IA, FederTerziario: "Dalle PMI modello di approccio che tutela lavoro e produttività"

- di: Redazione
 

Il tema relativo all'uso dell'Intelligenza Artificiale è sempre di maggiore attualità e FederTerziario si è esposta con un comunicato stampa, sottolineando come le Piccole e Medie Imprese, se sostenute da formazione e investimenti, possano fornire un approccio all'IA che permetta di tutelare contestualmente occupazione e produttività, riducendo così l'impatto negativo che le nuove tecnologie potrebbero avere sul lavoro.

IA, FederTerziario: "Dalle PMI modello di approccio che tutela lavoro e produttività"

Stando ai dati Istat, il 5% delle imprese italiane con almeno 10 addetti usa tecnologie di IA, un dato al di sotto della media dell'UE27 (8%). Nello specifico, sono le grandi imprese a utilizzarla (24% del totale), mentre è basso il dato delle aziende con 50-99 addetti (5,6%).

Preoccupa infine il basso livello di competenze, che incide sul futuro uso dell'IA: sempre l'Istato sottolinea che la mancanza di competenze specifiche sia la preoccupazione principale delle imprese che pianificano l'uso di tecnologie senza averle ancora avviate (55,1%).

Nicola Patrizi, presidente FederTerziario (nella foto), ha commentato: Le piccole e medie imprese possono costituire un importante valore guida per l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro che, seppur potendo agire in termini di miglioramento della produttività, deve sempre fare riferimento alla presenza di un lavoratore e, in questo senso, è indispensabile considerare la centralità della formazione per affrontare questa nuova sfidaIl sistema non produce personale qualificato per le imprese e lo dicono le richieste delle imprese che ricercano profili adeguati a ricoprire i posti che impongono le nuove sfide, tra cui l’IA e non solo. L’Italia si trova nella morsa della denatalizzazione, con una previsione di circa 8 milioni di persone in meno entro il 2050, e un capitale umano ridotto che, conseguentemente, dobbiamo cercare di valorizzare al massimo. Per farlo serve una strategia con politiche attive del lavoro in grado di formare i nuovi lavoratori ma anche coloro che rischiano di uscire dal mercato a seguito delle transizioni in atto”.

Riccardo D’Angelo, esperto strumenti di intelligenza artificiale volti a prevenire gli infortuni su luoghi di lavoro, ha parlato del tema riguardante la sicurezza sul lavoro: L’intelligenza artificiale, percepita in questo momento dall'opinione pubblica come qualcosa di invasivo, di pericoloso, può contribuire a evitare gli incidenti sul lavoro. Lasciando per un momento da parte i temi legati alla privacy del singolo lavoratore, esiste la possibilità di vedere in tempo reale chi, come e quando sta effettuando delle attività potenzialmente pericolose, non indossando ad esempio i dispositivi di protezione. Crediamo che questo tipo di infrastrutture digitali possano aiutare a prevenire in maniera significativa gli incidenti sul lavoro”.

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