, etica e accessibilità.

La ricerca italiana protagonista a Berlino
All’Esmo 2025 l’Italia si conferma tra i protagonisti della scena internazionale. “Negli studi presentati – spiega Curigliano – il nostro Paese è stato tra i primi al mondo per arruolamento di pazienti, segno della vitalità della nostra rete clinica e della qualità dei centri di ricerca”.
Tra i contributi più attesi figura uno studio interamente italiano sul tumore del colon, presentato in sessione orale, che utilizza la biopsia liquida – analizzando il DNA tumorale circolante – per individuare quali pazienti debbano ricevere la chemioterapia adiuvante dopo l’intervento chirurgico.
Un esempio concreto di medicina di precisione applicata alla pratica clinica, in cui l’innovazione tecnologica serve a personalizzare le cure e ridurre i trattamenti inutili.
Dall’intelligenza artificiale alla genetica, dall’immunoterapia alla sostenibilità, il congresso Esmo 2025 delinea così un orizzonte chiaro: la ricerca oncologica del futuro sarà sempre più integrata, personalizzata e accessibile, con la collaborazione internazionale come motore essenziale di progresso.

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