Rapporto interno del FMI denuncia errori nella valutazione delle crisi

- di: Redazione
 
Può un organismo - le cui ipotesi e modelli, sullo stato delle crisi, sono guardati con attenzione da tutti i soggetti che si occupano di macroeconomia - sbagliare in modo marchiano le sue previsioni, al punto da essere costretto ad ammetterlo?
È quello che è accaduto in seno al Fondo monetario internazionale, peraltro alle prese con problematiche potenzialmente esplosive, come le polemiche sui comportamenti del suo capo, Kristalina Georgieva (succeduta a Christine Lagarde nel 2019) accusata di parzialità per aver favorito la Cina in una classificazione , quando era amministratore delegato della Banca Mondiale. Il dipartimento dell'FMI responsabile della valutazione delle proprie attività (l'Indipendent Evaluation Office, IEO), ha cercato di capire, in un rapporto pubblicato il 9 settembre e quasi passato inosservato, perché le sue previsioni di crescita fossero così ottimistiche per alcuni Paesi in via di sviluppo. E dal rapporto si deduce che, a detta degli esperti dell'IEO, gli errori di valutazione non sono solo tecnici.

FMI: un rapporto interno mostra errori nelle valutazioni delle crisi

''Il personale del Fondo" - si legge in un passaggio del rapporto - "può essere incoraggiato a convalidare proiezioni di crescita irrealistiche, che colmano i divari di bilancio e si traducono in un parere favorevole sulla sostenibilità del debito, sperando nel contempo di convincere le autorità ad andare avanti su riforme difficili''.
Gli autori del rapporto citano alcuni esempi, a cominciare da quello relativo alla Lettonia, che ha ricevuto nel 2008 - quando a capo del Fondo monetario internazionale c'era Dominique Strauss-Kahn - aiuti contro l'attuazione di un severo piano di austerità.

"Il personale del FMI ha previsto una contrazione del PIL compresa tra il 6% e l'8% nel 2009, a causa delle statistiche che indicavano una grave recessione, ma ha concordato un programma di un calo del 5%, poiché le autorità hanno ritenuto le loro stime troppo pessimistiche", sottolinea il rapporto. Quell'anno la contrazione del Pil lettone ha raggiunto il 14%.
Nel rapporto si cita l'esempio di un altro Paese alle prese con una crisi, la Giamaica. Gli economisti del FMI incaricati di negoziare un piano di aiuti ammettono che "le previsioni di crescita a medio termine erano probabilmente troppo ottimistiche" . Notano, tuttavia, che "sarebbe stato complicato ottenere un sostegno nazionale per un programma le cui proiezioni di crescita a medio termine erano ancora più basse".
Per lo IEO, queste previsioni distorte non sono sistematiche: "Nel complesso, i dati suggeriscono che, nel campione di Paesi utilizzati per valutare i programmi del FMI, i tassi di crescita effettivi non sono sistematicamente inferiori''.

Anche se questi dati "irrealistici" riguardano solo i Paesi in crisi con i quali il FMI ha negoziato un programma di sostegno, è in gioco la credibilità dell'istituzione, la sostenibilità di un debito o definire i contorni di un ''salvataggio''.
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