• Banca IFIS maggio25 850 1
  • 8501 intesa GREEN 25
  • SIMEST25 850 1
  • Fineco Change is Good
  • EDISON25 850 1

Le Inchieste di Italia Informa: Mps, Mediobanca, Generali, Unicredit

- di: Bruno Coletta
 
Le Inchieste di Italia Informa: Mps, Mediobanca, Generali, Unicredit

Fusione, acquisizioni e potere: il grande gioco della finanza italiana nel 2025.

Nel 2025 il panorama finanziario italiano è scosso da manovre strategiche che coinvolgono i principali attori del settore bancario e assicurativo: Mps, Mediobanca, Generali e UniCredit. Mps, forte dei conti in utile, ha lanciato un’offerta pubblica di scambio su Mediobanca per creare un nuovo polo nazionale. Mediobanca ha reagito rilanciando con l’acquisizione di Banca Generali. UniCredit osserva senza esporsi troppo, mentre Generali si conferma redditizia ma con un azionariato sempre più contendibile.

Mps: conti in utile e ambizioni di fusione

Nel primo trimestre 2025 Mps ha realizzato un utile netto di 413 milioni di euro (+24% su base annua), a fronte di ricavi pari a un miliardo e un cost/income in netto miglioramento. Il Cet1 fully loaded è salito al 19,6%, tra i più alti in Europa. Forte di questi numeri, l’ad Luigi Lovaglio ha lanciato un’Ops su Mediobanca da 13,3 miliardi, puntando a unire la rete retail di Mps con il wealth management e l’investment banking di Mediobanca. Secondo Mps, la fusione creerebbe sinergie da 700 milioni l’anno, con benefici anche per gli azionisti Mediobanca grazie alla valorizzazione delle DTA. “Vogliamo creare un campione nazionale, con due brand distinti ma complementari”, ha detto Lovaglio in conference call con gli analisti.

Mediobanca: l’offensiva su Banca Generali e la difesa dell’indipendenza

Per difendersi, Mediobanca ha avviato un’offerta su Banca Generali da 6,3 miliardi, finanziata cedendo la quota del 13% in Generali. L’obiettivo è rafforzarsi nel private banking, portando il wealth management al 45% dei ricavi. L’ad Alberto Nagel ha definito l’Ops di Mps “non concordata e ostile”, criticando le limitate sinergie e la distanza culturale tra i due istituti. La strategia Mediobanca punta a valorizzare le sue attività storiche e a proteggere la propria autonomia. Il Consiglio d’amministrazione ha respinto formalmente l’offerta di Mps, mentre gli azionisti Delfin e Caltagirone restano silenti, ma strategicamente coinvolti in entrambi i fronti.

L’analisi di Marcello Messori (Luiss) e degli analisti di Moody's
Secondo Marcello Messori, economista della Luiss, “l’operazione proposta da Mps rappresenta un caso-limite nel panorama europeo: un istituto risanato che tenta un’acquisizione ‘orizzontale’ su un soggetto più patrimonializzato, ma meno retail. È un test per il sistema italiano e per la reattività del capitale privato”. Anche gli analisti di Moody’s hanno evidenziato che l’eventuale fusione “potrebbe migliorare la redditività combinata, ma comporta rischi operativi significativi nella fase di integrazione, specie su governance e IT”.

Generali: record di utili e nuovi equilibri tra i soci 
Nel 2024 Generali ha registrato un utile netto adjusted record di 3,77 miliardi (+5,4%) e un Solvency II ratio del 210%. Il gruppo ha aumentato il dividendo a 1,43 euro per azione e prosegue il piano di buyback da 500 milioni. A fine aprile, l’assemblea ha confermato Philippe Donnet come ad con il 52,3% dei voti, battendo la lista alternativa di Caltagirone e Delfin, che hanno ottenuto tre consiglieri. Mediobanca, che potrebbe cedere la propria quota in Generali, resta l’azionista di riferimento, ma lo scenario potrebbe presto cambiare. Con l’uscita di Mediobanca, Generali diventerebbe contendibile? Non secondo Donnet: “Il nostro piano è industriale, non politico. Puntiamo su crescita e solidità”.

UniCredit: utili record e disciplina sulle M&A 
UniCredit ha chiuso il 2024 con un utile netto di 9,7 miliardi, un RoTE del 17,7% e un Cet1 al 16%. L’ad Andrea Orcel ha dichiarato che eventuali operazioni di M&A saranno valutate solo se migliorative per la banca: “Non abbiamo paura di tirarci indietro se l’operazione non crea valore”. UniCredit ha escluso un ruolo attivo nell’Ops Mps-Mediobanca e considera la partecipazione in Generali (circa il 4%) come un investimento non strategico. Al tempo stesso, prosegue la distribuzione record agli azionisti: oltre 9 miliardi nel 2025 tra dividendi e buyback. Orcel guarda anche all’estero, valutando l’opzione Commerzbank in Germania.

Contesto europeo e visione BCE
Nel frattempo, in Europa si moltiplicano i segnali di consolidamento: Commerzbank in Germania è corteggiata da UniCredit, mentre in Francia BNP Paribas e Crédit Agricole guardano a sinergie industriali in asset management. La Bce, per bocca di Andrea Enria, ha ribadito che “le fusioni bancarie cross-border sono benvenute, ma anche quelle domestiche possono rafforzare la stabilità del sistema se ben progettate e se portano vera efficienza”. Il risiko italiano, sotto la lente dell’SSM, è un banco di prova.

Scenari e incognite del risiko finanziario 
L’assemblea di Mediobanca del 16 giugno voterà sull’acquisizione di Banca Generali. Se approvata, l’operazione potrebbe indebolire l’interesse di Mps e rafforzare Mediobanca nella sua strategia difensiva. Se invece l’Ops Mps andrà in porto (serve almeno il 66,7% del capitale), nascerà un nuovo gruppo con forti complementarietà, pronto a diventare il terzo polo bancario italiano. Il governo, azionista di Mps tramite il Mef, ha dato via libera all’offerta, e anche la Bce ha autorizzato l’operazione. Fondi esteri e investitori istituzionali restano divisi, mentre Delfin e Caltagirone, con partecipazioni rilevanti sia in Mps che in Mediobanca, restano in attesa dell’esito, pronti a valorizzare entrambe le opzioni. Il loro ruolo sarà determinante nell’orientare l’esito del risiko.

Gli assetti proprietari e ruolo del MEF
La partita si gioca anche sugli equilibri azionari. Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, detiene oggi il 19,8% di Mediobanca e circa il 9% di Mps. Caltagirone ha quote simili. Entrambi restano ufficialmente neutrali, ma secondo fonti vicine al dossier “valuteranno con pragmatismo l’opzione più redditizia, anche in funzione del posizionamento in Generali”. Il MEF, ancora socio di Mps, ha già espresso parere favorevole all’operazione: “Se il mercato risponderà, saremo contenti”, ha dichiarato il ministro Giorgetti. Non si esclude però un intervento politico se lo scenario andasse contro l’interesse nazionale percepito.

Clienti e mercati: cosa cambia

Per i clienti bancari, l’eventuale fusione Mps-Mediobanca potrebbe portare a un’offerta più ampia di prodotti, con sinergie tra credito al consumo, private banking e rete retail. Per gli azionisti, l’esito delle operazioni in corso è cruciale: una fusione potrebbe creare valore nel medio termine, ma comporta rischi di integrazione e diluizione. Se Mediobanca completerà l’acquisizione di Banca Generali, punterà su una crescita selettiva ad alta redditività. Generali, nel frattempo, continua a distribuire dividendi crescenti e a rafforzare la propria rete nel risparmio gestito, mentre UniCredit consolida la leadership sul fronte della remunerazione degli azionisti.

Tre scenari sul tavolo: chi vince, chi perde
Scenario 1 – Mediobanca vince la sfida: il CDA ottiene il via libera all’acquisizione di Banca Generali, rafforza il private banking e taglia i ponti con Generali. Mps ritira l’offerta e resta autonoma, ma cerca un altro partner per completare la privatizzazione.
Scenario 2 – Vince Mps: l’OPS ottiene adesioni oltre il 66,7%, nasce un terzo polo bancario integrato. Lovaglio guida un gruppo da 200 miliardi di attivi, Mediobanca conserva il marchio, ma cambia governance.
Scenario 3 – Stallo: l’OPS resta sotto soglia, ma Mps entra nel capitale Mediobanca. Tensione in assemblea, equilibrio instabile. Delfin e Caltagirone decidono l’esito della prossima mossa.

Il risiko continua

In questo risiko della finanza italiana, i prossimi mesi saranno decisivi. I riflessi delle operazioni in corso non riguardano solo i mercati, ma milioni di clienti e risparmiatori. La posta in gioco è la nascita di uno o più poli bancari e assicurativi in grado di competere a livello europeo e sostenere la crescita del Paese. Come ha detto un analista del Sole 24 Ore, “siamo di fronte a mosse da scacchiera: lo scopo finale è la protezione e la valorizzazione del risparmio nazionale”. Il risiko non si chiude qui: tra giugno e luglio 2025 si giocheranno le mosse decisive, con assemblee, adesioni e contromosse che potrebbero riscrivere la mappa della finanza italiana per gli anni a venire.


Notizie dello stesso argomento
Trovati 60 record
Pagina
1
21/05/2025
L’Italia raggiunge la Francia nel Pil pro capite, ma resta lontana dai livelli pre-stagnazione
L’Italia, con una crescita prevista dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026
21/05/2025
Cedolare secca 2025: conviene ancora? Guida per i piccoli proprietari
Aliquote, vantaggi e limiti: tutto quello che c’è da sapere per scegliere tra cedolare sec...
21/05/2025
Asia in rialzo, petrolio e oro volano con le tensioni in Medio Oriente
Borse asiatiche contrastate e nervose, future europei piatti, volano i beni rifugio.
21/05/2025
Mediobanca gioca d’anticipo: un colpo solo per blindarsi e crescere
Mediobanca accelera sull’Opa su Banca Generali e consegna il prospetto, poi sfida Mps e pu...
21/05/2025
Dazi di Trump, scossa alle banche europee. Allarme BCE
La Banca Centrale Europea: instabilità finanziaria e rischio stretta al credito.
20/05/2025
Oro verde d’Italia, l’Ercole Olivario incorona i migliori oli 2025
Dalla Sicilia alla Romagna, dodici eccellenze premiate. Boom di giovani, donne e piccole i...
Trovati 60 record
Pagina
1
  • Banca IFIS maggio25 720
  • 720 intesa GREEN 25
  • Fineco Change is good
  • EDISON25 720