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Da zero a eroi: giovani italiani che hanno cambiato le regole

- di: Bruno Legni
 
Da zero a eroi: giovani italiani che hanno cambiato le regole
Startup, creator, artisti e attivisti che hanno trasformato sogni in realtà, ispirando una nuova generazione.
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Startup, dove nasce il futuro
L’Italia non è più solo patria di arte e gastronomia, ma sempre più terreno fertile per idee che diventano impresa. Nel 2024 le startup innovative registrate sono 12.842, in crescita del 37% rispetto al 2020, con una concentrazione nei settori dell’intelligenza artificiale, della sostenibilità e della digitalizzazione. Milano, Torino e Bologna guidano la classifica delle città più “start-up friendly”, ma le sorprese arrivano anche da territori meno scontati.
Una delle storie più emblematiche è quella di VoiceMed, startup nata da un’idea di cinque studenti pugliesi nel pieno della pandemia: usare l’intelligenza artificiale per diagnosticare malattie respiratorie attraverso la voce. Nel 2023 hanno chiuso un round da 1,5 milioni di euro con investitori internazionali. “Siamo partiti con un microfono da 30 euro e tanti dubbi, ma ora il nostro algoritmo viene usato in quattro Paesi europei”, racconta il CEO Marco Gaeta, 27 anni.
Un altro caso di “disruption dal basso” è quello di MaBasta, acronimo di “Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti”. Fondato nel 2016 da un gruppo di quindicenni di Lecce, oggi è una startup sociale riconosciuta dal Miur che ha coinvolto oltre 400 scuole italiane. Il fondatore Mirko Cazzato è stato selezionato da Forbes tra i 30 Under 30 del 2022. “Abbiamo dimostrato che anche da adolescenti si può fare impresa sociale con impatto vero”, ha dichiarato Cazzato.
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Creator, i nuovi narratori del presente
Essere un creator oggi non è (più) solo ballare su TikTok. È costruire una community, lanciare un messaggio, creare contenuti che sappiano unire intrattenimento, autenticità e – sempre più spesso – un valore sociale. L’ultima edizione dei Top Creator Awards, organizzata da Forbes Italia e Buzzoole a Milano, ha celebrato 25 protagonisti del web che “hanno saputo influenzare, ispirare, innovare”.
Uno dei più seguiti è Gianluca Gazzoli, classe 1988, che con il suo podcast “Passa dal BSMT” è diventato un punto di riferimento per chi cerca storie vere, racconti intensi e ospiti fuori dal mainstream. Con oltre 20 milioni di ascolti solo nel 2024, Gazzoli è la dimostrazione che un linguaggio autentico può diventare virale. “Ho iniziato con zero budget e una vecchia cantina. Ora parlo con astronauti e campioni olimpici. Ma il mio scopo è restare connesso con chi mi ascolta, non salire sul piedistallo”, ha dichiarato a Rolling Stone Italia.
Tra i più giovani, spicca la ventunenne Giulia Sara Salemi, attrice e creator da oltre 1,5 milioni di follower su Instagram, che ha deciso di trasformare il suo canale in uno spazio per parlare di ansia e disturbi alimentari. Una scelta coraggiosa, premiata con l’inclusione nella campagna #VociNuove promossa dal Ministero della Salute e TikTok nel maggio 2024.
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Artisti, voci nuove dell’arte italiana
Nel mondo dell’arte contemporanea, le nuove generazioni italiane stanno riscrivendo le regole. La mostra “Young Italians”, curata da Ilaria Bernardi e ospitata al Centro Arti Visive di Roma ha messo in luce 12 artisti under 40 che reinterpretano il presente attraverso fotografia, videoarte e installazioni immersive.
Tra loro spicca Giulia Andreani, classe 1985, le cui opere monocromatiche raccontano il secolo scorso attraverso ritratti intensi e memorie personali. La sua ultima esposizione alla Collezione Maramotti – “L’improduttiva”, dedicata alla maternità e al lavoro femminile – ha riscosso l’interesse della stampa internazionale, da Artforum a Le Monde. “Voglio raccontare ciò che non si racconta: le ombre della storia, le voci delle invisibili”, ha spiegato in una conferenza al MAXXI di Roma.
Altri nomi in ascesa sono Sara Sadik, che usa i videogiochi per indagare l’identità giovanile, e Namsal Siedlecki, artista toscano che lavora tra Italia e Nepal, fondendo artigianato e nuove tecnologie. “Non esiste più un’arte ‘di periferia’. I linguaggi sono fluidi, globali, ibridi. L’Italia può dire molto se riesce ad ascoltare i suoi giovani artisti”, ha dichiarato Ilaria Bernardi.
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Attivisti, chi cambia le cose con coraggio
In un tempo in cui l’impegno civile sembra rarefatto, sono i giovani a riscrivere il significato dell’attivismo. Uno dei volti più noti è quello di Iacopo Melio, giornalista, scrittore e attivista disabile, autore del libro “Faccio salti altissimi” (2020) e fondatore dell’associazione #Vorreiprendereiltreno. La sua campagna per l’accessibilità dei trasporti pubblici ha ottenuto, tra l’altro, la modifica delle linee guida Trenitalia e la nascita di uno sportello dedicato alle persone con disabilità. “Non voglio pietà, voglio pari diritti. E combatterò finché sarò in carrozzina, e anche dopo”.
Accanto a lui cresce una generazione di attivisti intersezionali. Dalla diciottenne Rebecca Masci, studentessa romana che ha lanciato il movimento “Clima e Diritti” ed è intervenuta al Parlamento europeo a Bruxelles nel marzo 2025, fino a Amir Issaa, rapper e mediatore culturale che lavora nelle scuole contro il razzismo e l’esclusione. “Io sono nato in Italia, ma non ero italiano per lo Stato. Ora porto la mia storia tra i banchi per dire: potete essere chi volete, anche se vi dicono il contrario”, ha dichiarato durante un incontro al Liceo Mamiani di Roma.
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Un’Italia che si muove, innova, resiste 
Queste storie raccontano un’Italia che si muove, innova, resiste. Giovani che non aspettano permessi, che non chiedono privilegi, ma creano, comunicano, combattono. In un Paese spesso descritto come bloccato, sono loro il cortocircuito, il virus buono che rigenera il sistema.
Non sono influencer patinati, ma influenzano. Non sono eroi da copertina, ma da imitare. Non sono nati con il privilegio, ma si sono presi lo spazio. Ed è per questo che le loro storie vanno raccontate, condivise, rilanciate. Perché ispirano. Perché funzionano. Perché sono vere.

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