• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Fischi a Trump negli stadi: la protesta sportiva assume forza

- di: Bruno Coletta
 
Fischi a Trump negli stadi: la protesta sportiva assume forza
Quando la rivolta dagli spalti diventa segnale politico

L’episodio di Donald Trump salutato da fischi allo stadio dei Washington Commanders in Maryland non è un caso isolato, ma parte di una sequenza ormai evidente in cui gli eventi sportivi diventano palcoscenici della protesta popolare. Il 9 novembre 2025, durante la partita contro i Detroit Lions, Trump è diventato il primo presidente in carica a presenziare a una partita regolare di NFL dal 1978 — e l’accoglienza è stata tutt’altro che trionfale.

La partita in Maryland e un messaggio dal pubblico

All’arrivo di Trump allo stadio, gli spettatori hanno reagito con fischi e cori di disapprovazione quando il suo volto è apparso sul maxischermo e ancor più durante l’intervallo. In campo anche un momento simbolico: il ricevitore dei Lions Amon-Ra St. Brown ha celebrato un touchdown eseguendo la cosiddetta “Trump dance”, quel balletto ironico-celebrativo legato all’immagine di Trump sulle note dei Village People. Alcuni compagni di squadra lo hanno imitato, scatenando la risata del pubblico.

La scelta di portare il presidente in uno spazio pubblico come lo stadio si è rivelata carica di significato: non solo sport, ma anche rappresentazione politica. Mentre Trump pronunciava il giuramento dei militari sul campo, una parte consistente della tifoseria continuava a fischiare, rendendo evidente una frattura tra lo spettacolo sportivo e l’immagine presidenziale.

Una tendenza che coinvolge più sport e città

Non è stato l’unico episodio. A settembre 2025, Trump è stato accolto da fischi allo US Open di tennis a New York durante la finale maschile. Le misure di sicurezza straordinarie avevano già creato tensione tra i tifosi, ma il malcontento è esploso quando il suo volto è apparso sui maxi-schermi di Flushing Meadows.

Pochi mesi prima, a luglio, Trump era stato fischiato anche al MetLife Stadium nel New Jersey durante la finale della FIFA Club World Cup. La sua apparizione accanto al presidente della FIFA ha suscitato una reazione mista ma tendenzialmente ostile, culminata in un coro di disapprovazione al momento della premiazione.

Perché gli stadi diventano luoghi di protesta

Gli stadi rappresentano un teatro privilegiato della protesta collettiva: un pubblico riunito, attento e pronto a reagire in tempo reale, con la certezza che ogni gesto possa essere ripreso e diffuso in rete. In questo contesto, la visita di un politico polarizzante come Trump si trasforma in un evento simbolico, più che istituzionale.

La scelta di manifestare disapprovazione tramite i fischi sottolinea una volontà di comunicazione diretta e sonora: un messaggio immediato, che non ha bisogno di cartelli o parole, e che resta impresso nei video e nei social in tutto il mondo. Una forma di dissenso contemporanea e riconoscibile.

Implicazioni politiche e mediatiche

Le conseguenze sono doppie: da un lato Trump appare contestato in contesti pubblici apparentemente neutri; dall’altro, i video delle reazioni diventano virali, alimentando il dibattito politico. In pratica, gli spalti si trasformano in una piazza pubblica dove la società americana esprime divisione e rabbia.

In Maryland, come a New York e nel New Jersey, l’immagine del presidente che cerca legittimazione popolare si scontra con una realtà di contestazione sonora, che dimostra quanto la polarizzazione ideologica abbia superato le barriere della politica tradizionale.

Cosa accadrà adesso?

Con l’avvicinarsi di nuovi eventi sportivi e mediatici, è probabile che le contestazioni a Trump si ripetano. I protagonisti del campo — come St. Brown e altri atleti — continuano a utilizzare la “Trump dance” come segno ironico e dissacrante, trasformando la parodia in linguaggio politico.

In un contesto in cui politica e spettacolo sportivo si intrecciano sempre di più, la domanda è inevitabile: quali spazi resteranno davvero “neutrali”? E fino a che punto lo sport potrà ancora essere solo divertimento, se il pubblico lo trasforma in palcoscenico della disapprovazione?

Non più espisodi isolati

I fischi ricevuti da Trump negli stadi americani non sono episodi isolati, ma un fenomeno crescente di contestazione pubblica. Lo stadio, un tempo rifugio apolitico, oggi riflette la frattura profonda della società statunitense. In questo teatro collettivo, il rumore dei fischi non è solo protesta: è una dichiarazione politica, chiara, sonora e impossibile da ignorare.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 29 record
Pagina
3
03/12/2025
Fondi e favori nell’Ars: caso Galvagno tra accuse e politica siciliana
La Procura di Palermo chiede il processo per il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno: accu...
03/12/2025
Mogherini e Sannino indagati e fermati, bufera sull’Accademia Ue
Tre figure di primo piano dell’Ue fermate in Belgio per un presunto appalto irregolare del...
03/12/2025
Ue, accordo finale sul gas russo: rubinetto chiuso entro il 2027
Intesa politica tra Consiglio Ue e Parlamento europeo per vietare gradualmente le importaz...
03/12/2025
Hegseth, dal “non obbedite” all’ordine “uccideteli tutti”
Nel 2016 Pete Hegseth affermava che i militari non devono eseguire ordini illegali. Oggi, ...
03/12/2025
Caso Venezuela, tempesta su Hegseth e Trump
Il secondo raid Usa del 2 settembre contro una nave di presunti narcos venezuelani travolg...
02/12/2025
Ue in bilico: no della Bce sugli asset russi, la guerra continua
La Bce blocca il piano Ue sugli asset russi congelati. L’Europa cerca nuove soluzioni per ...
Trovati 29 record
Pagina
3
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720