Il governo alla prova del nove della manovra

- di: Redazione
 
Sono ore cruciali per il governo che, da oggi, comincia a ragionare sui confini di una manovra che, per stessa ammissione del ministro Giorgetti, deve essere realisticamente modulata, perché le evidenze di ''cassa'' sono sotto gli occhi di tutti.
Una cosa - sapere che non si può chiedere la luna, sapendo che non ci sono soldi per comprarla - che ragionevolezza impone sia essere l'unica e sola direttrice lungo la quale dovrebbero muoversi gli attori di questa commedia, che potrebbe tramutarsi in dramma se gli indicatori economici dovessero continuare a non dare le risposte sperate.

Il governo alla prova del nove della manovra

L'euforia che aveva accompagnato, all'inizio dell'anno, i primi ''numeri'' ufficiali della macchina produttiva del Paese si è andata stemperando, sino a virare verso il brutto con il suo rallentamento e, quindi, alimentando il timore che il trionfalismo debba cedere il passo ad un sano realismo.
Che è cosa sempre positiva, ma che viene quasi rigettato in quelli che si sentono in perenne campagna elettorale e non sembrano guardare che al loro orticello in cui continuare a piantare la sola piantina che, ai loro occhi, può tramutarsi in albero e regalare frutti. E i semi di questa piantina si chiamano promesse, anche se si ha la consapevolezza che esse sono e saranno irrealizzabili, dalle infrastrutture alle riforme, come quella delle pensioni, di cui sembra non si capisca quanto difficile essa sia.

Oggi, quindi, davanti al presidente del Consiglio si presenta uno scenario sul quale dovrà fare valere tutto il suo peso - politico, ma anche derivatole dai numeri parlamentari - per evitare che da parte dei ministri si scateni il tradizionale assalto alla diligenza, formulando ciascuno le sue richieste, accompagnate dalla raccomandazione che vengano accolte definendole come fondamentali per il futuro del Paese, dell'Europa, del mondo intero e, già che ci siamo, di galassie e universo.
E' un copione che conosciamo perfettamente e che si ripropone con scenari ancora più accentuati quando della manovra si comincia a parlare alla vigilia di un appuntamento elettorale, che in questo caso sono le elezioni europee, alle quali ciascuno vuole arrivare in condizioni ottimali.

Che per Fratelli d'Italia significa confermare la leadership nazionale e, quindi, proiettarla su Bruxelles; che per la Lega si sostanzia nel logoramento, da destra, dei partiti alleati, considerati in ogni caso avversari, anche per le idee diverse sul futuro dell'Ue; che per Forza Italia si traduce nel sopravvivere alla morte di Silvio Berlusconi.
Una situazione di difficile decrittazione dal punto di vista politico, ma che non può ignorare che l'autunno sarà foriero di ulteriori preoccupazione per le famiglie, consapevoli che saranno costrette a fronteggiare una ondata di aumenti che colpiranno la quotidianità, dai carburanti alle bollette energetiche.
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