La Francia paralizzata dalla protesta contro la riforma delle pensioni

- di: Redazione
 
La Francia ha affrontato oggi, in occasione della sesta giornata di scioperi indetti contro la riforma delle pensioni che il governo vuole adottare, pesantissimi disagi mentre in tutto il Paese sono state organizzate oltre 260 proteste.
I primi a scioperare sono stati, questa mattina, i lavoratori dei trasporti e il personale delle raffinerie. La protesta contro il progetto di alzare l'età pensionabile dagli attuali 62 anni a 64 vuole portare in piazza tutte le categorie interessate dalla riforma, ma anche i giovani, sottolineando come la nuova e più alta''asticella'' influenzerà anche il loro futuro.

La Francia paralizzata dalla protesta contro la riforma delle pensioni

L'ampiezza della protesta di oggi dovrebbe essere maggiore di quella del 19 gennaio, anche perché i sindacati dei ferrovieri hanno chiesto scioperi a tempo indeterminato, che potrebbero interessare tutti i treni nazionali e le rotte internazionali, incluso l'Eurostar. Secondo la polizia, alle manifestazioni di protesta hanno partecipato tra 1,1 e 1,4 milioni di persone.
Gli autobus urbani locali e i treni della metropolitana nelle grandi città sono stati colpiti dalle astensioni, così come le compagnie aeree, con fino al 30% dei voli cancellati nelle giornate di oggi e domani, a causa dello sciopero dei controllori del traffico aereo.

"L'idea è di fermare la Francia "
, ha detto Fabrice Michaud, del ramo dei ferrovieri del sindacato CGT. Che gli scioperi avrebbero impattato pesantemente sulla gente lo ha ammesso lo stesso ministro dei Trasporti, Clément Beaune, secondo il quale oggi sarebbe stato "uno dei giorni di sciopero più difficili" per i viaggiatori dall'inizio delle proteste.
La protesta si è allargata al mondo della scuole. L'Università Rennes 2, in Bretagna, è stata occupata la scorsa notte dagli studenti, mentre alcune scuole non hanno avuto attività didattiche per lo sciopero. Anche la raccolta dei rifiuti è stata interessata in diverse città.
Le proposte di Macron per aumentare l'età pensionabile da 62 a 64 anni e quindi il numero di anni di lavoro necessari per richiedere una pensione completa sono in discussione in questi giorni al senato francese, in una battaglia parlamentare molto difficile per il presidente, uscito indebolito dalle elezioni dopo dopo che il suo gruppo centrista non è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta, a fronte dell'avanzata della estrema destra e della sinistra radicale.

Senza una maggioranza, il governo deve fare affidamento sulla destra Les Républicains per sostenere i cambiamenti delle pensioni, ma i loro senatori e deputati premono per modifiche. Viste le difficoltà, è probabile che si decida di costituire una commissione, composta da parlamentari delle due Camere, che giunga ad una formulazione di un oggi difficile compromesso. Un sondaggio Ifpo per il quotidiano domenicale Le Journal de Dimanche ha rilevato che solo il 32% dei francesi ha sostenuto le modifiche alle pensioni di Macron.
Laurent Berger, capo del sindacato moderato CFDT, ha criticato Macron per non aver incontrato i leader sindacali. Ha detto che il presidente deve ascoltare il popolo francese. "Non può rimanere in silenzio come ha fatto negli ultimi due mesi", ha detto Berger.
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