Giustizia: la Lega si stringe intorno a Salvini e sfida la magistratura
- di: Redazione
Prova di forza voleva essere e prova di forza è stata: Matteo Salvini ha ottenuto l'appoggio (rumoroso) delle Lega che oggi, a Palermo, in occasione dell'arringa di Giulia Bongiorno, difensore del ministro, ha manifestato davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo.
Una manifestazione che, riprendendo un vecchio modello già adottato dalla destra in passato (la manifestazione di Milano di qualche anno fa, per rappresentare la vicinanza di Forza Italia a Silvio Berlusconi), ha cercato di mostrare, plasticamente, l'afflato che unisce il partito al suo leader.
Giustizia: la Lega si stringe intorno a Salvini e sfida la magistratura
Ma ha anche confermato che, quando non ''obbedisce'' ai canoni della politica politicante, la magistratura può entrare nel mirino della contestazione e, quindi, essere indebolita. Non solo nei riguardi del politico di turno, ma davanti alla Giustizia. Quella fortemente voluta da Salvini non è, quindi, la conferma dell'unità della Lega davanti al ''nemico'', quale che sia la veste che esso indossa, ma l'insensatezza della politica che, per perseguire finalità che poco o nulla hanno a che spartire con il bene pubblico, si addentra in un territorio pericolosissimo, quella della delegittimazione di uno dei tre pilastri su cui poggia la nostra democrazia.
Non sappiamo quale sarà l'esito del processo a Salvini per la vicenda Open Arms, ma siamo coscienti che, in ogni caso, a uscire sconfitti saranno il dialogo, il confronto, il rispetto dell'avversario che non deve essere criminalizzato.
Perché, mentre Giulia Bongiorno, avvocato e senatrice della Lega, parlava in difesa del suo assistito, fuori, davanti al luogo in cui si amministra la giustizia, era tutto un gridare al megafono ''Matteo, Matteo'', magliette con l'immagine del segretario, cori da stadio che in qualche modo hanno inquinato il rapporto che deve restare tra la politica e chi è chiamato ad amministrare la giustizia, da giudice, ma anche da magistrato inquirente.
Che si deve sempre rispettare, anche quando accusa un rappresentante della casta.
Come detto, poco interessa, nel nostro ragionare, come stia andando il processo a Salvini. Sul cui esito positivo, per l'imputato, si è detta sicura l'avvocato Bongiorno, che, in aula, ha detto: ''Open Arms non si è imbattuta casualmente nel barcone coi migranti né a indicare alla Ong la barca coi profughi fu Alarm Phone. La verità è che ci fu una consegna concordata, perché qualcuno ha dato indicazioni precise a Open Arms molto prima della segnalazione di Alarm Phone che, peraltro, non era corretta''.
Quello che ci aspetteremmo è che non venga usata la piazza per condizionare un tribunale, per come accaduto oggi. Ripetiamo: Matteo Salvini ha tutti i diritti di difendersi e di scegliere gli argomenti per farlo.
Ma la sua difesa comincia e resta in aula, non in una piazza vociante, con il contorno degno di un concerto rock e non di una composta manifestazione di sostegno.