Una lotta all’evasione “intelligente”, mirata, non punitiva ma incisiva. È questa la direzione impressa dal governo Meloni alla riforma fiscale, che nelle ultime ore ha trovato nel catasto il nuovo centro d’interesse. L’Agenzia delle Entrate, con il supporto della Guardia di Finanza, ha avviato una fase di verifica incrociata che punta a scovare immobili fantasma, rendite catastali sottostimate e irregolarità edilizie mascherate da vecchie classificazioni.
Fisco, fari puntati sul catasto: nella lotta all’evasione scatta la stagione dei controlli incrociati
Non si tratta di una nuova patrimoniale, assicurano fonti di governo. Ma di una mappatura che consenta di riportare nella legalità ciò che finora è sfuggito ai radar dell’amministrazione. Per Giorgia Meloni, il punto è chiaro: “Pagare tutti per pagare meno”.
Il dossier Irpef e il nodo della giustizia fiscale
Nel perimetro della delega fiscale approvata lo scorso anno, la revisione del catasto non è legata direttamente al valore di mercato, ma all’equità del prelievo. In altre parole, chi possiede un immobile che oggi risulta inquadrato in modo anomalo o antiquato – magari una villa classificata come casa popolare – sarà oggetto di verifica e, se necessario, di riallineamento. Una misura che punta a rendere più coerente il rapporto tra valore reale e imposta dovuta, specialmente in vista del riordino dell’Irpef e della local tax.
Per il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, regista della riforma, “il catasto non è uno strumento per tassare di più, ma per tassare meglio”. In questa direzione vanno anche i nuovi accordi di collaborazione con i Comuni, incentivati a segnalare incongruenze e difformità.
Gli strumenti: banca dati unica e incroci con Sogei
Il rafforzamento delle banche dati, con l’integrazione tra Catasto, Agenzia delle Entrate, Anagrafe tributaria e Sogei, è il cuore della strategia. L’intelligenza artificiale, già sperimentata nella selezione delle anomalie nelle dichiarazioni Iva, sarà ora impiegata per scandagliare le difformità tra dichiarazioni catastali e realtà urbana.
Al centro dell’intervento c’è anche il contrasto alle finte prime case e agli immobili fittiziamente intestati. Saranno incrociati i dati anagrafici, quelli energetici e i consumi per individuare i nuclei che non dichiarano l’effettiva residenza o il corretto uso dell’immobile.
Nessun aumento delle imposte, ma nuove entrate attese
La promessa politica è di non toccare il carico fiscale per chi è in regola. Tuttavia, il governo punta a recuperare gettito attraverso l’emersione di basi imponibili sommerse. Secondo una simulazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio, una mappatura completa e aggiornata del catasto potrebbe liberare risorse per oltre 1,2 miliardi di euro l’anno, senza introdurre nuove tasse.
Il ministro Giorgetti osserva con favore la piega della riforma: “La trasparenza fiscale è una condizione per attrarre investimenti e rafforzare il sistema Paese”.
Il test politico: consenso locale e tensioni con le opposizioni
Il nodo, semmai, sarà politico. Alcuni sindaci di centrodestra hanno già espresso timori su un possibile “effetto boomerang” delle revisioni catastali, specie in vista delle elezioni europee. Dall’altra parte, Pd e M5S accusano il governo di voler “camuffare” una mini-patrimoniale sotto la veste della modernizzazione.
La verità è che la battaglia si gioca sull’equilibrio tra consenso e rigore. E il catasto, più che un tecnicismo, si conferma ancora una volta un nervo scoperto della politica fiscale italiana.