Flussi migratori in Italia: attrazione e dispersione di talenti
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

In un contesto globale sempre più interconnesso, l'Italia si trova al centro di flussi migratori che influenzano significativamente il suo mercato del lavoro. Il Paese attira lavoratori stranieri in settori chiave dell'economia, ma al contempo vede molti cittadini italiani trasferirsi all'estero in cerca di migliori opportunità professionali.
Flussi migratori in Italia: attrazione e dispersione di talenti
L'Italia continua ad essere una meta ambita per molti lavoratori stranieri, sia comunitari che extracomunitari. La domanda di manodopera è particolarmente elevata in settori come l'agricoltura, l'edilizia, i servizi alla persona, l'industria, la logistica e la sanità. Secondo dati ISTAT, nel 2023, gli stranieri residenti stabilmente in Italia erano circa 5,2 milioni. Di questi, il 60% era impiegato in settori con elevata richiesta di manodopera, contribuendo in modo significativo al tessuto economico e sociale del Paese.
Emigrazione dei cittadini italiani
Parallelamente, molti italiani scelgono di trasferirsi all'estero in cerca di condizioni lavorative più vantaggiose. Questo fenomeno riguarda sia giovani laureati che professionisti con esperienza, che si dirigono principalmente verso Paesi come Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Canada e Australia. Secondo il Ministero degli Affari Esteri, nel 2023, circa 5,8 milioni di italiani risultavano iscritti all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE). La fascia più mobile è quella tra i 25 e i 40 anni, attratta da stipendi che, nei Paesi di destinazione, possono essere fino al 50% più alti rispetto all'Italia.
Considerazioni sulle politiche di attrazione e trattenimento dei talenti
La capacità di un Paese di attrarre e trattenere talenti è fondamentale per la sua competitività economica e per affrontare le sfide future. In Italia, emergono diverse criticità in questo ambito.
Secondo un'analisi dell'Osservatorio HR Innovation Practice, nei primi nove mesi del 2022, su quasi 420.000 nuove assunzioni, 170.000 (il 40,3%) sono risultate di difficile reperimento, rispetto al 28,2% riscontrato nel 2019. Si prevede inoltre che, tra il 2022 e il 2026, sarà necessario assumere tra i 4,1 e i 4,6 milioni di specialisti, soprattutto in ambito tecnologico.
Le piccole e medie imprese (PMI) italiane sono particolarmente colpite da questa situazione. Il 63% delle PMI italiane trova difficile trattenere lavoratori esperti, una quota superiore alla media europea del 53%. In particolare, le PMI italiane faticano a trovare operatori di macchine, artigiani e lavoratori esperti del commercio, con il 36% dei casi rispetto al 28% della media UE.
La Generazione Z, che rappresenta il futuro del mercato del lavoro, ha aspettative diverse rispetto alle generazioni precedenti. Secondo uno studio, il 77% dei giovani si candiderebbe a un lavoro senza conoscere il salario, suggerendo che altri fattori sono prioritari nella scelta lavorativa. Preferiscono equilibrio tra vita privata e lavoro, compiti soddisfacenti e buone relazioni con i colleghi rispetto a un alto salario, confermando una visione multidimensionale del successo professionale.
Le PMI, con il supporto di strumenti di welfare innovativi e mirati, possono giocare un ruolo centrale non solo nel formare i giovani talenti, ma anche nel trasformarli in agenti di cambiamento. Investire in politiche di welfare aziendale, offrire flessibilità lavorativa e creare un ambiente inclusivo sono strategie efficaci per attrarre e trattenere talenti.
Inoltre, la reputazione aziendale gioca un ruolo cruciale. Un'azienda che investe nei suoi dipendenti e offre un ambiente di lavoro stimolante acquisisce una reputazione positiva, attirando ulteriormente talenti. Questo non solo riduce i costi legati al turnover, ma migliora anche la competitività dell'impresa sul mercato.
In conclusione, la mobilità lavorativa è oggi un fenomeno fluido e interattivo. L'Italia, al centro di questi flussi, deve affrontare la sfida di trattenere i propri talenti e, al contempo, valorizzare l'apporto dei lavoratori stranieri. Incentivare la libera circolazione, il riconoscimento delle competenze e la collaborazione transnazionale sono passi fondamentali per costruire un mercato del lavoro dinamico e resiliente, in grado di competere a livello globale.