Gb: monta la rabbia della gente, mentre Sunak ammette la sua impotenza davanti alle vertenze

- di: David Lewis
 
Si dice che in politica la luna di miele per chi va al governo, a differenza di quelle di quelle vere (che si esauriscono giusto il tempo di fare un viaggio che rilassi dopo il tourbillon del matrimonio), durino cento giorni. Una misura di comodo che non c'entra nulla con la realtà, ma è un periodo fissato per convenzione, ritenendo che cento giorni sia la franchigia concessa dalla gente ai nuovi arrivati nelle stanze del potere. Il difficile si pensa cominci dopo, quando chi governa si è giocato il bonus e viene chiamato a rispondere di quello che ha fatto e se esso risponde e in che misura alle promesse ''sparate'' prima di sedersi sulla ambita poltrona. Il primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha appena superato i cento giorni di governo e, se proprio si deve fare un bilancio, non è che possa essere soddisfacente o tale da infondere ottimismo.

Gb: monta la rabbia della gente, mentre Sunak ammette la sua impotenza davanti alle vertenze

Il Regno Unito sta attraversando un periodo di turbolenze, sociali innanzitutto, ma soprattutto nel mondo del lavoro, che chiede, reclama, pretende maggiore attenzione andandosi a scontrare con una realtà che spinge verso il pessimismo. Oramai ci siano abituati agli scioperi, diventati quasi un compagno delle nostre giornate, condizionate dal fatto che si fermano i treni, che la posta non viene consegnata né se ne può spedire, che in ospedale la maggior parte degli infermieri se ne sta all'esterno a dire di volere essere pagati meglio, che se devi prendere un aereo per andare all'estero o hai fatto il viaggio inverso le file davanti ai box di chi controlla i passaporti e si muovo con lentezza (come parte della protesta). E poi ci sono vicende che da sole meriterebbero ben più attenzione, come il fatto che alcuni recuperatori di credito di una società che distribuisce gas hanno fatto irruzione in casa di clienti morosi, forzandone le porte e installando un contatore che prevede il pagamento in anticipo, gettando nella disperazione molte (si parla di centinaia, molte delle quali con bambini piccolissimi) famiglie indigenti.

Ma Sunak non perde il sorriso, anche se appare un po' sbiadito rispetto a quello smagliante di quando entrò per la prima volta a Downing Street da premier. Difficile non avere comprensione nei suoi confronti, perché, sin da primo giorno, per lui è stato un percorso accidentato, con mille problemi, alcuni dei quali oggettivamente non risolvibili. Da uomo di numeri (il suo passato di finanziere in questo lo dovrebbe aiutare) Rishi Sunak si trova stretto tra due bracci di una tenaglia: da un lato le pressanti richieste di moltissime categorie dell'impiego pubblico di aumenti salariali per combattere la spirale dei prezzi, che solo da poco mostra minimi rallentamenti; dall'altro, l'oggettiva mancanza di disponibilità nelle casse dello Stato per dire a tutti di sì, magari scendendo di un gradino dalle originarie richieste. Lui, il primo ministro, è come un bicchiere di cristallo in una pressa: non appena la pressione aumenterà andrà in frantumi. Ma questa sua oggettiva difficoltà non convince i sindacati, che continuano la loro offensiva, a colpi di sciopero, nella consapevolezza che in qualche modo i disagi che le loro proteste provocano alla gente sono una ulteriore forma di pressione. Ma, a sentire i consiglieri economici del primo ministro, Sunak ha già compiuto progressi significativi sostenendo che l'economia sta iniziando a riprendersi. Loro dicono questo, ma ai sudditi di Carlo, non è che sembra cambiato granché. Però, in un momento in cui Sunak dovrebbe avere il conforto del suo partito, sembra che i conservatori facciano di tutto per creargli problemi.

Ha dovuto mettere alla porta Gavin Williamson e Nadhim Zahawi per presunti scandali e ora rischia di perdere Dominic Raab, che è il suo vice e che è inseguito da accuse di comportamenti talmente rudi nei confronti dei suoi collaboratori da sfociare nel bullismo. Sunak, quindi, arranca, i sondaggi danno i laburisti avanti addirittura di una ventina di punti e la gente che non ce la fa più. Di soluzioni, sicuramente, ce ne sarebbero per risolvere, in un colpo solo, tutti i problemi. Come calarsi nelle vesti di Harry Potter e cambiare il mondo a colpi di magie. Ma Rishi Sunak, come ha candidamente confessato ad una delegazione di operatori sanitari (tra i più turbolenti contestatori dell'operato del governo), anche se vorrebbe dare più soldi a tutti, ha un solo problema: ''non ho la bacchetta magica''.
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