L’Europa ha deciso di rispondere con fermezza alla nuova ondata protezionista lanciata dagli Stati Uniti. Dopo l’entrata in vigore dei dazi americani del 25% su acciaio e alluminio, Bruxelles ha annunciato misure compensative per 26 miliardi di euro, colpendo settori chiave dell’export statunitense. Una mossa che, inevitabilmente, inasprisce i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico e rischia di avere ripercussioni anche sui mercati finanziari.
Giorgetti tra protezionismo e globalizzazione: "L'Italia a rischio, serve equilibrio per le imprese"
Se l’Unione Europea ha scelto la strada della fermezza, anche Canada e Cina stanno preparando contromisure per rispondere alla stretta protezionista di Washington. L’effetto immediato è stato un rimbalzo delle borse, mentre cresce l’incertezza tra gli analisti. A preoccupare la presidente della Bce, Christine Lagarde, è soprattutto il rischio di una nuova impennata dell’inflazione. "L’incertezza resta altissima – ha avvertito – e la Banca centrale europea è pronta a intervenire con tutti gli strumenti a disposizione".
Trump alza il tiro, l’Italia teme per il Made in Italy
Dagli Stati Uniti, il presidente Donald Trump non ha tardato a rilanciare lo scontro con Bruxelles. "Vinceremo la battaglia con l’Ue", ha dichiarato, lasciando intendere che l’America potrebbe irrigidire ulteriormente le barriere commerciali. Una prospettiva che preoccupa l’Italia, tra i Paesi più esposti alle ritorsioni americane. L’agroalimentare, con le sue eccellenze nel vino, nei formaggi e nell’olio d’oliva, rischia di essere il settore più colpito, mettendo sotto pressione un comparto già alle prese con le incertezze del mercato globale.
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha assicurato che il governo è al lavoro per proteggere le aziende italiane, ma il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, ha messo in guardia anche dai rischi di una globalizzazione senza regole. "I danni del protezionismo sono evidenti – ha dichiarato – ma non dobbiamo dimenticare quelli causati dalla globalizzazione selvaggia. Serve un equilibrio che tuteli le nostre imprese senza esporle a una competizione sleale".
Per l’Italia, la sfida è duplice: da un lato, affrontare l’impatto immediato delle nuove barriere commerciali imposte da Washington, dall’altro, evitare che la risposta europea si traduca in una guerra commerciale dagli effetti imprevedibili. In un contesto economico sempre più instabile, il governo si trova così a dover navigare tra le tensioni internazionali e le incertezze politiche interne, cercando di difendere i propri interessi senza perdere il ruolo di interlocutore chiave nel dialogo tra Europa e Stati Uniti.