Giglio Group

- di: Germana Loizzi
 

Presidente Giglio, il suo Gruppo ha sottoscritto l’accordo di acquisizione della società “Terashop”, uno dei maggiori fornitori di servizi di e-commerce in outsourcing in Italia. (Terashop con il proprio portafogli clienti, sviluppato anche nei settori fashion e food tra i quali Fratelli Rossetti, Expert, Auchan, Gran Casa, Fazzini Home, Cameo, Fabbri, Mediaset RTI (MediaShopping), Bricoio, Akai, Gruppo Generali, Agos, Volvo, Renault, Iveco, Piaggio, McDonalds, Aia-Negroni e Grandi Salumifici Italiani, vanta un Gmv (Gross merchandise value, ossia il valore di tutte le merci vendute ai clienti finali dopo cancellazioni e resi e Iva inclusa) di oltre 30 milioni di Euro. Insomma, un’acquisizione che appare strategica tanto che, afferma un vostro comunicato, “grazie a questa acquisizione Giglio Group ambisce a diventare il più grande esportatore digitale del Made in Italy nel mondo con un portafoglio di brand unico e con una offerta di prodotto completa ed innovativa”. Può entrare nel dettaglio di questa importante acquisizione e delineare i contorni della sua strategicità? In particolare, può evidenziare come si inquadra negli obiettivi strategici del Piano industriale di Giglio Group, che definiscono un Gruppo leader in Italia che sta ampliando la propria offerta anche a categorie merceologiche diverse dal fashion, quali design e food?
Per diventare leader nel nostro settore abbiamo due modi. Aumentare la nostra penetrazione commerciale nelle categorie in cui siamo ben consolidati come il fashion o laddove operiamo da pionieri assoluti, come il food, oppure acquistare portafogli di brand gestiti da concorrenti e quindi aumentare la nostra market share. Mentre la prima strada la percorriamo da un paio di anni, testimonianza di questa direzione e’ la raffica di marchi che abbiamo portato a casa in quest’anno, la seconda pone piu’ rischi che opportunita’, perche’ non troviamo nessun concorrente con le stesse nostre competenze e con un portafoglio di marchi significativi. Nel caso di Terashop abbiamo pero’ apprezzato la superiore piattaforma tecnologica, che ci permettera’ di attirare un numero maggiore di clienti a cui proporremo prodotti digitali e canali distributivi innovativi e che creano valore.

Sempre in merito all’operazione strategica di acquisizione di ‘Terashop’, lei ha affermato che tale operazione “è l’opportunità per inserire nel nostro team personalità di grande spicco, come Antonio Lembo (amministratore delegato di “Terashop”, ndr), che apporteranno valore al Gruppo, e sono certo che le sinergie che andranno a crearsi sosterranno il forte incremento di lavoro dei prossimi mesi, ottimizzando la base dei costi operativi attraverso la creazione di virtuose economie di scala”. Quale sarà esattamente il ruolo di Antonio Lembo, che da parte sua si è detto “molto felice di questa operazione, così come di mettere a disposizione il mio know how, frutto di una esperienza ventennale, con un ruolo di grande rilevanza all’interno del Gruppo che ambisce ad essere il primo esportatore digitale di Made in Italy nel mondo”?
Giglio group sta diventando una macchina complessa. Noi gestiamo un completo servizio di outsurcing per i brand, dall’emissione di uno scontrino digitale, fino alla scelta del packaging, alla scelta del corriere piu’ affidabile e veloce per il delivery del bene, e una piattaforma digitale integrata sia con i sistemi informatici del brand sia con i piu’ importanti marketplace del mondo. Per fare questo abbiamo bisogno di un maestro di orchestra che faccia suonare i componenti dell’orchestra sempre a tempo per una sinfonia perfetta. Questo e’ Antonio con la sua pluriennale esperienza nel settore. E si integra perfettamente nella nostra macchina commerciale ben inserita nei settori in cui operiamo.

In un’intervista rilasciata nel luglio scorso a Radiocor, l’agenzia di stampa del Sole24Ore, lei ha affermato che “saranno annunciati altri quattro accordi con brand del settore fashion e design. Poi sarà avviato il processo di crescita nel settore Food”. Nella stessa intervista ha affermato che Giglio Group, entro l’anno, vorrebbe far entrare in portafoglio “almeno una dozzina di aziende top del food italiano”. E che un altro settore nel mirino è quello del design. Due domande. La prima è se, oltre all’acquisizione di “Terashop”, può fornirci qualche anticipazione sulle altre operazioni delineate di cui ha accennato nell’intervista. La seconda, alla luce di questo quadro, è se il 2019 può essere considerato come il trampolino di lancio di una fase sviluppo particolarmente forte di Giglio Group nei prossimi anni.
Il Gruppo Giglio e’ interessato sia a crescere per volumi gestiti ma anche a proporre nuovi modelli di marketing basati sulle nostre infrastrutture digitali, tra cui spiccano oggi le competenze di Terashop. Il 2019 e’ l’anno della decisa accelerazione. La vettura e’ stata messa in direzione di diventare un leader assoluto nell’ecommerce del Made in Italy, una infrastruttura tecnologica e commerciale a disposizione dei migliori brand del paese. Quindi, prevediamo un 2020 e un 2021 in cui possiamo finalmente raccogliere quanto costruito negli ultimi due anni, sperando di raccogliere successi nei due business piu’ innovativi nel nostro portafoglio di servizi: la Cina ed il Food. La Cina, dove vogliamo essere l’unico player indipendente italiano capace di portare in poco tempo i brand italiani sulle principali vetrine digitali del paese, che ormai conta per meta’ dell’intero ecommerce globale. E poi il food, non una scommessa ma una certezza, un terreno vergine in cui recuperiamo la nostra attitudine primordiale di provare qualcosa di innovativo e costruire il nostro vantaggio competitivo rispetto a possibili new comers. 

Intanto avete mostrato una buona Semestrale, tanto che lei si è detto “ampiamente soddisfatto degli ottimi risultati del semestre, che preannunciano una stagione di grande crescita anche alla luce dei contratti già sottoscritti con nuovi clienti che operativamente partiranno entro la fine dell’anno e di molti altri ancora in fase di finalizzazione che annunceremo nelle prossime settimane”. I dati della Semestrale evidenziano crescita del 9% del Gross merchandise value a quota 43,3 milioni di euro (39,7 milioni di euro nello stesso periodo del 2018), e del 7% dei ricavi consolidati a 19,3 milioni di euro (18 milioni nel 2018). L’Ebitda adjusted delle ‘continuing operations’ è pari a 0,6 milioni di euro (rispetto a -0,2 milioni dei dati consolidati del primo semestre 2018, con una crescita del 483%. Ed è da evidenziare che Giglio Group risulta in linea con il piano industriale 2019- 2023 per quanto riguarda la gestione dell’e-commerce: l’Ebitda dell’area e-commerce, infatti, al netto dei costi centrali è di 3,2 milioni di euro, pari al 18% dei ricavi. Il risultato netto complessivo del semestre invece arretra (è negativo per 3,1 milioni di euro), ma il dato non è significativo perché non tiene conto dei 2,8 milioni di euro di plusvalenze che verranno registrate nel Bilancio 2019 all’atto del ‘closing’ dell’operazione di conferimento delle attività dell’area media, contrariamente alle minusvalenze già conteggiate nell’esercizio 2018. Da cosa è derivato in particolare l’aumento dei ricavi e quali sono ad oggi le previsioni relative alla seconda metà del 2019?
La nostra crescita nel primo semestre e’ stata essenzialmente organica, il business cresce prevalentemente per la crescita del settore dell’ecommerce e noi raccogliamo i frutti; per il secondo semestre prevediamo di partire con nuovi brand direttamente sulla nuova piattaforma Terashop, e i risultati si vedranno in modo maggiore a partire dal primo trimestre 2020. Pertanto confidiamo in un 2019 in crescita in linea con il primo semestre e in una forte accelerazione, anche grazie ai primi contributi del food, nel primo semestre 2020.

Giglio Group, che lei ha fondato nel 2003, è leader in Italia nella progettazione, realizzazione e gestione di piattaforme di e-commerce ad alto valore aggiunto per i mondi Fashion, Design, Lifestyle e, più recentemente, Food. Ha sede a Milano e filiali a New York, Shanghai, Hong Kong, Roma, Lugano e Genova. Oltre che una bella realtà già consolidata e in espansione, è anche un punto privilegiato di osservazione del mercato legato al mondo dell’e-commerce. Quali sono in questo mercato le tendenze emergenti e quelle di medio periodo? Ci sono, a questo proposito, elementi specifici del mercato italiano rispetto a quelli degli altri grandi Paesi europei?
Innanzitutto esiste una mega tendenza, epocale, l’avanzata dell’ecommerce; tutte le merci che hanno la possibilita’ di essere vendute on line, tutti i servizi che possono essere acquistati digitalmente, saranno trovati in tutti i marketplace del mondo in modo sempre maggiore, fino a coprire in certe categorie di beni, come il fashion di lusso, il 25% delle vendite totali. Di queste vendite come ho detto prima, la Cina gioca la parte del leone. Cosa aggiungere…pensiamo di essere al posto giusto nel momento giusto. Il mercato italiano e’ ancora molto piccolo ma in crescita. Non e’ un mercato di vendita per noi perche’ vendiamo all’estero quasi il 100% dei volumi transati, ma un’eccezionale mercato di approvigionamento. Diventare il piu’ grosso esportatore del Made in Italy nei settori del fashion, del food e del design e’ un motivo di orgoglio per noi.

L’Ebitda adjusted delle ‘continuing operations’ incorpora i costi di sviluppo degli e-commerce store in Cina, i cui ricavi inizieranno a manifestarsi nel secondo semestre dell’esercizio. Cosa vi attendete in concreto dallo sviluppo di questi e-commerce in Cina e qual è il loro valore strategico nella vostra ‘vision’?
Ci attendiamo molto ma non lo diciamo ad alta voce. Non e’ scaramanzia ma la realta’ della Cina. Il mercato e’ enorme, ma molto selettivo per quanto riguarda i brand. Ecco, in questo contesto le nostre competenze devono emergere. Frequentiamo la Cina da molti anni grazie alla nostra storica presenza sulle televisioni cinesi e piu’ recentemente sui canali digitali, visti da centinaia di milioni di persone ogni settimana. Abbiamo sia infrastrutture logistiche e tecnologiche oltre che esperienze commerciali che mettiamo a disposizione di quei brand che convinti delle potenzialita’ del mercato cinese si affidano a noi come partner affidabile, per contenere i costi della gestione di un ecommerce “omnichannel” e per contenere anche gli investimenti. Per noi e’ fondamentale anche per mettere i piedi in un mercato con crescita esponenziale.

Può illustrarci i motivi della dismissione dell’area media, nell’ambito di un percorso che l’8 luglio scorso ha visto Giglio Group, Vértice Trescientos Sesenta Grados Sa (‘Vertive 360’) e Squirrel Capital Slu tipulare i documenti contrattuali che regolano i termini e le condizioni del conferimento in ‘Vertice 360’ degli asset afferenti al business dell’area media del vostro Gruppo?
Una semplice considerazione. La fase di start up del settore ecommerce alla fine del 2018 era sostanzialmente finita con le acquisizioni fatte tra il 2016 e il 2017 e la definizione di un portafoglio verticale di servizi. Ci siamo alla fine accorti che il settore dell’ecommmerce era molto piu’ grande dell’area media ed era quel business a piu’ alti tassi crescita. Abbiamo velocemente deciso di fare questa mossa che ci consente oggi di ottimizzare le nostre risorse finanziarie verso il business a piu’ alta redditivita’ e uscire dall’area media affidando le nostre property ad uno specialista del settore piu’ capace di noi di portarle a piu’ alto reddito.

Nel 2017 avete acquisito il 100% delle quote di Evolve Service, un colosso nel panorama e-commerce nei settori moda, beauty e design. Può farci un primo bilancio di questa acquisizione, evidenziandone il ruolo nell’ambito dell’attività complessiva di Giglio Group?
Un’acquisizione fondamentale. Una delle piu’ importanti piattaforme digitali in Europa, con molti clienti top. Abbiamo imparato molto da queste persone, abbiamo ottimizzato i processi e allargato la base clienti. Abbiamo aumentato i volumi gestiti in due anni di oltre il 50%. Da li abbiamo fatto il balzo verso l’allargamento del nostro portafoglio e lo sviluppo di una nuova piattaforma.

Presidente Giglio, chiuda gli occhi e si proietti in avanti di dieci anni. Come immagina sarà diventata Giglio Group?
La piu’ importante autostrada digitale verso il mondo delle eccellenze del Made in Italy.

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