Il 29 settembre è stata celebrata la Giornata Mondiale per il Cuore (World Heart Day) con l’obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari, attraverso la promozione di scelte e stili di vita salutari per l’individuo e per la comunità. Con quasi 18 milioni di decessi annui, le malattie cardio e cerebrovascolari sono la prima causa di morte nel mondo. In Italia esse rappresentano la più importante causa di mortalità e invalidità, nonostante le ampie conoscenze sui fattori di rischio e sui possibili interventi di prevenzione primaria e secondaria. Chi sopravvive a una forma acuta, diventa un malato cronico con importanti ripercussioni sulla qualità della vita e sui costi che la società deve affrontare. Inoltre, se consideriamo il progressivo allungamento della vita e, conseguentemente, l’invecchiamento della popolazione, le malattie cardiovascolari sono fra i maggiori determinanti di disabilità fisica.
Lo slogan di quest’anno “My hearth. Your hearth” (“Il mio cuore, il tuo cuore”) è unacall to actiondedicata a tutti, affinchè ogni soggetto diventi parte attiva nella prevenzione della malattie cardiovascolari, attraverso il controllo dei fattori di rischio, come l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete mellito. Sappiamo bene come i’ipertensione arteriosa sia uno fattori di rischio cardiovascolare più importanti. Viene chiamata ‘killer silenzioso’ perché spesso, anche per molti anni, rimane del tutto asintomatica. Una dieta equilibrata, preferibilmente con poco sale, e l’attività fisica possono aiutare ad abbassare i valori della pressione, ma nella maggior parte dei casi è necessaria una terapia farmacologica. Un altro fattore di rischio è l’ipercolesterolemia, che può essere legata ad abitudini alimentari scorrette, ma anche ad un aumento della produzione di livelli di colesterolo endogeno. In entrambi i casi, elevati livelli di colesterolo circolante, soprattutto LDL, contribuiscono alla progressione della malattia aterosclerotica con conseguente aumentato rischio di sviluppare infarto del miocardio e ictus. È pertanto importante identificare forme iniziali di ipercolesterolemia al fine di iniziare quanto prima un trattamento specifico. Il diabete mellito di tipo 2 è un altro tra i maggiori fattori di rischio per l’insorgenza di eventi cardio-cerebrovascolari. È stato dimostrato che un soggetto diabetico ha di per sè un rischio doppio di sviluppare un infarto del miocardio rispetto ad un soggetto non diabetico. In altre parole, il diabete deve essere considerato non soltanto una malattia del metabolismo, ma anche e soprattutto una patologia cardiovascolare. Tuttavia, gli interventi terapeutici sui vari fattori di rischio (glicemia, ipertensione, Ldl colesterolo), hanno una efficacia relativa se non vengono attuati cambiamenti nello stile di vita. Purtroppo oggi predomina nella nostra società il culto del cibo e della inattività fisica: non solo mangiamo più di quanto necessario, ma mangiamo soprattutto in maniera sbagliata. La moda del fast-food è quanto di più nocivo ci possa essere per la nostra salute. Una vita sana, che ci permetta di raggiungere un peso ideale, una modesta, ma costante attività fisica e l’abolizione del fumo, sarebbero le migliori terapie per prevenire il diabete e le malattie cardiovascolari. È consigliabile svolgere un’attività fisica di tipo aerobico, come camminare, nuotare, andare in bici, per almeno 30 minuti tre volte a settimana. Questi temi sono stati fulcro della quinta edizione dell’evento Cardiorace, ideato da Andrea Costanzo, che il 28 e 29 settembre ha organizzato un convegno ed ha allestito un vero e proprio ‘villaggio della salute’ a Piazza Gentile da Fabriano a Roma. Il titolo del convegno ‘Modelli di prevenzione e cura’ racchiude il messaggio della giornata mondiale del cuore. Personalità di spicco in campo cardiovascolare sono stati protagonisti delle numerose sessioni e hanno affrontato il tema della prevenzione da tutti i punti di vista, compresa una particolare sessione dedicata a ‘Bacco, tabacco e Venere’. Contemporaneamente, nel villaggio della salute, sono stati distribuiti materiali informativi e sono stati eseguiti check up gratuiti a tutti i partecipanti. In particolare, nello stand dell’Istituto Nazionale per Le Ricerche Cardiovascolari (INRC) sono stati effettuati controlli cardiologici attraverso l’esecuzione di elettrocardiogrammi ed ecoscopie gratuite. Inoltre, è stato effettuato uno screening per la fibrillazione atriale con l’utilizzo di dispositivi di ultima generazione. Nello specifico, nel corso delle due giornate di prevenzione, sono state eseguite 1600 visite cardiologiche, 900 elettrocardiogrammi, 500 ecoscopie. Come risultato, tale screening ha permesso di diagnosticare 5 casi di fibrillazione atriale, 2 casi di aritmia ventricolare e 2 casi di aritmia sopraventricolare, tutti misconosciuti. In altri stand si è potuto usufruire della misurazione gratuita della pressione arteriosa, del peso, della circonferenza addominale e della glicemia con calcolo del rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari. Nel corso delle due giornate, si sono registrati oltre 3.000 visitatori. L’evento podistico Cardiorace, corsa per la ricerca cardiovascolare, si è svolta sulle strade del quartiere Flaminio domenica 29 settembre e ha visto impegnati circa 1.500 partecipanti su distanze variabili (5, 10 e 16 km). L’entusiasmo dei partecipanti e l’affluenza agli screening hanno testimoniato la condivisione dell’obiettivo salute e, in particolare, di quella cardiovascolare. Non dimentichiamo che la mortalità per malattie cardiovascolari è seconda solo al tumore del polmone. È fondamentale quindi aumentarne la consapevolezza e promuovere a livello individuale e comunitario comportamenti e attività che concorrano a migliorare lo stato di salute e a mantenerlo nel tempo. Stili di vita salutari riducono non solo il rischio cardiovascolare ma anche quello di gran parte delle malattie cronico-degenerative. Per questo motivo è indispensabile l’impegno anche da parte delle istituzioni a fare scelte che abbiano la prevenzione come obiettivo primario e coinvolgano la società a tutto tondo, dall’industria alimentare alla scuola e alle associazioni, in modo che tutti possano operare scelte consapevoli e accessibili a tutti i livelli socio-economici.