Giorgetti frena: “Orizzonte pluriennale”. Meloni insiste, ma il Pnrr si complica con la quinta revisione.
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(Foto: la premier Giorgia Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti)
Il governo italiano continua a dichiarare attenzione verso il ceto medio, ma le promesse di un taglio fiscale immediato si allontanano. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha recentemente sottolineato che l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale per i redditi medi richiederà un “orizzonte pluriennale”. Questa dichiarazione arriva in un contesto di crescenti tensioni politiche interne e di una complessa revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Le dichiarazioni di Giorgetti e le tensioni politiche
Durante un’interrogazione parlamentare, Giorgetti ha risposto alle preoccupazioni sollevate dal deputato Luigi Marattin riguardo al carico fiscale sul ceto medio. Il ministro ha affermato che, sebbene l’intento del governo sia quello di ridurre progressivamente la pressione fiscale anche per i redditi medi, questo processo richiederà tempo e dipenderà dalle risorse disponibili. All’interno della maggioranza di governo, emergono divergenze significative. Forza Italia spinge per un taglio dell’Irpef, mentre la Lega propone una nuova rottamazione fiscale. Queste differenze complicano ulteriormente il percorso verso una riforma fiscale che possa realmente beneficiare il ceto medio.
La revisione del Pnrr e le implicazioni
Il 21 marzo 2025 l’Italia ha presentato alla Commissione Europea una quinta richiesta di modifica del Pnrr, focalizzata su modifiche tecniche relative a tappe e obiettivi della settima richiesta di pagamento. Tuttavia, questa nuova revisione è stata presentata senza un adeguato dibattito parlamentare, sollevando preoccupazioni sulla trasparenza del processo.
L’Italia è attualmente l’unico paese dell’Unione Europea ad aver presentato cinque richieste di modifica del proprio Pnrr, superando altri paesi come Belgio, Cipro, Irlanda e Spagna, che si fermano a quattro. Questa situazione evidenzia le difficoltà nell’implementazione del piano e solleva interrogativi sulla capacità del governo di gestire efficacemente le risorse europee.
Le promesse di Meloni e la realtà fiscale
All’inizio del 2025 la premier Giorgia Meloni aveva dichiarato l’intenzione di concentrare l’attenzione del governo sulla riduzione delle tasse per il ceto medio, in particolare per coloro che guadagnano tra i 50.000 e i 60.000 euro. Tuttavia, la mancanza di coperture finanziarie ha impedito l’attuazione immediata di queste misure.
Il viceministro con delega al fisco, Maurizio Leo, aveva già ammesso a febbraio che il taglio delle tasse per il ceto medio, previsto per la fine dello scorso anno, era stato rimandato al 2025 per mancanza di fondi. Le recenti dichiarazioni di Giorgetti confermano che, al momento, non ci sono novità in arrivo su questo fronte.
Le azioni concrete tardano ad arrivare
Il ceto medio italiano continua a essere al centro delle dichiarazioni politiche, ma le azioni concrete tardano ad arrivare. Le divergenze interne alla maggioranza e le complicazioni legate alla revisione del Pnrr rendono incerto il futuro delle promesse fiscali. Mentre il governo assicura che l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale per i redditi medi è stato avviato, la mancanza di risultati tangibili solleva dubbi sulla reale volontà e capacità di attuare queste riforme.