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Grande distribuzione: cosa lascia in eredità l'era Pugliese

- di: Redazione
 
Grande distribuzione: cosa lascia in eredità l'era Pugliese
Per anni Francesco Pugliese è stato considerato il re Mida della grande distribuzione italiana, avendo fatto della Conad un gigante, al punto da avere firmato il sorpasso sulla Coop.
Eppure l'âge d'or di Pugliese si è conclusa bruscamente, tra la sorpresa di chi, guardando alle frizioni in seno alle componenti territoriali di Conad, mai avrebbe comunque pensato ad una fine così traumatica. Come invece è stata, perché l'accompagnamento di Pugliese alla porta è stato annunciato con una nota che, pur rispettando le regole delle comunicazione in eventi del genere, è sembrata algida, anche troppo, per spiegare che ''il rapporto professionale'' era giunto al termine.

Grande distribuzione: cosa lascia in eredità l'era Pugliese

Qualche sottolineatura (''Francesco Pugliese è stato tra gli artefici, nel corso del suo lungo incarico, di un percorso di crescita e sviluppo dell’insegna"), riconoscimenti in ordine sparso (''La sua passione, la sua lungimiranza e la sua competenza hanno contribuito a portare Conad ai vertici della grande distribuzione in Italia'') e, alla fine, un ringraziamento e un augurio di ''successi per il proseguimento della sua carriera''.
Troppo poco per qualcuno che è stato artefice di un modello di successo, che però, con l'operazione di acquisizione della parte italiana della catena francese Auchan, ha mostrato delle crepe. Come evidenziato dai tagli alla forza lavoro, che hanno generato perplessità per numeri e modalità.

Crepe che si sono allargate rapidamente e pericolosamente, sino a spaccare un fronte sino ad allora compatto nello scorso maggio, quando tre realtà territoriali del gruppo (Conad Centro Nord, a Campegine, Reggio Emilia; Conad Nord Ovest; con sede a Pistoia; Forty Srl) sono arrivate addirittura davanti ad un giudice civile per denunciare presunte gravi irregolarità nella gestione di Conad nazionale.
Tutto sembra ruotare intorno all'operazione di acquisizione del ramo italiano di Auchan, che operava nel Paese dal 1989, inglobando supermercati e immobili. Tra i punti della denuncia ci sono anche il mancato dei bilanci di alcune aziende, alla luce del relativo capitale azionario e della sua ripartizione, oltre ai compensi erogato all'allora amministratore delegato, senza che i consiglieri avessero deliberato.

Che poi, sempre a maggio, il ministero delle Imprese e del Made in Italy abbia avviato una ispezione straordinaria nei confronti di Conad, per il Sole24 ore, ha spianato la strada alla nomina, il giorno dopo, a nuovo presidente del Consorzio di Mauro Lusetti, già al vertice di Legacoop. Davanti al nuovo presidente si apre un periodo di grandi decisioni, anche per segnare una discontinuità rispetto al recente passato, per come sembra scontato che ci aspetti da lui vista la repentina conclusione della presidenza Pugliese.
Lusetti, come ha scritto Mario Sassi, deve ''decidere, una volta per tutte, se essere i primi della classe è un banale risultato aritmetico derivato dalla somma dei fatturati o una responsabilità verso i propri collaboratori e verso il Paese''.
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