Groenlandia, Francia avverte: "L’Ue non lascerà attaccare i suoi confini sovrani"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
La Groenlandia torna al centro delle tensioni geopolitiche internazionali, e questa volta l’Europa risponde con fermezza. Per la Francia, l’isola artica non è soltanto un territorio autonomo della Danimarca, ma un confine sovrano dell’Unione Europea, inviolabile e non negoziabile.
"È impensabile che un altro Paese possa minacciare i confini dell’Ue", ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, sottolineando che il blocco europeo non intende tollerare provocazioni, nemmeno da parte di grandi potenze.

Groenlandia, Francia avverte: "L’Ue non lascerà attaccare i suoi confini sovrani"

Il ministro ha colto l’occasione per riflettere sul contesto globale, caratterizzato dal ritorno della "legge del più forte". Se l’idea di un’invasione americana della Groenlandia può sembrare remota, il rischio di una competizione crescente per il controllo delle aree strategiche è invece una realtà concreta.

"Viviamo in un’epoca in cui la forza militare e la competitività economica stanno ridefinendo le relazioni internazionali. Bisogna essere pronti, non farsi intimidire, ma rafforzarsi", ha avvertito, lasciando intendere che l’Europa deve uscire dal torpore e rispondere con unità e decisione.

La posta in gioco nell’Artico

La Groenlandia rappresenta molto più di una terra di ghiacci e risorse naturali. Con il progressivo scioglimento dei ghiacci e l’apertura di nuove rotte commerciali, l’Artico è diventato una delle regioni più contese del pianeta. Gli Stati Uniti, la Russia, la Cina e l’Europa vedono nell’isola una pedina strategica per il controllo delle risorse minerarie e delle rotte polari, cruciali per il commercio e la difesa.

In questo scenario, l’Europa non può permettersi di essere spettatrice. Ogni provocazione, anche solo verbale, deve essere presa come un campanello d’allarme, un invito a rafforzare il proprio ruolo geopolitico.

L’Europa a un bivio

Le parole del ministro francese mettono a nudo la fragilità dell’Unione Europea, ancora divisa sulla necessità di costruire una vera autonomia strategica. Mentre alcuni Paesi, come la Francia, chiedono maggiori investimenti in difesa comune e una politica estera più incisiva, altri continuano a rimanere ancorati alla protezione americana.

Ma il tempo stringe. Il ministro ha lanciato un messaggio chiaro: "Il mondo sta cambiando, e l’Europa deve cambiare con esso. Serve un risveglio, una presa di coscienza collettiva. L’alternativa è la marginalizzazione in un contesto dominato dalla forza".
In un momento storico in cui le regole sembrano soccombere alla prepotenza, l’Europa non può più permettersi esitazioni.
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