Berlusconi: Forza Italia si interroga sul suo futuro
- di: Redazione
Quando ancora l'eco delle esequie di Silvio Berlusconi non si è spenta, anche per le polemiche che hanno ingenerato le decisioni prese dal governo, tra lutto nazionale e funerale di Stato, mentre sulle tutte televisioni è stata una narrazione monocorde (con picchi di imbarazzante piaggeria) in celebrazione dello scomparso, Forza Italia vive ore di fibrillazione, cercando di capire quale sarà il suo futuro.
Che il partito, dopo la morte del suo fondatore e finanziatore, si senta acefalo è di tutta evidenza, soprattutto perché l'assenza di un successore designato (ma soprattutto accettato da tutti i forzisti, anch'essi dilaniati da uno scontro tra bande) sta lasciando il campo ad una guerriglia di posizione tra i maggiorenti, per evitare di essere tagliati fuori dalla ''spartizione''.
Berlusconi: Forza Italia si interroga sul suo futuro
In queste ore su Antonio Tajani ci sono le normali pressioni su chi deve, per incarico, coordinare il partito e che non può certo fare finta di non accorgersi che è già partita un'opa dall'esterno, tra chi non aspettava che la morte di Berlusconi per pascersi, politicamente, della sua creatura. Certo è che, se non interverranno in tempi brevi fatti che consentano una transizione light verso la normalizzazione dei rapporti, il rischio che Forza Italia corre è quello di una frantumazione del proprio ''corpus'', come partito e come elettorato, che mai come oggi avverte lo sbandamento di vedersi privato della sua guida e di non intravedere o capire chi ne possa prendere il posto.
La stessa Giorgia Meloni, che pure ha tutte le carte in mano per espugnare quel che resta del fortino azzurro, non può certo affrontare il rischio di una operazione di mera acquisizione, che non può essere solo di fagocitazione dei parlamentari azzurri (intesa come passaggio ai gruppi di Fratelli d'Italia, a livello di parlamento, ma, in un effetto domino, anche in periferia stravolgendo gli equilibri in molti enti territoriali), ma che deve avere anche un contenuto politico, dovendo tenere conto che l'altro alleato - la Lega - è ingombrante e poco disposto a vedere marginalizzato ulteriormente il suo ruolo.
Al presidente del consiglio, quindi, farebbe comodo un processo di integrazione, ma con tempi e modi che devono essere dettati da Giorgia Meloni, alla luce degli equilibri in seno alla maggioranza e, soprattutto, in vista delle elezioni europee dell'anno prossimo, in cui molto avrebbe giocato Berlusconi come cinghia di collegamento tra i ''nuovi'' Fratelli d'Italia (sempre caratterizzati ideologicamente, ma non tanto da farsi ammaliare dalle sirene della destra, quella della tedesca AfD, tanto per capirci) e quel Partito popolare da spostare dall'alleanza con la sinistra.
Quindi, pur senza Berlusconi e resistendo alla tentazione d trasmigrare, a patto di avere la garanzia di poltrone, poltroncine, sgabelli o strapuntini (che la Lega potrebbe nemmeno promettere oggi, visti i suoi numeri in discesa), gli esponenti di Forza Italia sono ad un bivio cruciale: scommettere ancora su sé stessi o accettare di cambiare casacca, pur di restare in sella.
Fantapolitica? Nemmeno tanta. Comunque le prossime ore saranno cruciali, anche per capire se, con l'apertura del testamento di Silvio Berlusconi, sarà conclamato il ruolo, in Forza Italia, della sua compagna, Marta Fascina, che ieri, in Duomo, ha impersonato perfettamente il ruolo di ''dolens uxorem'', di vedova, che, da quel che è sembrato, le è stato riconosciuto anche da Marina Berlusconi, sempre più fulcro delle dinamiche familiari.