Francia: morto Bernard Pivot, una vita dedicata alle parole
- di: Redazione
FOTO: Ina Culture
La Francia intera, senza distinzione di schieramenti, piange oggi la morte, a 89 anni, di Bernard Pivot, l'intellettuale che ha segnato molti decenni della cultura del Paese. Il ''re della Lettura'', come veniva definito, era uscito di scena, abbandonando la televisione, nel 2001 e, già a quel tempo, la sua decisione fu accolta con dolore dalla Francia che, in 28 anni di sua attività in tv, lo aveva apprezzato, amato, addirittura idolatrato per avere saputo costruire un linguaggio assolutamente rivoluzionario rispetto a quello precedente, troppo paludato.
Francia: morto Bernard Pivot, una vita dedicata alle parole
Davanti a lui sono sfilati centinaia di personaggi, senza alcuna preclusione culturale: scrittori, artisti, politici, uomini di sport e chef stellati. Uniti dalla gratificazione di rispondere alle domande di Pivot, che amava definirsi un ''grattacapo''.
Quando decise di farsi da parte, a 65 anni, Pivot aveva ancora tanto da dare alla cultura d'oltralpe, ma, lui che era illuminato amante del vino, del buon cibo e del calcio, decise di dedicarsi alla lettura e alla scrittura.
Passioni che si sono trasfuse non solo in una ventina di libri, ma anche in rappresentazioni teatrali per poi presiedere, dopo averne fatto parte, la giuria del Goncourt, dal 2014 al 2019.
Sempre affamato di novità, Bernard Pivot si volle mettere alla prova usando, a partire dal 2012, Twitter non solo come strumento di comunicazione, ma anche come banco di prova per la sua capacità nei giochi di parole e negli aforismi, che dovevano rispettare il vincolo dei 120 caratteri. Diventando un piccolo, anche se ennesimo capitolo della sua capacità di calamitare l'interesse, i suoi tweet attirarono decine di migliaia di persone e tra esse anche moltissimi giovani che nemmeno erano nati negli anni d'oro, quelle in cui Pivot era assoluto protagonista della televisione francese, dapprima con il celeberrimo ''Apostrophes'' (1975-1990), quindi ''Bouillon de culture'' (1991-2001).