La differenza…che fa la differenza: “4 Weeks 4 Inclusion” e l’esempio di Fincantieri

- di: Redazione
 

Valorizzare ogni elemento di diversità come fonte di arricchimento e di crescita per l’organizzazione, a partire dalle persone, con le loro esperienze, caratteristiche, provenienze e abilità. È questa la filosofia aziendale che oramai da anni caratterizza Fincantieri, “un crogiuolo di generazioni, di culture, di capacità, di competenze diverse”, come sottolineato da Luciano Sale, Direttore Human Resources and Real Estate del Gruppo. Ora Fincantieri riafferma la sua dedizione nel promuovere la parità di genere nel mondo del lavoro sottoscrivendo i Women’s Empowerment Principles (WEPs), sette principi indicati dall’ONU. In particolare, i principi sono: un trattamento equo e una cultura aziendale che mira alla parità di genere, garantire la salute, la sicurezza ed il benessere psicofisico di tutti i dipendenti durante la loro attività, promuovere la loro formazione personale e professionale e sostenere le donne nell’ambito della loro carriera.

La differenza…che fa la differenza: “4 Weeks 4 Inclusion” e l’esempio di Fincantieri

Infine, queste linee guida prevedono una misurazione e pubblicazione di tutti i progressi fatti. Già nel 2019 Fincantieri aveva aderito volontariamente al Global Compact delle Nazioni Unite, un’iniziativa che sostiene dieci principi universali, relativi ai diritti umani, al lavoro, all’ambiente e alla lotta alla corruzione così da promuovere i valori della sostenibilità nel lungo periodo. Con la sottoscrizione dei WEPs, Fincantieri ribadisce la sua dedizione nella promozione di una cultura sensibile e attiva nei confronti delle tematiche della diversità e dell’inclusione, arricchendo così il capitale umano del Gruppo grazie al talento di ogni persona. “Questa firma - commenta Luciano Sale - è un’ulteriore testimonianza del nostro impegno per la parità di genere e l’empowerment femminile in azienda. Nella nostra rotta verso il Futuro, abbiamo già introdotto diversi strumenti di bilanciamento tra la vita personale e quella professionale, integrati da attività di coaching, e abbiamo anche svolto programmi di formazione su bias e stereotipi, sul linguaggio inclusivo e sulla genitorialità, che coinvolgono tutti i nostri dipendenti”.

Del resto diversità, equità e inclusione, in un acronimo DEI, rappresentano oramai un imperativo aziendale e morale, che si traduce in un valore aggiunto sotto tutti i punti di vista. Perché creare un ambiente di lavoro inclusivo non significa solo vivere in prima persona una straordinaria esperienza umana e professionale. E non significa nemmeno solo far bella figura nei rapporti sulla diversità. Vuol dire molto di più: vuol dire munirsi anche di un potente motore dei risultati aziendali. Detto in soldoni: di produttività. Una ricerca di McKinsey ha riscontrato che le aziende statunitensi con un elevato grado di diversità etnica e razziale hanno il 35% di probabilità di avere ritorni finanziari superiori alla media del settore, mentre le aziende che curano la diversità di genere avrebbero il 21% di probabilità in più di generare risultati migliori. Sempre secondo McKinsey, i dipendenti che si sentono inclusi e apprezzati nel proprio ambiente lavorativo, sono circa 3 volte più propensi a essere motivati e raggiungono più facilmente gli obiettivi di business. Inoltre, l’inclusione gioca un ruolo fondamentale nell’attrazione e nella retention dei talenti. Va da sé che stabilire una reale uguaglianza per tutti sul posto di lavoro è dunque fondamentale. Ed è una sfida. Dal momento che, stando ai dati di una recente indagine targata “Future of Work”, ben 6 aziende su 10 non hanno ancora definito un piano a riguardo e 2 su 10 non pensano che sia importante farlo. Perché la diversità spaventa, e sono ancora in troppi a non capire che è proprio la differenza… a far la differenza! Giochi di parole a parte, è tempo di abbattere i muri del pregiudizio e della paura. Ecco perché, oggi più che mai, è fondamentale puntare un faro sulla maratona dedicata alla diversità e all'inclusione “4 Weeks 4 Inclusion”: un mese di iniziative no stop, tra eventi, webinar e laboratori creativi, per raccontare quel che si sta facendo nel mondo corporate sui temi dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità.

Ed è in questo scenario che ieri mattina Fincantieri ha presentato un illuminante ed esclusivo docufilm, i cui protagonisti sono due dipendenti del Gruppo che hanno raccontato la diversità attraverso le loro storie, mettendo a fattor comune sensibilità, visioni e interpretazioni dell’inclusione nella realtà lavorativa e non solo. Un racconto suggestivo, che ha fatto toccare con mano come per Fincantieri integrazione e diversità non siano solo parte del futuro, ma il presente del Gruppo e di tanti dipendenti e collaboratori che ogni giorno rendono la propria disabilità un punto di forza, sul lavoro e nella vita personale. Questo perché, come ha sottolineato ancora Luciano Sale, “Fincantieri crede nella diversità come valore e nella disabilità come risorsa. Per questo abbiamo attivato diverse azioni per favorire l’integrazione e il benessere delle persone, sia all’interno del nostro Gruppo che con i nostri partner. Lo testimoniano gli eventi di recruiting dedicati agli studenti con disabilità, in cui abbiamo offerto loro opportunità di crescita professionale e personale. Abbiamo anche sensibilizzato tutti i nostri dipendenti sul tema attraverso attività di formazione e comunicazione”. Un impegno, quello di Fincantieri, che si traduce in numeri. Visto che, come ha evidenziato lo stesso Sale, “la percentuale di dipendenti con disabilità nel Gruppo a livello globale è aumentata costantemente negli ultimi cinque anni, passando dall’1,9% del 2017 al 2,7% del 2022. In Italia, la quota è del 3,5%, mentre in Nord America è del 5,9%. La diversità, l’equità e l’inclusione sono principi fondamentali per la nostra visione industriale e sociale”.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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