Scatta il green pass, ma quanti problemi irrisolti

- di: Redazione
 
Il green pass è utile, forse anche necessario per allentare la morsa del virus. Ma, nel momento in cui lo si è adottato e se ne sono delineati il perimetro e l'efficacia, forse occorreva andarsi a cercare, su qualsiasi vocabolario, il significato di poche, ma essenziali parole: ragionevolezza, praticabilità, compatibilità. Invece, facendo prevalere - forse anche a giusta ragione - la necessità di contenere i contagi, si sono un po' persi di vista gli aspetti pratici dell'adozione del lasciapassare che consentirà alla gente comune di fare cose normali, come andare a mangiare una pizza, salire su un treno o su un autobus, persino andare a scuola o all'università.

Non vogliamo redarguire o bacchettare nessuno, a cominciare dal governo che sta affrontando una sfida durissima, soprattutto considerando che, quando essa ha avuto inizio, eravamo totalmente impreparati e quindi il virus, colpendo, ci ha tramortito, se non peggio.
Ma oggi il panorama non è quello di un anno fa e l'autorevolezza del governo è diversa, anche solo per il fatto di godere di una maggioranza parlamentare talmente vasta da blindarlo. Però questo non è automatica garanzia che tutto quello che l'esecutivo fa è il meglio o al di sopra di ogni critica.

Da parte nostra, avendo sempre espresso il nostro apprezzamento per quello che questo governo sta facendo o tentando di fare - senza con questo volerlo confrontare con quelli che lo hanno preceduto -, oggi non ci si può accusare di essere contro l'esecutivo se esprimiamo delle perplessità, che poi sono quelle della gente normale, di quella che esce di casa la mattina per andare a lavoro o nei luoghi di studio o, anche, per darsi un paio d'ore di svago, dopo mesi e mesi di privazioni. Per questo, pur ritenendola una misura giusta e forse non rinviabile, ci permettiamo di eccepire che l'adozione del passaporto sanitario in un Paese che non è ad esso preparato (anche dal punto di vista tecnologico) è stato forse un azzardo, un "all in" che si poteva anche rinviare di qualche settimana.

Una proposta sballata? Chiedetelo alle decine e decine di persone - ovviamente turisti - saranno in fila, nella canicola, davanti al Colosseo ad aspettare che vengano espletate le procedure di controllo dei green pass.
Normale? Noi, sul punto, consigliamo di non andare a parlarne con la gente che chiede soltanto di andare a visitare un monumento e che forse non pensava, per questo, di doversi sottoporre ad una tortura. Strumenti come il green pass diventano utili se la loro applicazione è snellita, facilitata.

Ma se il controllo di ogni singolo documento verde impone delle soste, dei tempi morti ecco allora che la sua utilità viene ad essere vanificata.
Comunque, cose come queste servono a fare capire, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che gli italiani - ad eccezione di una sparuta minoranza che, opponendosi al vaccino, si è consegnata mani e piedi all'estremismo di destra, che la sta strumentalizzando senza che essa lo capisca - sono disposti ad affrontare ulteriori sacrifici.
A patto che non siano punitivi oltremisura.
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